Mandzukic vs Dzeko: bomber d'altri tempi a confronto.

29.08.2015 14:15 di Caterina Baffoni   vedi letture
Mandzukic vs Dzeko: bomber d'altri tempi a confronto.
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Domani sarà il giorno di Roma-Juventus è vero, ma l'attesa è tutta per i due nuovi centravanti " di razza". La sfida tra Dzeko e Mandzukic ci porta dentro una probabile novità di questo campionato che potrebbe restituire al ruolo del centravanti la sua versione più classica.
Abbiamo vissuto gli anni del falso 9, un colpo di genio che nasceva però da una carenza. 
Mandzukic prende il posto di Tevez? Numericamente, non nel ruolo. E questo ci riporta indietro di qualche anno, al centravanti dal fisico massiccio che sta in area di rigore come a casa sua. E' proprio quello il suo habitat naturale. Ma forse il verbo “riportare” non è neppure quello più adatto, perché la classifica del campionato scorso è stata vinta da Luca Toni, la versione italiana di Mario Mandzukic, insieme a Icardi che pure è un centravanti vero, di ruolo, svelto ma non troppo mobile, attento ma non sempre pronto ad aiutare la squadra quando deve recuperare palla. Dopo la Juve, e qui è imminente il paragone col croato dato che domani andrà in scena il big match all'Olimpico: il cambiamento più significativo infatti, è arrivato dalla Roma di Garcia che si è assicurata Edin Dzeko. 
Il paragone viene quasi da sè, rafforzato dal continuo confronto tra Roma e Juventus degli ultimi due anni. L’arrivo del bosniaco ha fatto esultare tantissimi romanisti all’aeroporto di Fiumicino, mentre è passato sotto silenzio l’acquisto della Vecchia Signora di Mario Mandzukic dall’Atletico Madrid. Qualcuno non si è reso conto però che se il bosniaco ha fatto 184 goals in carriera, Mandzukic ne ha fatti 182 quindi il conto è in parità. I due tra l’altro per un breve periodo al Wolfsburg hanno giocato anche insieme, ma sono due giocatori molto diversi. Mentre Mandzukic viene da una stagione da protagonista con i colchoneros con 20 reti e 43 partite giocate, considerata una stagione non esaltante per lui tra l'altro, Dzeko invece ne ha realizzate appena 6 di reti in 32 partite. Quindi attenzione a bollare Mandzukic come uno Llorente degli ultimi tempi un pochino più tecnico come spesso e volentieri gli si è voluto spesso additare. 

Attaccanti di peso, nati nell’ex Jugoslavia, appena arrivati in Italia con voglia di riscatto dopo un finale di stagione non felice per entrambi. Nell’anno in cui la Serie A riscopre il “centravanti potente”, Edin Dzeko e Mario Mandzukic sono i grandi protagonisti, i nuovi terminali offensivi di Roma e Juventus che proprio alla seconda giornata potrebbero già dare una  piega al campionato anche se non in maniera decisiva .

 Coetanei classe 1986, hanno giocato insieme negli ultimi mesi del 2010 con la maglia del Wolfsburg, per poi agguantare una carriera di goals e titoli in paesi diversi. Entrambi sono andati subito incontro alle difficoltà del nostro campionato rimanendo a secco all’esordio contro squadre chiuse come Verona e Udinese, ma ora è caccia al primo urlo italiano. Due storie simili che si incroceranno domenica pomeriggio in una partita di fuoco e tensione, data soprattutto la partenza a fari spenti delle due rivali scudetto. Una sfida nella sfida: Dzeko vuole far esplodere l’Olimpico di Roma mentre l'ospite Mandzukic mira a gelarlo.
 

Uomini simbolo del mercato estivo, la loro presenza cambia di molto Roma e Juventus. Dzeko è il famoso “spaccaporte” che chiedeva la piazza romanista, stanca di vedere l’area di rigore vuota specie dopo le tante difficoltà realizzative manifestate lo scorso anno. A seguito delle prodezze con il Wolfsburg, negli anni di Manchester sponda City ha avuto a che fare con la concorrenza di un fenomeno come Agüero, risultando però decisivo nella conquista della Premier nel 2012 e 2014. Alto 193 cm, è una “colonna” forte di testa ma anche molto lucido e freddo con i piedi, dai quali possono nascere bellissime reti. Gioca senza problemi in coppia o unica punta, e con il suo buon passo può anche aiutare la squadra in fase di non possesso. 
Altro esperto nel gioco aereo è Mandzukic, arrivato a Vinovo subito dopo l’addio di Carlitos Tevez. Caratteristiche diverse, che chiamano in causa Lichtsteiner e Cuadrado da destra, ed Evra o Alex Sandro a sinistra, obbligati nel mettere molti palloni al centro area più che in mezzo al campo dato che Pirlo non c’è più. Dopo il gioco “palla a terra” impostato da Allegri che aveva penalizzato un pò Llorente, si dovrà cambiare ancora dovesse giocare Mario. Ma nonostante la struttura fisica possente e i 187 cm di altezza, stiamo parlando di un centravanti di peso atipico, moderno: un lottatore di movimento, caparbio, rude, che partecipa alla manovra della squadra, con una discreta tecnica. Un grande pregio, che convinse l’allora tecnico del Bayern Monaco Heynckes a preferirlo a Mario Gomez nel 2013, anno della Champions vinta a suon di goals nella suddetta competizione, decorata anche grazie al primo goal del croato in finale contro il Borussia Dortmund. L’esperienza internazionale, arricchita dalle presenze con la nazionale croata, è quindi un altro fattore che ha spinto la squadra di Torino a puntare fortemente su di lui.

Il biglietto da visita con la Juventus è stato l’imperioso stacco di testa con cui ha sbloccato la partita di Supercoppa contro la Lazio. Potenza e intelligenza tattica possono comunque non bastare per sopperire alla mancanza dell’Apache, la cui incisività era unica. Ecco perché la posizione iniziale di Mandzukic è più complicata rispetto a quella di Dzeko, accolto a Roma da re o come “top player” assente dai tempi di Batistuta, passando già alla storia per aver indirizzato Totti verso la panchina. 

Al contrario, per i tifosi bianconeri deve ancora scattare la scintilla: in attesa della crescita di Dybala, l’ex Bayern e Atletico non dispone di quella rapidità e dribbling che consentivano a Tevez di spaccare da solo le difese avversarie partendo con la palla tra i piedi. Dopotutto, i tuoli non sono gli stessi.

Mandzukic dà l’anima, venendo incontro ai compagni e facendo pressing, ma per segnare con regolarità deve essere supportato, messo nelle condizioni. Se servito a dovere, può essere un cecchino. Allegri, in una squadra nuova che ha perso Pirlo e Vidal, dovrà trovare il modo per farlo rendere al meglio: da valutare è anche l’intesa in un attacco a due con Morata.

  Il match clou di domenica può dire molto sul morale delle squadre, sugli allenatori già messi sotto pressione, e sui nuovi bomber: Mandzukic vs Dzeko: è sfida tra bomber per regalare le prime grandi emozioni di questa nuova serie A.

Roma-Juventus è già iniziata.