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Principio Paolino presenta il libro: "La Juventus di Buffon"

04.12.2015 17:30 di  Mirko Di Natale  Twitter:    vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Principio Paolino presenta il libro: "La Juventus di Buffon"

Il giornalista e scrittore, Principio Paolino, ha presentato la sua ultima pubblicazione "La Juventus di Buffon", edito da 'Kenness Editore' ai microfoni di TuttoJuve: "Gianluigi Buffon, il più grande portiere nella storia del calcio italiano, è anche icona e simbolo della Juventus del nuovo secolo - si legge nel cappello introduttivo -. Una Juve umana, capace di essere vittima e di ribellarsi, di cadere e di rialzarsi, di stringere i denti e di farsi largo anche tra ingiustizie e complotti. La Juve, che lealmente e con positività guarda sempre al futuro, ha gli occhi azzurri di Gigi. Con il suo Numero Uno, e tanti altri grandi campioni che si sono avvicendati dal 2001 in avanti, la Juventus ha costruito squadre che in diversi periodi hanno dominato e, terminato il loro ciclo, si sono rinnovate. E ora, dopo la Juve dei quattro scudetti, dal 2011 al 2015, accanto al capitano bianconero, nello splendido prato verde della Juve, sta crescendo un nuovo gruppo che scriverà la storia del calcio. Buffon e la Juventus: un campione e un'idea gloriosa, una storia comune che è ineguagliabile. Gigi è la Juve e la Juve è Gigi: alla loro luccicante e meravigliosa simbiosi sono dedicate le pagine di questo libro".

La nostra Redazione lo ha intervistato telefonicamente, in esclusiva, per approfondire meglio il contenuto della sua pubblicazione e non solo:

Buon pomeriggio Principio, quali aspetti di Gigi Buffon hai voluto raccontare nel tuo libro?

"Ho analizzato il personaggio a trecentosessanta gradi sia dal punto di vista professionale e sia dal punto di vista umano cercando di non tralasciare nulla sulla sua carriera splendida. Le sue doti umane sono riconosciute a livello umano e planetario. Buffon incarna il rispetto dei propri avversari, ed è chiaro che noi tifosi juventini ce lo coccoliamo perchè in squadra abbiamo un atleta fantastico nonchè il portiere più forte di tutto il mondo. E' il numero uno dei numeri uno. Lo affermo in base a quanto ho potuto vedere, anche perchè non ho mai potuto vedere giocare Yashin che è stato l'unico estremo difensore premiato con il Pallone D'Oro. Non è un personaggio banale, perchè ogni volta che lo vedi in tv lo ascolti sempre per sentire ciò che ha da dire. E' grazie a quel carisma e a quella personalità straripante".

Buffon, per la sua schiettezza, crea sempre molto dibattito. Ad esempio quando parlò del famoso "Gol di Muntari". Hai voluto analizzare anche questo oltre ai suoi meriti sportivi?

"Assolutamente sì, ho cercato in questo libro di riportare i momenti salienti e le parole che ha avuto modo di esternare Buffon durante la sua carriera. Quell'episodio che mi citi tu è uno tra i più simpatici e illuminanti".

Dal punto di vista mediatico quella qualità caratteriale è sempre stata un'arma a doppio taglio...

"E' una domanda molto pertinente perchè mi riesce a mettere nella condizione di poter spiegare, al lettore, meglio quello che è il suo personaggio. Buffon quando esordì giovanissimo in maniera molto dirompente e secondo me non c'era dietro alcun secondo fine. Infatti, poi, è venuta fuori la sua personalità. Arma a doppio taglio? Quando si affaccia sul palcoscenico un ragazzino, che venne definito 'guascone', son sempre li pronti a criticarlo. Buffon si è trovato di fronte a ciò. Ma ha superato questo esame in maniera grandiosa e strabiliante, finchè non si è conquistato il rispetto di quella stampa che era sempre li a punzecchiarlo per vedere la sua reazione. Oggi giorno il rispetto è totale. L'arma a doppio taglio potevano essere quegli episodi controversi successi in gioventù, ma la testa dell'uomo ha fatto la differenza e Gigi ne è venuto fuori più forte. Ne è venuto fuori alla grande evidenziando in tutto e per tutto le sue straordinarie doti. Per fare un esempio legato a quanto affermavo poc'anzi, Balotelli è rimasto un eterno incompiuto mentre Buffon è un esempio".

