Quando una punizione vale più di una stagione

04.03.2015 16:45 di Caterina Baffoni   vedi letture
Quando una punizione vale più di una stagione
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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Un gesto tecnico che esplode da sola di propria bellezza, tanto da permettersi il lusso di poter essere decisivo per le sorti di un'intera stagione. Questa, è la storia di Carlitos Tevez. La punizione calciata all'Olpimpico, conferma l'ennesima prestazione superlativa di un giocatore indispensabile. Nonostante non sia arrivata una vittoria per la Juventus , l'Apache ha segnato su calcio di punizione il suo 21° goal stagionale complessivo su 48 gare totali giocate, coppe comprese. Quello ai giallorossi è stato anche il primo in A su calcio di punizione per il numero 10. Il secondo, dopo quello messo a segno in Champions. Una magia. La punizione di Carlos Tevez che ha mandato la Juventus in vantaggio nel big-match dell’Olimpico contro la Roma non può essere definita in altro modo. Una prodezza che ha dei precedenti. Stesso stadio, stessa partita, stessa traiettoria. Tevez, e prima di lui Michel Platini e Zinedine Zidane, poi Del Piero a Torino. Come l’argentino, anche gli altri due fantasisti bianconeri sono andati a cercare l’incrocio dei pali alla destra del portiere, dopo aver eluso il salto della barriera. Goals meravigliosi, che a distanza di anni rivivono grazie alla perla di Carlitos. Abbiamo negli occhi la punizione dell’attuale numero 10 della Juve: è ora di rinfrescarsi la la memoria, analizzando le emozionanti reti siglate dai " mostri sacri " del calcio.

 

"Pensai: problema archiviato, questo tiro finisce sulla luna", dichiarò poi ai media Barthez. Ma si sbagliava. Secondo i ricercatori, giocatori come Beckam e Platini che battevano le loro punizioni da soli 20-25 metri non avrebbero mai potuto tirare il calcio a spirale di Carlos. I ricercatori francesi hanno sintetizzato il loro studio in una complicatissima equazione,  ribatattezzata "equazione del brasiliano". Ma per battere una punzione vincente occorre saperla risolvere? "La punzione perfetta è quella che fa finire la palla in rete" ha dichiarato al quotidiano La Stampa Alex del Piero. "Pensate che se quella punizione fosse andata fuori di un soffio, o fosse finita sul palo, pensate che se Barthez l’avesse parata ne verrebbe ancora esaltata l’importanza?".
"L'apogeo della perfezione per un calcio da fermo è il goa l" gli fa Zico. E l'allenamento? Serve? "Perfeziona la tecnica" dice del Piero, "ma prima di tutto serve il talento".

Dalla celebre "foglia morta", alla cosiddetta "maledetta"; dal tiro di potenza che non lascia scampo, al calcio ad effetto che aggira la barriera e trafigge l’incolpevole portiere che immobile, resta a guardare. Chiamiamole come vogliamo, usiamo la tecnica che pensiamo sia più efficace, anzi no, meglio lasciarla a loro : i “Re” di questo gesto. I maestri di questa prodezza, che hanno custodito con sè l’arduo compito di stupirci e deliziarci con le loro prodezze su punizione.

 

Andando un po’ indietro col tempo, più precisamente al 1997, il brasiliano Roberto Carlos con la sua nazionale contro la Francia, strabiliò tutti grazie alla fantastica punizione ad effetto che non diede scampo al povero portiere francese: tiro potentissimo di esterno sinistro con palla ad aggirare la barriera e rientrare proprio mentre il portiere già aveva dato per fuori il tiro. Ma come non citare i suoi connazionali, e non due nomi di poco rilievo,  Ronaldinho e Juninho Pernambucano, maestri nell’arte della punizione. “Meravigliao”. E il maestro Sinisa Mihajlovic?!.. L’attuale allenatore della Sampdoria, era un fenomeno vero e proprio. Mix giusto tra potenza e precisione. I tifosi di Lazio, Inter e della stessa Sampdoria ricorderanno la semplicità con la quale Sinisa riusciva a calciare sempre in maniera estremamente forte ma allo stesso con una mira impeccabile. “Cecchino” Tornando a momenti più attuali, non sarebbe corretto non nominare i tre giocatori più forti del mondo, anche loro dotati di grandissima classe nel gesto tecnico della punizione: Messi,Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic. Prediligono stili del tutto differenti per calciare: dal tiro a giro di precisione, il primo, alla potenza che non lascia il tempo di pensare alla barriera e soprattutto ai portieri, gli altri due. Zlatan Ibrahimovic ad esempio, ora attaccante del Psg, ha lasciato il segno anche in Italia: ricorderete senz'altro un goal da 32 metri in un Inter – Fiorentina del 2009. Palla calciata ad oltre i 109 km/h e il povero Frey, l’allora portiere della viola, stordito e palesemente sbalordito per la prodezza dello svedese. Ancora più terrificante fu il destro contro il Palermo. Punizione da appena fuori dall’area: sassata centrale a bucare barriera e portiere. “Ibra-supremacy”.

Ma è impossibile non nominare qualche italiano che negli ultimi anni, ci ha sorpreso domenica dopo domenica. Non me ne vogliano i vari Diamanti, Totti e Balotelli: talenti puri in materia, ma al momento il nome è uno solo, senza rivali e senza discussioni: Andrea Pirlo. Lui sistema la palla, ed arriva il goal quasi matematicamente. La sua è una percentuale altissima di reti messe a segno su punizione, alternando il classico tiro a giro a superare la barriera, da cui il nome “maledetta”. Non si può spiegare come faccia a calciare così. Lo fa e basta. Una magia, una perla. Prodezza del calcio che regala  poesia a chi la vede realizzarsi. Inaspettato, sempre differente, mai banale. Il calcio di punizione è e rimarrà sempre un' entusiasmante prodezza sportiva per tutti. Ma l’abilità, la capacità di stupire, e soprattutto di fare goal è riservata ad un mondo composto da pochi eletti: ed Andrea da Brescia, al momento,è l'unico a possederne la chiave tricolore.

Altrettanto impossibile, è non menzionare la recente bandiera bianconera: Alessandro Del Piero. Il calcio di punizione perfetto, quello imprendibileche va a scoccare sotto l "sette" capace di immobilizzare anche il migliore dei portieri, esiste: grazie alla sua precisione, molteplici sono state le gioie juventine. E ad affermarlo non è un gruppo di scalmanati tifosi carioca, ma un compito team di fisici, che accantonando per un momento l'orgoglio nazionale conferma: il tutto non è frutto del caso, ma delle sue doti balistiche e di alcune leggi fisiche che hanno aggiunto all'incredibile carriera di Del Piero, questa particolare dote di calciare dalla lunga o breve distanza grazie ad una superba precisione.   

 

La punizione vincente di Tevez
© foto di Federico Gaetano