Girone facile o difficile? Sarà il campo a decidere

28.08.2015 15:00 di Caterina Baffoni   vedi letture
Girone facile o difficile? Sarà il campo a decidere
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com



Nuovo giro(ne), nuova corsa!

 Da Berlino a Montecarlo per dimenticare Berlino. Due mesi e la Juventus riparte in Champions: tutti contro il Barcellona, il Barcellona contro tutti, e tutti con un unico obiettivo finale. Per la Juve riparte la rincorsa alla terza Champions della storia, dopo il sesto stop in finale.
Max Allegri e i suoi ragazzi, se la vedranno in primis con la formazione allenata da Manuel Pellegrini, rinnovata a suon di investimenti. Raheem Sterling dal Liverpool l'acquisto più corposo accompagnato da altri inserimenti effettuati certamente non viaggiando all'insegna del risparmio. 



Detto questo, tuttavia, il Manchester City – pur avendo un'incredibile forza economica – non è ancora riuscito a crearsi una buona reputazione europea; fallendo clamorosamente negli ultimi anni nonostante corpose sessioni di mercato. Per la legge dei grandi numeri, e degli investimenti, la storia potrebbe cambiare presto. Ma, indubbiamente, la Juventus ha dalla sua una mentalità più rodata grazie allo sbarco di Massimiliano Allegri sulla panchina bianconera. Riassaporando il passato, negli anni novanta la coppa Uefa si aprì proprio con il Manchester City, forte di Kevin Keegan e di Dennis: nella partita d'andata disputata in Inghilterra, un goal di Kidd frena le aspettative della Juve, ma i ragazzi del Trap ribaltano il risultato a Torino grazie alle reti di Scirea e di Boninsegna, passando al turno successivo, dove curiosamente incontreranno i cugini dello United, per arrivare poi in fondo alla competizione e trionfare nella doppia finale col Bilbao. Nella stagione 2010-2011 la sfida contro i citiziens del'ex Mancini si rinnova sempre in Europa League. Pur con una formazione che paragonata a quella di oggi suscita brividi e pochi ricordi piacevoli: la Juve non sfigurò, andando in vantaggio con Iaquinta per poi subire il pareggio finale di Johnson. Nel prosieguo di quella competizione, i bianconeri riusciranno nell'impresa di non vincere neppure una partita della "snobbatissima" competizione, e così il ritorno all'ultima giornata diventa irrilevante per la qualificazione, con Del Neri che schierava così una formazione sperimentale, trovando tuttavia il vantaggio con il giovane meteorico Giannetti. Poco più tardi fu Jô a pareggiare i conti di una sfida tutt'altro che esaltante. Ad oggi, c'è grande attesta per un sfida dal sapore particolare.

Detentori dell'Europa League, guidati magistralmente dal ricercatissimo Unai Emery, gli Spagnoli di Siviglia vantano in organico diverse importanti individualità. Ma mai come in questo caso, superfluo persino sottolinearlo, è il collettivo a fare la differenza. Squadra compatta, dotata di qualità tecniche non indifferenti sullo sfondo.
Neppure il tempo di dirsi "addio" dopo essere stato insieme alla truppa bianconera ad un passo dal clamoroso trionfo contro il Barcellona, Fernando Llorente, da poche ore ufficialmente un nuovo centravanti del Siviglia, troverà immediatamente sul suo cammino la sua ex Juventus. Scherzi del destino. Ma non solo l'ex Navarro, tra le fila dei biancorossi ci sarà anche il suo compagno di reparto Ciro Immobile, reduce da un'annata deludente tra le fila del Borussia Dortmund dove già lo scorso anno aveva incontrato la formazione allegriana.  Il dato statistico che non ci sia stato nemmeno un incontro tra le due formazioni, rende ancora più intrigante una sfida tutta da scoprire. La Vecchia Signora, e non sarà semplice, dovrà essere brava a far valere il maggiore tasso tecnico.
Metterla sul piano della "carta" potrebbe rivelarsi un errore clamoroso. Infatti, sarà proprio il quasi impronunciabile nonchè mina vagante Borussia Mönchengladbach a chiudere il cerchio. Ma guai a sottovalutarlo. I tedeschi, pur avendo perso entrambe le partite in questo avvio di Bundesliga sono arrivati in Champions League grazie a un cammino semplicemente strepitoso conseguito nella scorsa annata calcistica.
I precedenti ci riproiettano agli anni '70 in cui il 'Bach è stata una squadra di primissimo piano della Bundesliga: la Juve infatti, la incrociava agli ottavi di finale della Coppa campioni nella stagione 1975-76. I bianconeri affrontarono la gara d'andata in Germania senza Causio e Capello, assenze pesanti e pagate care; la squadra allenata da Lattek era invece detentrice della Coppa Uefa e forte di luminari del calcio crucco come Vogts, Stielike e Bonhof si impose con una zampata di Jupp Heynckes per poi raddoppia grazie all'allora stella danese Simonsen: destinato dopo due anni a vincere il pallone d'oro ; non a caso fu l'unico calciatore nella storia ad avere segnato nelle finali di tutt'e tre, quando ancora erano tre, coppe europee. Il ritorno a Torino si presentava dunque pieno di incertezze, ma la Juve ci prova. Com'è nel suo dna.  Recuperati gli infortunati e con una formazione ultra-offensiva, gli uomini di Parola per un'ora imbastiscono un grande calcio, impattando il risultato grazie a Bobo Gori e a Bettega.
Ma sul più bello, quando i bianconeri rifiatano per tentare l'affondo decisivo, un liscio di Furino spianava la strada alla rete di Danner, e nel finale Simonsen colpisce ancora: 2-2 e Juve fuori, contro una grande squadra.
Ecco che questa sfida, potrebbe essere vista come la giusta occasione per una rivincita.
Alcuni nomi ad oggi ai più potrebbero dire poco, ma sono proprio queste squadre a determinare le sorti di un gruppo. La Juventus, essendo la vicecampione d'Europa, ha il dovere di provare a vincere il girone da prima qualificata. 
Il Manchester City sulla famigerata  "carta" partirà dunque favorito se si focalizza l'attenzione sui "singoli", il Borussia non vorrà recitare la parte di spettatrice, mentre il Siviglia tenterà in tutti i modi di unirsi al carro. Ma i bianconeri, complice l'ultimo tassello in dirittura d' arrivo sotto la Mole, hanno tutte le caratteristiche per poter disputare nuovamente un ottimo cammino.
Ma si sa: sulla carta non si vince niente e non si batte nessuno. Sarà sempre lui l'unico giudice capace di sentenziare: il campo.