La torta senza ciliegina

02.09.2014 14:00 di Leonardo Labita Twitter:    vedi letture
La torta senza ciliegina
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un po' come succede nel periodo Natalizio, quando nella programmazione televisiva non possono mancare i classici "Una poltrona per due" e "Miracolo sulla 34° strada", il calciomercato juventino anche quest'anno offre il rituale classico: "La torta senza ciliegina". Nessun difensore e nemmeno nessun attaccante. Ovviamente prendendo coscienza di come la serie A sia diventato ormai un campionato di seconda fascia, rispetto ai principali tornei europei, e' già una conquista aver trattenuto Vidal e Pogba (e questa già la dice lunga su come siano cambiati i tempi...). In realtà' il passato bianconero ha sempre dimostrato che si può' anche cedere un fenomeno, a patto che si sappia vendere, supportando il tutto con un'accurata e invidiabile strategia finalizzata ad impiegare la somma incassata. Ci permettiamo di dire che sull'accurata e invidiabile strategia, l'attuale dirigenza e proprietà devono ancora lavorare tanto per raggiungere quei livelli. Di sicuro è a buon punto, lo confermano i colpi Pirlo, Vidal, Pogba e Tevez, ma qualcosa ancora manca, la conferma è nei nomi di Isla, Anelka, Ogbonna e Giovinco. In alcuni passaggi del calciomercato di quest'ultimo triennio pare che si vada a tentoni, in altri momenti alcune occasioni lasciate andare, sembrano essere figlie di una precisa strategia che invece poi va ad essere smentita da un acquisto alla Bendtner o peggio ancora da una sopravvalutazione esagerata alla Giovinco. Quest'ultimo è un nome che non a caso si ripete. La strategia adottata sul reparto offensivo di questa sessione di mercato ha infatti previsto alcune tappe ben precise che oggi 2 settembre, a giochi fatti, è più che comprensibile lascino alcuni dubbi. Ceduti celermente Vucinic e Quagliarella e i correlati notevoli stipendi, la sensazione è stata quella di una rivoluzione indirizzata verso il reparto offensivo. Sfumato Iturbe si è virato sulla promessa Morata che a causa dell'infortunio in corso, riveste sempre di più la figura di scommessa. Una scommessa che fra l'altro si deve assolutamente vincere a questo punto, ma non stravincere Perché se il baby Morata dovesse esplodere in maniera eclatante, il biglietto di ritorno per Madrid è già prenotato.

Certo per la Juve sarebbe pronto un cospicuo bonifico, ma come detto prima una volta incassato si deve sapere come e dove spendere... Lasciati andare definitivamente o in sospeso, Immobile, Zaza, Gabbiadini, Berardi e Osvaldo, il parco attaccanti si presenta così: la coppia principe Tevez Llorente e il baby Morata. Rimane lui: Sebastian Giovinco. Non ci sarebbe altro da aggiungere sull'attaccante meno utilizzato e meno decisivo degli ultimi due anni della Vecchia Signora (fatta eccezione per Anelka e Osvaldo) e perlopiù in scadenza di contratto. Sopratutto adesso che il suo principale sponsor siede sulla panchina azzurra. Ed invece no, lasciati passare con nonchalance "occasioni" come Eto'o e Torres (senza budget e lì che si può sbattere), incapaci di bloccare potenziali alternative come Denis, oggi l'attaccante meno utilizzato e meno decisivo degli ultimi due anni della Vecchia Signora parte come terzo attaccante della rosa, in attesa di scoprire Morata e di lasciare crescere Coman. Ovviamente a stretto giro di posta arriverà anche il prolungamento del contratto e pazienza se andrà male, in futuro si potrà ripetere l'operazione in stile De Ceglie; regalato in prestito e con una parte dello stipendio a carico delle casse bianconere. Forse sarebbe il caso di rivedere le strategie (si ritorna sempre lì) adottate sul vivaio bianconero. Tralasciamo volutamente il capitolo Falcao, per un semplice motivo. Se è vero che questa trattativa è rimasta in piedi fino all'ultimo, allora ci sarebbe da chiedersi perché non sia stato dirottato il budget disponibile per l'operazione (fra l'altro incrementato dai diritti Champions a seguito della disfatta partenopea) su altri obiettivi (Luisao, Manolas, Podolski, Denis) Ed allora non ci resta che sperare e pregare per la salute dei nostri principali attaccanti, con la speranza di non trovarci a gennaio a sentire o a leggere che Van Persie dopo l'arrivo di Falcao, vuole cambiare aria. Per un'Europa che sembra distante come l'America..