Olympiacos - Juve, la crisi europea in cifre

24.10.2014 21:45 di Valerio Giordano   vedi letture
Olympiacos - Juve, la crisi europea in cifre

Come l’anno scorso, e come l’anno prima, alla fine del girone d’andata di Champions League i punti sono solo 3. E se due stagioni fa, grazie a uno strepitoso girone di ritorno, l’obiettivo qualificazione venne centrato, l’anno scorso, invece, andò diversamente, come sappiamo. Ricompaiono i fantasmi, quindi, e cresce la fazione dei pessimisti. In realtà, tale negatività è figlia della delusione cocente, perché la qualificazione è ancora possibile. La partita della Juve ad Atene, però, è stata a tratti imbarazzante. L’avversario, rispettabile e rispettato, era, comunque, modesto. Per lo meno, dalla squadra tre volte Campione d’Italia ci si aspettava di più. Come sempre in Europa, del resto. Eppure, neanche stavolta la “Vecchia Signora” è riuscita a confermare in Champions League gli standard a cui abitua i suoi tifosi in Serie A. Inutile girarci attorno: il nostro campionato è di basso livello, e da qualche anno ormai. Perciò, nemmeno gli standard espressi in Italia basterebbero in Europa, figuriamoci che risultati può ottenere una Juve sottotono come quella vista contro l'Olympiacos.

Guardando le statistiche del match, ci si accorge di grossissime lacune palesate dai bianconeri. Molte voci parlano greco: anticipi dei giocatori della Juve? 8, anticipi degli avversari? 14. Quasi il doppio. Duelli aerei vinti dai bianconeri? 8, duelli aerei vinti dai giocatori dell’Olympiacos? 19. Più del doppio. Inoltre, la Juve ha realizzato 15 dei 26 tackle tentati, una percentuale di successo pari al 57%, e il migliore è stato Vidal, con 6/15; l’Olympiacos, invece, ha tentato il tackle in 32 circostanze e l’ha portato a termine ben 24 volte. Ciò significa che nel 75% dei casi l'intervento è andato a buon fine, con il terzino sinistro Masuaku protagonista di un eccezionale 7/7, mentre Maniatis e Ndinga, rispettivamente esterno destro di centrocampo e difensore centrale, hanno chiuso con 3/5. Intensità e quantità, insomma. Quelle che sono mancate alla compagine bianconera, apparsa poco brillante. I giocatori della Juventus hanno corso in totale 105km, che sembrano tanti, ma solo se si ignora che il totale dei colleghi dell’Atletico Madrid nella partita contro il Malmoe è stato di 116km. Ben 11.000 metri in più.

E se il discorso quantità ha visto la Juve soccombere, quello qualità non la vede certo eccellere. Per esempio, i bianconeri contro l'Olympiacos hanno tentato il dribbling 19 volte, saltando l’uomo solo in 9 casi, a fronte di un 11/14 dei greci. Quindi, il 57% di realizzazione, contro il 75%. Il giocatore della Juve che ha realizzato più dribbling è stato Paul Pogba, che ha saltato l’uomo due volte su quattro tentativi. Dall’altra parte, Masuaku, autore di una grande performance, ha dribblato l’avversario in 5 casi su 6, mentre Dominguez ha realizzato 4 dei 5 dribbling tentati. Le giocate dell’argentino, tra l’altro, sono arrivavate spesso a ridosso dell’area bianconera, mentre quelle di Pogba sono state realizzate quando il francese si trovava ancora a decine di metri dalla porta difesa da Roberto. Poca qualità, poca fantasia, poco brio tra i bianconeri. È mancato, quindi, ciò che serve quando la squadra non gira, e contro i greci la manovra è stata lenta e compassata. I giocatori sembravano avere poche idee e, infatti, molti palloni sono stati letteralmente buttati.

Quando si parla di regia, di ritmo, di manovra, in casa Juve si parla di Andrea Pirlo, cioè del peggiore in campo di Olympiacos - Juventus. Il centrocampista centrale ha provato a dettare i tempi di gioco, ma in 58 minuti ha sbagliato ben 12 dei 32 passaggi tentati. Ha avuto, quindi, una percentuale di realizzazione del 75%, lui che ha chiuso la scorsa Serie A con l’88,5%. Non è un caso che il goal dell'Olympiacos sia arrivato proprio a causa di uno dei tanti passaggi elementari falliti dal regista juventino a centrocampo. Il goal subito, poi, è la dimostrazione di come ci siano delle lacune tanto nelle transizioni offensive, quanto in quelle difensive. La Juve ha subito la rete di Kasami affrontando il contropiede in superiorità numerica, ma il tre contro due iniziale, diventato poi quattro contro tre, non ha impedito al macedone di battere a rete indisturbato dal limite dell’area, con Ogbonna che pascolava a pochi metri da lui.

Così non va. Così si va a finire in Europa League. Di nuovo.