Gli eroi in bianconero: Alberto PICCININI

Pionieri, capitani coraggiosi, protagonisti, meteore, delusioni; tutti i calciatori che hanno indossato la nostra gloriosa maglia
25.01.2015 10:10 di  Stefano Bedeschi   vedi letture
Gli eroi in bianconero: Alberto PICCININI

Il 1949, per la Juventus, è l'anno zero. Il ventottenne presidente Gianni Agnelli vuole riportare la sua squadra ai fasti antichi, a quei successi epici culminati, tra il 1930 ed il 1935, con l'indimenticabile serie dei cinque scudetti consecutivi. Non è ammissibile prolungare oltre, un digiuno che dura ormai da quattordici anni. Per far fronte a ciò, la rosa della stagione precedente viene quasi interamente smantellata: tra i titolari vengono riconfermati i soli Manente, Parola, Boniperti, John Hansen e Muccinelli, ai quali vengono affiancati i nuovi Bertuccelli, Viola (che rientra dal prestito alla Lucchese), Mari, Piccinini e gli stranieri Præst e Martino. I miglioramenti per ora sono solo sulla carta; occorre amalgamare al meglio undici campioni e farne una squadra.
L'arduo compito viene affidato al neo allenatore inglese Jesse Carver che, con sapiente maestria, allestisce una compagine fortissima in trasferta, dotata di un solido impianto difensivo e di un centrocampo straordinariamente completo.

Accanto al confermato Parola, il nuovo duo Mari-Piccinini, erede della coppia Depetrini-Locatelli, deve garantire grinta e tecnica, recuperi e suggerimenti, impostazioni e contenimento.
Alberto Piccinini, nato a Roma il 25 gennaio 1923, cresce nella Roma per poi trasferirsi nella Salernitana, dove Gipo Viani lo imposta da finto centravanti. Piccinini veste la maglia numero nove, ma il suo compito è quello di marcare il centravanti avversario, quando i campani sono costretti in difesa; il suo arretramento, consente al difensore centrale Ivo Buzzegoli di operare in seconda battuta. Questa invenzione tattica, viene definita “mezzo sistema” o “Vianema”; il libero, l’ultimo nato del calcio mondiale, muove i primi passi proprio a Salerno, in quel lontano 1946. Dopo un paio di stagioni, viene ceduto al Palermo e raggiunge Torino nell’estate del 1949.
Non ha un fisico eccezionale, ma le qualità proprie del mediano classico; l'ottima visione di gioco ed il sempre felice tocco di palla gli consentono finezze in serie e non troppe coperture, delle quali se ne occupa il compagno di reparto Mari.
Giocatore elegante e di classe, Piccinini, che si toglie anche la soddisfazione di disputare cinque partite in Nazionale, è certamente da ricordare come uno dei migliori comprimari degli anni Quaranta e Cinquanta. Nell’estate del 1952, lascia la Juventus per raggiungere il Milan, dopo aver vestito per ben 104 volte la maglia bianconera ed aver segnato 2 goal.