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Bacconi: "Juve, serve meno tecnica e più sostanza. Al Ferraris scelte azzardate. Presto il rombo. Allegri? Troppo 'volpe'"

28.11.2016 21:00 di Marco Spadavecchia   vedi letture
ESCLUSIVA TJ - Bacconi: "Juve, serve meno tecnica e più sostanza. Al Ferraris scelte azzardate. Presto il rombo. Allegri? Troppo 'volpe'"
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Meno tecnica e più sostanza, cambio modulo e maggiore dinamismo in mezzo al campo. Ricetta per una Juventus costretta a cambiare e diretta a un allenatore 'volpe' come Max Allegri – così lo definisce Adriano Bacconi, e tra poco si capirà il perché – abituato ad adattare il proprio calcio alle esigenze dei singoli. Sperimentando, se serve. Ma a volte troppo secondo il professor Bacconi, commentatore sportivo nonché super esperto di tattica, che in esclusiva a Tuttojuve punta la lente sul match del Ferraris perso domenica dai bianconeri 3-1 contro un sorprendente Genoa. In tutti i sensi. "Nella sconfitta della Juventus ci sono tanti meriti dei rossoblù. In Italia le squadre sono abituate a giocare in modo diverso con i bianconeri. Spesso adattando il loro sistema di gioco e aspettando  – precisa il data scientist fiorentino –. Alcune si difendono quasi con timore reverenziale. Ed è successo un po' a tutte le provinciali quest'anno: con la Juve si sono addirittura snaturate, cambiando anche l'assetto tattico e l'atteggiamento. Ricordo, ad esempio, il Chievo o la Sampdoria, che a Torino fece un turnover esasperato (senza Muriel e Quagliarella dal primo minuto, ndr). Il Genoa no: la squadra di Juric ha fatto una partita rischiando sin dal primo minuto. Ha alzato moltissimo l'asticella dell'intensità. L'unico accorgimento è stato quello di mettere Rigoni centrale più basso. E la Juventus ha sofferto come soffre in Champions, competizione in cui le squadre giocano a viso aperto. La Juve non è abituata a formazioni così coraggiose e quindi è rimasta sorpresa da tanta aggressività".

Si è parlato anche di scelte 'inattese', come la presenza congiunta di Alves e Lichtsteiner, con il brasiliano esterno di difesa, l'assenza di Marchisio e l'impiego di Cuadrado sulla sinistra... "Sì, scelte decisamente azzardate. Una volta vista la formazione con Alves contro Ocampos, giocatore potente e forte fisicamente, ho subito pensato che Allegri avrebbe cambiato presto... o almeno invertito i due, mettendo una pezza a questo errore tattico iniziale. Invece ha continuato così fino al 3-0. I bianconeri a centrocampo pagano un deficit di qualità. Quando non c'è Marchisio non ci sono geometrie. Hernanes è purtroppo insufficiente in regia, soprattutto se pressato. In quel reparto la quadratura del cerchio sarà complicatissima".

Quale pensa sia il ruolo ideale di Pjanic in questa Juventus? "Pjanic è un giocatore che ha grandi colpi ma che ha bisogno di compagni che corrano per lui. In realtà il bosniaco non corre poco, lo fa moltissimo in fase di possesso ma molto meno in fase di non possesso. Esattamente come Khedira, sempre più attaccante e meno interdittore. Un giocatore come Pogba abbinava grande classe a un dinamismo che oggi manca in mezzo al campo. Immagino un Pjanic utilizzato più nel reparto offensivo che di centrocampo".

Come vede invece la posizione attuale di Higuain? "I bianconeri dovrebbero giocare direttamente su di lui, che diventerebbe l'accentratore del gioco. Ruotando intorno al Pipita la squadra potrà arrivare a certi livelli qualitativi e realizzativi. E intorno a Higuain c'è bisogno più di coperture che di costruzione. Come a centrocampo, dove servirebbe meno tecnica e più sostanza. Il mercato sarà determinante in questo senso". 

Con che modulo, quindi? "Allegri è un allenatore che sceglie l'assetto tattico in base ai giocatori. Tornare alla difesa a tre è stata una scelta non ideologica ma di comodo. O comunque messa in atto per venire incontro alle esigenze dei vari Bonucci, Barzagli, Chiellini e Marchisio. Presto arriverà il passaggio al 4-3-3 sempre più naturalmente, a mano a mano che i giocatori inizieranno a cambiare in difesa. Rugani è abituato a giocare a quattro, così come Benatia e praticamente tutti gli esterni. E paradossalmente ora per Allegri sarà più facile cambiare senza Bonucci e Barzagli, verso il 4-3-3 o comunque moduli che prevedano la difesa a quattro. Anche perché nessuno dei tre, Manduzukic, Dybala e Higuain, è un esterno vero. Più probabile il rombo, una soluzione che preveda davanti alla difesa a quattro il centrale basso e un uomo dietro le punte, con Dybala alle spalle dei due attaccanti".

Si dice, forse banalmente, che la difesa a tre sia meno 'europea'... E' d'accordo? "La difesa a tre prevede un difensore in più e un centrocampista o un attaccante in meno. Con una linea a tre dove due centrali salgano, come nel Barcellona di Guardiola o (in un certo senso) nell'Atalanta di Gasperini, si è offensivi quanto nel gioco a quattro. E quindi potenzialmente anche aggressivi come molte europee. Spesso uno di questi due centrali, di sinistra o di destra, è un centrocampista esterno, un giocatore che sa giocare a calcio. Se invece si intende una difesa con tre centrali di ruolo allora l'assetto tattico sarà anacronistico e scarsamente competitivo a livello europeo, dove le squadre hanno dei parametri diversi rispetto all'Italia. Cambiano il baricentro, la linea di pressing alto e il possesso palla nella metà campo avversaria. Parametri, tutti, non compatibili con la classica linea a tre".

Pensando alla Serie A quale allenatore la sta stupendo maggiormente in termini di gioco? "Atalanta e Genoa sono squadra fotocopia dal punto di vista della mentalità e dei principi tattici. Formazioni che marcano nella zona, ad esempio, e che hanno due momenti differenti nell'arco di una stessa partita. La Roma di Spalletti ha i maggiori picchi qualitativi in termini di gioco. Montella è stato bravo a cambiare mentalità rispetto al passato, adattandosi al mondo del Milan. Nei miei corsi di formazione che tengo agli allenatori lo chiamerei 'volpe', rispetto all'allenatore 'riccio'".

'Riccio'... come chi? "Mi viene da pensare alla staticità del Napoli di Sarri, forse fossilizzato in una certa idea di gioco. Ricordo anche Mazzarri e Benitez, tecnici che non hanno mai cambiato, perseverando e senza trovare varianti anche in emergenza. L'allenatore 'volpe' lo è non solo sul campo ma anche fuori. Pensare di vietare qualche birra a una squadra inglese, ad esempio, vorrebbe dire essere 'riccio' e perdere in partenza". 

Allegri è decisamente 'volpe' seguendo questa sua classificazione... "E' sicuramente 'volpe', una persona dotata di grande intelligenza e buonsenso. Si adatta molto al contesto che trova. Forse fin troppo: un tecnico tanto 'volpe' rischia di perdere la propria identità, di farsi influenzare troppo dai fattori esterni e dal contesto. Quello che sembra mancare ad Allegri, oggi, è proprio una coerenza nei comportamenti. Tanta volubilità, sia nelle scelte degli uomini sia dei moduli, forse figlia di un'estrema sicurezza. Manca una linea guida chiara. E tanti esperimenti, tutti assieme, possono essere pericolosi".