In(s)terismi, un anno dopo
Ogni anno è la stessa storia. Una storia che si sussegue sui media trascinandosi ormai in maniera stanca, noiosa, ridicola. Eppure sempre riproposta alla vigilia di uno Juventus-Inter e ripetuta come fosse un mantra: la storia del presunto fallo di ostruzione di Iuliano su Ronaldo, o quello di sfondamento di Ronaldo su Iuliano, dipende dai punti di vista, con tanto di interviste, filmati di repertorio, battutine e pianti. Tanti. In questi giorni, facendo zapping in tv o sfogliando qualche quotidiano al bar, a molti sarà capitato di provare una forte sensazione di dejavu, visto che gli argomenti ascoltati o letti erano triti e ritriti, e che le facce che apparivano erano le solite, quelle di gente che su quell’episodio ci ha costruito un’immagine e mille giustificazioni per una carriera mai decollata, o che quando ha vinto ha magari fatto di peggio, nel senso che ha goduto di privilegi e arbitraggi quelli si "decisivi", ma che evidentemente in questi casi ha la memoria corta, anzi cortissima. Sembra quasi che certi personaggi li tengano congelati in frigo e li tirino fuori solo per queste occasioni, per rivangare un passato comodo per chi vuole creare tensioni e polemiche, e magari mettere le mani avanti in caso di sconfitta. Così, questa settimana, c’era chi piangeva di qua, chi lo faceva di là. E’ stato tutto un proliferare continuo di lacrime dalle parti di Milano.
Mai però una citazione al placcaggio di Toldo su Buffon che favorì il pareggio dei nerazzurri in un vecchio precedente, un riferimento alla sfida di andata proprio dell’anno di Iuliano-Ronaldo con Bergomi che andava espulso, un rigore enorme per fallo di West negato a Inzaghi, allora centravanti juventino, a cui l’arbitro, Braschi, annullò perfino la rete regolare del pareggio. O più recentemente, almeno prima del ritrovato dominio bianconero di questi anni, i gol di mano, i rigori a raffica “generosi”, i gol sei metri in fuorigioco o le 53 gare consecutive senza un rigore contro nel periodo compreso fra il 2008 e il 2009. Niente. Anzi, tutti perfino contro la designazione dell’arbitro Rizzoli. Si, proprio lui: quello che non piace al mondo antijuventino, ma che guarda caso è lo stesso che, per esempio, negò un rigore solare su Marchisio in un vecchio Inter-Juventus (fallo di Castellazzi), diede un rigore decisivo ai loro cugini rossoneri in un vecchio Milan-Juventus per tocco di ascella di Isla, o che quest’anno, sempre in una sfida col Diavolo, ha annullato una rete regolare a Pjanic. Insomma, tutto si può dire di lui, tranne che sia simpatizzante juventino. Ma si sa, “la Juve ruba”, anche se poi dati alla mano sono altre le squadre che ottengono “regali”, ovviamente in buonafede, sia chiaro, partita dopo partita, anche al novantacinquesimo. A lamentarsi di Rizzoli, quindi, semmai dovrebbe essere la Juve: ma i bianconeri non si piangono addosso e non si fasciamo la testa prima di essersela eventualmente rotta, visto che sono abituati a far parlare il campo. Non è nel DNA juventino farlo. Non vogliono confondersi.