Nel ristorante da cento euro, ma per rimanerci a lungo

Oggi la Juventus tornerà a disputare una semifinale di Champions League dopo 12 anni, nella speranza che sia l’inizio di un nuovo corso europeo.
04.05.2015 08:30 di  Massimo Reina   vedi letture
Nel ristorante da cento euro, ma per rimanerci a lungo
TuttoJuve.com
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Il calcio moderno tritatutto corre alla velocità della luce, non ti dà tempo di riflettere, di godere di una vittoria che tutto è già passato, specie se ti chiami Juventus.
E allora visto che il tempo non lo si può fermare né tantomeno domare, è indispensabile imparare almeno a cavalcarlo fin dove possibile, e cercare di sfruttarlo a proprio favore. E allora, chiusa la parentesi scudetto, la società di Corso Galfer deve lavorare sì per il futuro più di là da venire, ma anche per quello più immediato.
Vidal, Pogba, Tevez, Pirlo, Buffon, vuoi per ragioni anagrafiche, vuoi per questioni di bilancio o per scelte di vita, non rimarranno in maglia bianconera in eterno. E allora tanto vale sfruttarne il talento adesso, e non rimandare a domani una crescita che rischierebbe altrimenti di fermarsi sul più bello, anziché continuare e consacrare definitivamente la Juventus nell’Olimpo del calcio europeo. Perché il punto è proprio questo: la Juventus vuole fermarsi qui, alla semifinale e (speriamo) alla finale di Champions League 2015, oppure vuole continuare la sua crescita e investire anche su giocatori di prima fascia capaci fin da subito di fare la differenza, affinché la cavalcata di questa stagione non sia stata una eccezione, ma l’inizio di una bella abitudine?

In fondo, al netto di un Messi o di un Cristiano Ronaldo, ai bianconeri manca poco per poter creare un organico in grado di lottare con una certa continuità con avversari del calibro di Real Madrid, Bayern Monaco e Barcellona. E adesso che viene il bello, come detto prima sarebbe un peccato doversi fermare.
Antonio Conte, comunque ci si ponga dinanzi al suo addio alla Juve, lo aveva capito: se raggiungi il cielo con il tuo aereo ma dopo vuoi andare nello spazio, allora devi dotarti di un’astronave, altrimenti per fare il giro del mondo basta quello. E se ne venne fuori con la famosa metafora del ristorante da cento euro e della banconota da dieci che poco tempo fa è stata tirata nuovamente in ballo, con una battuta, da Beppe Marotta. In realtà, come si è visto, con la banconota da dieci euro in un ristorante di lusso puoi mangiarci. Però puoi farlo una volta sola o due se sei bravo e fortunato.
Se vuoi continuare ad andarci, allora devi organizzarti e attrezzarti sostenendo le spese necessarie, anche superiori alle dieci euro citate, o la tua presenza rischia di diventare occasionale e saltuaria, come un Borussia Dortmund qualsiasi.

Questo non vuol dire fare acquisti insensati, sia chiaro, ma comprare bene avendo anche il coraggio se serve di spendere “cento euro”, puntando con essi a campioni autentici dal rendimento garantito, piuttosto che su modesti carneadi o su giocatori spacciati per fenomeni solo per aver fatto sei mesi a buoni livelli. In fondo un Falcao o un Cavani in attacco da affiancare a Tevez, un trequartista che inventi magie dietro di loro, e un giovane terzino sinistro da svezzare all’ombra di Evrà potrebbero bastare confermando il resto dei campioni. Ovvio che anche a fronte di innesti di questo calibro la Juventus non può avere la certezza di disputare ogni anno una semifinale, ma certo può aumentare esponenzialmente le possibilità di farlo. Quindi che il mondo Juve si goda giustamente il momento, ma che la dirigenza non perda di vista la realtà e lavori come si deve per far rimanere la Vecchia Signora in pianta stabile nel “ristorante da cento euro”.