Il successo logora chi ce l'ha

Giulio Andreotti diceva che il "potere logora chi non ce l'ha". Non sempre è così...
30.10.2014 14:15 di  Enrico Danna   vedi letture
Il successo logora chi ce l'ha
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Qualcuno (Giulio Andreotti) diceva che “il potere logora chi non ce l'ha”. Sostituendo alla parola “potere”, la parola “successo”, estendiamo il concetto al mondo del pallone. In realtà, in ambito calcistico almeno, il successo è fonte di logoramento e stress per chi lo ha. Siamo sinceri: dopo tre anni di vittorie (in Italia), è umano che ci sia un pò di rilassamento (anche solo a livello inconscio). Non tutti riescono a trovare motivazioni nuove, dentro di sé: si potrà dire che i calciatori sono dei privilegiati, che fanno solo quello, che guadagnano un sacco di soldi; tutto vero, in barba e in faccia alla crisi e alla povera gente che non arriva nemmeno alla metà del mese. Parliamo però sempre di esseri umani, di persone. Il fuoco sacro dentro di te, o lo hai, o non lo hai. In entrambi i casi, devi comunque lavorarci su, per migliorare (nel primo caso) o per cercare di tirarlo fuori (nel secondo). Non vogliamo stilare classifiche dei buoni e dei cattivi, fare confronti o paragoni, né tanto meno mettere dietro alla lavagna i rimandati: primo perché siamo solo a fine ottobre, secondo perché non avrebbe alcun senso. E' un dato di fatto oggettivamente riscontrabile che questa squadra sia un pò logora (fisicamente e mentalmente) in alcuni dei suoi uomini chiave. E' un dato di fatto che il gioco sia lento e compassato e che la Vecchia Signora faccia una fatica enorme a guadagnare centimetri di campo. E' un dato di fatto che la Juve non sfrutti la fascia sinistra.

E' un dato di fatto che stiano mancando, rispetto alle passate stagioni, gli inserimenti dei centrocampisti. E' un dato di fatto che ci sia poca precisione e cattiveria sotto porta (rapporto deficitario tra occasioni create e reti segnate). E' un dato di fatto che alcuni giocatori siano diventati un po' troppo leziosi e che ci sia stato un certo qual “imborghesimento”. Ad oggi (ripetiamo oggi, ottobre 2014), anche il mercato estivo desta più di qualche perplessità. Per motivi diversi, Evra, Pereyra e Romulo, rimangono dei punti interrogativi. Morata e Coman hanno fatto intravedere buone cose, ma è comunque presto per dare giudizi. Un po' più di turn over in avanti non farebbe male, visto che Giovinco pare in buone condizioni di forma e a Tevez non si può chiedere di tirare la carretta tutte le partite. Nelle ultime quattro trasferte (tra Coppa e Campionato) abbiamo raccolto la miseria di un punto: se perdere contro l'Atletico Madrid ci può stare, molto meno plausibile è non fare punti o pareggiare contro squadre di medio/basso livello come Olympiacos, Sassuolo e Genoa. Sfortuna? Casualità? Non cerchiamo alibi inutili. E' vero che nelle gare contro greci, emiliani e liguri, il portiere avversario è stato giudicato il migliore in campo, ma quante di quelle reali parate sono state merito dell'estremo difensore e quante demerito dei nostri attaccanti? Se al portiere tirate addosso, per forza respinge il pallone e diventa un fenomeno. Tre anni di martellamento "Contiano" sicuramente si fanno sentire, ma dare troppa libertà di espressione, alle volte, può tradursi in atteggiamenti anarchici sul campo. Forse qualche urlo ben assestato, nello spogliatoio, potrebbe ridestare l'attenzione di chi si è distratto un po' troppo.