Spesso ritornano: Moratti, lui sì che è sempre uguale

Spesso ritornano: Moratti, lui sì che è sempre uguale
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A volte ritornano, in Italia, ahinoi, spesso. Gente che ha fatto più danni che bene, sempre sulla cresta dell'onda e pronta a sparare sentenze, tanto c'è sempre un bel plotone di giornalisti che pende dalle lingue di questi fortunati evergreen. Esempio? Massimo Moratti, il presidente che ha accumulato più debiti nella storia dell'Inter, al punto da essere costretto a cedere ad un magnate indonesiano per manifesta impossibità di tirare avanti. Alla balla della passione affievolitasi probabilmente non ci hanno creduto neppure i tifosi nerazzurri ma tant'è, l'ex numero uno del "Triplete", imperterrito, continua a pontificare e sentenzia, laconico e tagliente come sempre, che nel calcio italiano non è cambiato proprio nulla, Juventus-Roma docet.

Moratti ha ragione, ovviamente. Il football nostrano ha vissuto un'irripetibile ed aurea età di onestà e giustizia solo dal 2006 (o 2005, dipende dai gusti e dalle revoche) al 2012, anni, guarda caso, contraddistinti dalle vittorie dei fedelissimi, pagati a peso d'oro, dell'ex presidente. Prima e dopo, solo sudiciume morale e, ovviamente, sportivo. Immaginiamo che solo uno scudetto in tinte giallorosse varrebbe a riscattare il (o "er", dipende dai gusti) putrido "sistema" nostrano. Sì perché se il bagno purificatore dovesse dipendere da un nuovo successo nerazzurro, temiamo che il regno della disonestà sia destinato a durare ancora a lungo. Peccato che proprio alla Roma Mourinho e compagnia soffiarono un titolo clamoroso grazie all'annunciata quanto indegnamente ingiustificata resa laziale. Bazzecole per l'evergreen ora in pensione.

Concludiamo con un promemoria sempre trascurato ma assai utile per evitare pessime figure: chi va in giro con la scimmietta urlatrice della prescrizione sulle spalle, dovrebbe evitare certe temerarie uscite, soprattutto ora che, senso d'inferiorità a parte, nessuno le richiede.