Gli eroi in bianconero: Angelo CAROLI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
13.04.2015 10:45 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Angelo CAROLI
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Nasce a L’Aquila il 7 aprile 1937; è uno dei ragazzi che Puppo, l’allenatore che a metà dei Cinquanta cerca di traghettare la Juventus verso orizzonti più prestigiosi, lancia in prima squadra, per imparare dai Viola e dai Boniperti. Di buona tecnica e abbastanza grintoso, Caroli gioca in attacco nelle formazioni giovanili, e il Mister lo lancia in prima squadra schierandolo a Bologna con la maglia numero 9 di centravanti di posizione, appena compiuto i diciotto anni.
Caroli non patisce alcuna emozione, gioca bene e segna addirittura il goal dell’importante (e pure rara, di quei tempi) vittoria in trasferta. Poi, comincia un lungo peregrinare in prestito, che lo porta a farsi le ossa a Catania, Lucca e Pordenone. Racconta: «Ero un atleta, ramo salto in lungo; dicevano che potevo diventare un buon giocatore. Puppo, occhialuto filosofo dall’aria pacata e solenne, allenava la Juventus; mi fece debuttare, come centravanti, a Bologna. Me la cavai bene e segnai il goal del successo bianconero; fu un caso, ma fu così. Disputai altre quattro partite in serie A, prima del derby; erano tempi durissimi per la squadra presieduta da Umberto Agnelli. La società stava uscendo da un ciclo nebuloso, occorrevano dei restauri; perciò, fu realizzato un lancio, in massa, di giovani. Ci chiamavano “puppanti”; vissi momenti di celebrità, il mio autografo era richiesto, forse perché ero uno studente calciatore».
Quando torna alla Juventus, sono tornati i tempi d’oro: la squadra di Sivori, Charles e Boniperti contende all’Inter di Helenio Herrera lo scudetto, e Caroli, ormai ventiquattrenne e da tempo trasformatosi in terzino di buon rendimento, ha solamente qualche sporadica occasione per contribuire ai successi di quella squadra, fregiandosi, comunque, a fine stagione del titolo di Campione d’Italia. Titolare nel derby di ritorno insieme al giovanissimo Mazzia, si fa notare per la buona prestazione.
«Al mio ritorno alla Juventus era tutto cambiato, con Cesarini, Parola e Gren si passavano il timone della guida tecnica della squadra; il dottor Umberto Agnelli aveva compiuto due miracoli economici e tecnici, acquistando Charles e Sivori. Insieme a Giampiero Boniperti, fecero grande la Juventus degli anni Sessanta; io ero una delle comparse che vincevano lo scudetto perché coinvolti e non perché protagonisti. Io passavo di lì per caso e raccoglievo ciò che Boniperti, Charles e Sivori avevano seminato».
Dopo qualche serio infortunio, nel 1962 viene ceduto al Lecco. Giornalista e scrittore, più recentemente anche autore di delicate poesie, Caroli è da sempre vicino alla Juventus.