Quel popolo...

17.04.2014 14:20 di Leonardo Labita Twitter:    vedi letture
Quel popolo...
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Italiani: popolo di santi, poeti e navigatori. 
È la parte rimasta più famosa di un discorso di Benito Mussolini avvenuto nel 1935.
Una citazione che negli anni ha subito parecchie modifiche grazie all'aggiunta di nuovi aggettivi raffiguranti il popolo italiano.
Oggi vogliamo farlo anche noi, vogliamo parlare di quel popolo di italiani: anti juventini e ipocriti, ad occhio e croce circa la metà dei tifosi pallonari.
Parliamo di quel popolo che nelle ultime settimane ha sperato, pregato, sognato in una rimonta giallorossa ai danni della Juve, incurante del ruolo ricoperto di giornalista, di opinionista, che dovrebbe far rima con le parole imparzialità e obiettività.
Il tutto portato avanti, nascondendosi e giustificandosi dietro il banale concetto "nell' interesse del campionato". Un vero e proprio motto che in queste ultime settimane è stato celebrato da TV, radio e carta stampata che, nell'enfatizzare il -5 della squadra di Garcia (purtroppo per loro con la Juve che ancora doveva giocare) si sono prodigati a vagliare tabelle e tabelline che potessero disegnare la rimonta chiamata a gran voce dal popolo pallonaro.

Tutto questo ovviamente nell'interesse del campionato!
Parliamo di quel popolo che proprio non riesce ad ammettere la sconfitta e a celebrare il vincitore, riuscendo soltanto a sparare accuse infamanti, rispettando un copione sempre di moda anche se ormai prevedibile ed imbarazzante: aiuti arbitrali, vento del nord, sudditanza psicologica, poteri forti, avversari che si scansano. A prima vista manca all'appello l'accusa di doping, magari è stata conservata per l'anno prossimo.
Parliamo di quel popolo ipocrita che fa finta di scandalizzarsi se l'allenatore della Juve ammette quello che tutti sanno: l'esistenza massiccia degli anti juventini e la correlata presenza di gufi, svolazzanti non solo in campo nazionale ma anche internazionale.
Lo stesso popolo che, anzichè ammonire e riprendere un papabile nazionale che scambia il terreno di gioco per un ring, riesce perfino a tirare in mezzo giocatori che con l'accaduto non hanno nulla a che vedere, evitando di fatto l'unica azione sensata: accettare e incassare una sacrosanta doverosa punizione, oltre a condannare il gesto.
Parliamo di quel popolo capace di dire: "Dispiace per il Livorno che aveva risparmiato tante energie per poi fare quella figuraccia con il Chievo… Alla fine lo scudetto girerà intorno a quel Genoa-Juventus: magari se fosse rimasto in campo Gilardino il rigore lo avrebbe segnato ed i bianconeri avrebbero 3 punti in meno".
Parliamo di quel popolo che adesso, non sapendo più cosa fare, ripone tutte le speranze in una sconfitta europea bianconera, così da poter gridare a squarciagola la poco competitività europea dando linfa al sentimento anti juventino.
Ovviamente in questo caso non verrà fuori nessun tipo di interesse, neanche quello nazionale.
Per fortuna non esiste solo questo popolo, c'è ne anche un altro:
Quello che ha saputo soffrire, quello che si è visto scippato e defraudato dei sogni, delle speranze e delle gioie, senza ancora saperne il vero motivo.
Quel popolo che da quell'angosciante pomeriggio di Rimini, da quella terribile classifica con il segno meno davanti, da quel gol di Ricchiuti, ha dovuto sopportare la vista di smoking bianchi che in realtà erano più neri dello sporco petrolio, la fuga dei campioni, la tripletta di Serafini, la Juve simpatica, una dirigenza imbarazzante, i sei pareggi di Europa League di un compiaciuto Del Neri.
Un popolo costretto a soccombere sotto i goal del Bari così come del Fulham, e a conoscere per due anni consecutivi la settima posizione.
Per questo popolo di juventini, leali, vincenti e sognatori, ci vuole ben altro per pensare di poter rovinare le gioie e le vittorie attraverso pietosi piagnistei, teoremi, dossier, complotti e via dicendo.
Questo popolo, che da tre anni ha trovato il proprio condottiero, è ormai una cosa unica e indissolubile, difficile da scalfire.
Lo stesso popolo costretto, parafrasando il grande Lippi, ad osservare un popolo di ipocriti e anti juventini che continuano a tirare tanto di quella m•••a addosso, che la metà bastava.
Contenti loro...