Un pò meno ragionieri e un pò più prestigiatori

Anche questa sessione di mercato pare destinata a chiudersi senza l'arrivo di alcun calciatore di alto livello in casa bianconera. In tempi come questi forse,il coraggio di osare, potrebbe rivelarsi l'arma in grado di fare la differenza.
29.08.2014 15:45 di  Enrico Danna   vedi letture
Un pò meno ragionieri e un pò più prestigiatori
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© foto di Giulia Borletto

L’estate, per ogni tifoso di calcio, è da sempre la stagione dei sogni di mercato. Si attende fino all’ultimo il colpo a sensazione, l’arrivo del campione, di quel giocatore in grado di stimolare la fantasia, di infiammare la platea. Anche in tempi di crisi come questi, all’appassionato di calcio, piace pensare che la propria dirigenza riuscirà a piazzare il colpo da novanta con un blitz dell’ultima ora, depositando il contratto proprio mentre le porte dell'Atahotel si stanno chiudendo. Allo stato attuale delle cose, questi sono solamente sogni e paiono destinati a rimanere tali. Da qui a martedì prossimo sentiremo ancora spifferi, sussurri, echi più o meno lontani, ma è altamente improbabile che accada qualcosa di eclatante. Il tifoso bianconero, più che al mercato in entrata, guarda con occhio preoccupato a quello in uscita. Non si sa mai. In questi ultimi anni, la dirigenza juventina ha dato sicuramente buona prova di sé, dimostrando di saper operare anche in una contingenza economica difficile come quella che stiamo vivendo. Ciò che forse il tifoso bianconero si aspetterebbe, semmai, è un atteggiamento un po’ meno calcolatore e da ragionieri.

Ci si è saputi destreggiare molto bene con alcuni acquisti di spicco a parametro o a costo praticamente zero (vedasi Barzagli, Pirlo, Pogba, Llorente, per esempio) o attraverso operazioni in entrata dall’ottimo rapporto qualità/prezzo (vedasi ad esempio Vidal, Tevez, tanto per citare i primi due casi che vengono alla mente); ci si è saputi muovere un po’ meno bene per ciò che concerne le vendite, con alcuni giocatori (ad esempio Motta, Ziegler, tanto per citare due nomi) che continuano a fare la spola tra Torino e prestiti vari, forti di contratti che paiono non scadere mai. Le stesse cifre che circolano in relazione alla possibile cessione di Arturo Vidal al Manchester, paiono non consone né al reale valore del calciatore, né a quanto espresso dal mercato: considerando ad esempio la somma spesa dal Psg per acquistare David Luiz dal Chelsea, e constatando che Vidal è superiore al brasiliano (anche in virtù del numero di reti stagionali che riesce a garantire), ci si aspetterebbe di sentir parlare di valori economici decisamente superiori a quelli che circolano su media e giornali.  Mancano, inoltre, a quanto si può percepire, quel coraggio e quella voglia di osare che possono fare la differenza. In questa estate, si sono fatti investimenti di media portata, per giocatori di media portata. Invece di due o tre giocatori di livello medi (che servono, per carità, ma che non alzano il livello generale dell’asticella), non era meglio tentare il colpo singolo, acquistando un giocatore in grado di fare realmente la differenza? Il tifoso bianconero ha sempre negli occhi il colpo da maestro che Luciano Moggi realizzò portando Zlatan Ibrahimovic in dirittura d’arrivo di mercato, oppure “le coup de théatre” che lo stesso ex Direttore realizzò cedendo Zidan al Real Madrid e prendendo campioni del calibro di Buffon, Thuram e Nedved. Anche all’epoca le risorse economiche non erano infinite, ma bravura e coraggio fecero la differenza. Per carità, ognuno ha le proprie caratteristiche ed è giusto che sia così, ma, in periodi come questi, aguzzare l’ingegno può essere la discriminante fondamentale per fare un salto di qualità importante. Insomma: un po’ meno ragionieri e un po’ più prestigiatori, se possibile.