Buffon è stato per te fonte di ispirazione. Ma in che modo può essere un esempio per un ragazzino che si sta avvicinando per la prima volta al mondo del calcio?

"Di motivi ce ne sono diversi, ma a me il primo che viene in mente è la sua fedeltà. Premesso che questo non è il calcio che seguivo da ragazzino visto che oggi questo sport è business, ma eleggendomi portavoce della stragrande maggioranza vorremmo, tutti, che quella romanticità persa fosse invece sempre presente. La sua scelta di rimanere nella Juventus in Serie B ha dimostrato che in questo mondo ci sono ancora dei valori più importante dei soldi. Quando racconta di esser stato definito un 'fesso' per questa scelta, mi colpirono in particolare due frasi: 'in quel momento bisognava prediligere il lato umano' e 'ho bisogno di andare in campo con la coscienza apposto e se avessi lasciato la Juve, la mia coscienza non sarebbe stata apposto'. E' vero che anche altri non abbandonarono la barca mentre affondava come Alessandro Del Piero, ma mentre da lui se l'aspettavano da Buffon, che da piccolino era tifoso del Genoa, invece no. Seguire la sua Vecchia Signora in serie cadetta e rinunciare il sogno di inseguire il premio individuale più ambito ha originato, secondo me, la decisione finale sull'assegnazione di quel Pallone D'Oro nel 2006. 'L'amore che mi danno i tifosi bianconeri mi ha ripagato di tutte le non vittorie', spiega tutto quello che è il personaggio Gigi Buffon".

Come vedi la Juventus a Roma questa sera? Quel gol di Cuadrado all'ultimo secondo ha davvero cambiato la stagione...

"A Roma è l'esame più importante di questo primo scorcio di stagione per un semplice motivo: mancherà Paul Pogba per la prima volta. E' un giocatore imprescindibile e le critiche piovute addosso non le ho condivise. Forse con quella 10 sulle spalle si aspettavano che vincesse le partite da solo, ma questo non è possibile. E' innegabile che quando si accende la Juve segna, ad esempio ricordiamo che nella partita del derby l'azione che portò al gol Cuadrado fu originato proprio da una sua giocata. Mancherà tantissimo questa sera la sua fisicità, e sarà un problema visto che quest'anno abbiamo un centrocampo un po' leggerino dal punto di vista della densità".

Dove potrà arrivare questa Juve?

"Non mi è piaciuta la gestione della campagna acquisti estiva dopo la partenza di Vidal. Da quel momento in poi, sinceramente, ero diventato molto scettico e i fatti mi avevano dato inizialmente ragione. Ma queste vittorie consecutive mi stanno facendo tornare l'ottimismo. Questa Juventus è indecifrabile, non riesco a capire dove potrà arrivare. Dal punto di vista statistico, dato che avevo già pubblicato un libro di statistica relativo proprio ai bianconeri, solamente nel campionato 1998-1999 abbiamo fatto meno dei 21 punti attuali. I 24 attuali è il secondo peggior andamento da quando ci sono i tre punti"

Ma l'unica squadra che, alla tredicesima giornata, aveva 21 punti e poi ha conquistato la vittoria finale è proprio la Juventus...

"Se stiamo a vedere quello che abbiamo ottenuto finora, è un andamento a cui non eravamo abituati negli ultimi quattro anni. I numeri ci dicono che tutto è ancora possibile. E' vero che c'è il precedente in cui con 24 punti arrivammo settimi (nella stagione di Gigi Del Neri), ma è altrettanto vero che nella stagione 1995-1996 la Juve non vinse lo Scudetto ma la Champions League. E' ben augurante. Come non citare, poi, l'anno 2001-2002: sempre con 24 punti, la prima stagione in bianconero di Gigi Buffon fu trionfale in Italia perchè vincemmo lo Scudetto nel famoso 5 maggio".