E' una Juve Galactica! Ora a Madrid per regalarci un'altra notte magica

Con una prestazione eccezionale gli uomini di Allegri battono le merengues. E tra una settimana ritroverà la classe di Paul Pogba.
06.05.2015 18:00 di Luigi Risucci   vedi letture
E' una Juve Galactica! Ora a Madrid per regalarci un'altra notte magica
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una partita attesa per dodici lunghi anni, contro un avversario dal blasone e dal prestigio immenso, lo stadio giusto, il pubblico caldissimo, una squadra pronta a sputare sangue su ogni maledetto pallone, una vittoria che permette di continuare la lunga e tortuosa strada che porta alla finalissima di Berlino. E’ il telegrafico racconto di una serata da incorniciare, in cui la Juventus fa la voce grossa anche in coppa e batte i campioni d’Europa in carica con una prestazione maiuscola sotto ogni punto di vista. Inizio arrembante e coraggioso degli uomini di Allegri, non spaventati da Cristiano Ronaldo e compagni, entrati in campo sin troppo consapevoli della loro forza e, forse, della loro superiorità tecnica rispetto ai bianconeri. La Juventus, conscia della superiorità nei singoli delle merengues, mette in campo le sue armi, abnegazione e corsa instancabile ( a fine partita avranno corso quasi 6 km in più dei loro avversari), attenzione e concentrazione, pazienza ed intensità. Allegri a sorpresa schiera Sturaro titolare, un ragazzo che viene dalla provincia e dalla gavetta col grifone, che riceve il suo ”battesimo” europeo di fuoco  da titolare in una semifinale contro i galacticos. Stefano non è per nulla spaventato, anzi, corre e lotta come un leone su ogni pallone ed onestamente si fa fatica a credere che sia il più giovane ed inesperto in campo; ci mette personalità e muscoli e premia il grande coraggio del mister, che avrebbe ricevuto critiche ingenerose in caso di risultato negativo. Risultato che cambia subito, grazie all’istinto rapace di Alvaro Morata, uno che a Madrid avevano dato per  “acerbo”, uno che doveva farsi le ossa nel duro calcio italiano, e che invece punisce i suoi ex compagni e da gran signore non esulta, pur avendo non pochi motivi di rivalsa, soprattutto verso Ancelotti. Ronaldo pareggia quasi nell’immediato, con un tap-in che il pallone d’oro in carica non può sbagliare e Sturaro salva in maniera prodigiosa su colpo di testa di James Rodriguez. E’ la legge di queste grandi partite, alla prima occasione, contro campioni di calibro mondiale, si può subire gol e rischiare il controsorpasso in pochi minuti, per questioni di centimetri, per distrazioni minime. La fortuna e, come detto, il salvataggio disperato di Sturaro tengono in piedi la Juventus che nella ripresa gioca più corta e compatta, in attesa di colpire in contropiede. La ripresa infatti è spezzettata e nervosa, arrivano i gialli (Atkinson impreciso in alcune valutazioni disciplinari, soprattutto per la disparità di trattamento in episodi simili) ed arriva anche il rigore che Tevez si procura di gran mestiere e trasforma da grande bomber.

E’ qui che emergono le lacune dei blancos: la Juve è corta e rognosa, aggredisce e non fa giocare i fenomeni che Ancelotti può schierare dalla mediana in su, e quando riparte le punte e gli esterni bianconeri fanno male, malissimo. Il contropiede, in pieno Italian – style, potrebbe essere una delle armi letali da usare tra una settimana al Bernabeu, dove i madridisti saranno costretti a fare la partita e la Juve potrà fare il gioco a lei più congeniale, lo stesso che diede risultati eccellenti nella trasferta di Dortmund. Anche ieri sono arrivate conferme e sicurezze dal pacchetto difensivo, che si conferma tra i migliori del continente,  dove Bonucci (seppur ammonito in apertura) comanda e Chiellini ed il subentrante Barzagli ci mettono la solita esperienza e cattiveria agonistica, oltre a dare ad Allegri l’opportunità di schierarsi a tre, un’opzione da non trascurare sin dall’inizio nella partita di ritorno. Vidal ieri ha dato l’ennesima dimostrazione di essere l’uomo in più del momento, in una stagione con più ombre che luci, il guerriero ci mette grinta e polmoni, gioca basso in mezzo al campo nonostante la posizione da trequartista e tappa ogni buco che Isco e Kroos riescono a creare. Per Tevez gli aggettivi stanno terminando, l’Apache come sempre si carica la squadra sulla spalle, dà l’esempio a tutti i suoi compagni, rincorrendo come un indemoniato gli avversari, venendo in mezzo al campo a costruire le azioni d’attacco, smistando e creando occasioni a ripetizione. Esce schiumando rabbia, perché uno come lui vorrebbe giocare anche le amichevoli, ma averlo così in forma anche al ritorno sarà fondamentale. Ora il pensiero fisso dei tifosi e di tutto l’ambiente bianconero è a mercoledi prossimo, dove al Bernabeu andrà in scena la partita più importante dell’ultimo decennio, una notte europea  attesa per anni in cui ci sarà anche l’uomo più atteso del momento, che ieri sera era forzatamente in tribuna: Paul Pogba. L’oggetto del desiderio di tutti i top club mondiali, Real compreso, è rientrato a lavorare in gruppo e forse tornerà ad assaporare il campo già nel pleonastico appuntamento di sabato pomeriggio contro il Cagliari. A Madrid si parla già di “remuntada”, ma questa  Juventus non ha paura, ha voglia di sognare e di stupire ancora sul palcoscenico continentale, il sogno di arrivare in finale è lontano solo novanta minuti e dalla prossima battaglia ci sarà un Paul Pogba in più nel motore. Crederci è un obbligo, riuscirci regalerebbe a tutto il popolo bianconero un’altra notte bellissima, magica, emozionante e poi si giocherà a Berlino, dove nove anni fa fu scritta la storia del calcio italiano.