Da Padovano a Zalayeta, da Birindelli a Legrottaglie: quando il cuore supera la tecnica
Con il pensiero di poter giocare una finale europea nella propria casa, una forte emozione la si respirava un anno fa, prima della semifinale di ritorno di Europa League contro il Benfica. Ma l’emozione di una semifinale di Champions è tutta un’altra cosa. Una sensazione di adrenalina e magia che mancava da tanto, troppo tempo. Dodici anni fa, nel 2003. Anche quella volta contro il Real Madrid detentore del titolo. E noi freschi campioni d’Italia.
Una sfida, quella che finì 3 a 1 per noi, che molti ricordiamo ancora oggi come la “Partita Perfetta”. Ed è proprio quel tipo di partita che servirà stasera e settimana prossima. Un qualcosa che ci faccia andare al di là dei nostri limiti. Qualcosa chiamato coraggio, chiamato grinta. O più semplicemente chiamato Cuore.
In questo ultimo ventennio ci siamo spesso incrociati con i madrileni. Sempre temibilissimi, il più delle volte, sulla carta, anche più forti di noi. Eppure alla fine sul campo può sempre succedere di tutto. Capita che oltre ai calciatori, sul terreno di gioco scendano anche e soprattutto uomini. Uomini veri.
Mettiamo la videocassetta nel videoregistratore: marzo 1996, Stadio “Delle Alpi”, Quarti di ritorno di Champions. La Juventus deve ribaltare l’1 a 0 dell’andata. Da noi non giocano “stelle” internazionali, alcuni non hanno nemmeno lasciato un segno in Nazionale. Gente come Torricelli, come Porrini, come Vierchowod, che ormai ha 36 anni suonati. Eppure, dopo la perla di un giovane Del Piero, a decidere il match è Michele Padovano. Un attaccante che l’anno prima giocava (e retrocedeva) con la Reggiana. Su assist di Porrini, Padovano tira una staffilata mancina che apre le porte della semifinale, in un cammino che diventerà trionfale a Roma.
Nella sopracitata semifinale del 2003, oltre al poker d’oro composto da Buffon-Trezeguet-Del Piero-Nedved, tutti decisivi, è da ricordare la prova superba di Alessandro Birindelli, un gregario che si trova titolare contro un certo Luis Figo. È il Real dei “galatticos”: oltre al lusitano, ci sono anche Raul, Ronaldo e l’immenso Zinedine Zidane. In quella semifinale la Juventus non partiva favorita. Eppure, la grinta e la forza, la voglia di farcela e di dare ogni grammo di energia, fece fare un partitone a tutti. Finché rimase in campo, prima di essere sostituito da Pessotto, Birindelli cancellò Figo. È lui il simbolo di quella impresa.
La cosa si ripeté due anni dopo, agli Ottavi della Champions 2005. A Madrid sono sbarcati anche gli inglesi Beckham e Owen. Ci sono ancora Figo, Zidane, Raul e Ronaldo. La Juve risponde con un Pessotto, al suo penultimo anno di carriera, che ha ancora entusiasmo da vendere. Titolare, decisivo. Proprio come Zebina, non certo un fuoriclasse della difesa. Ancora una volta c’è da ribaltare il punteggio d’andata. Se nel 2003 si partiva da 2-1 qui siamo 1-0, molto peggio. Bisogna segnare e non subire, è difficilissimo. Eppure, con pazienza e nervi saldi, il gol arriva nell’ultimo quarto d’ora del match con una rovesciata di Trezeguet. Supplementari, squadre stanche, espulsi Tacchinardi e Ronaldo. Mancano cinque minuti. Una palla piomba fuori dall’area: Marcelo Zalayeta calcia violentemente di prima, segna ed entra nella storia. Zalayeta, l’attaccante meno forte della rosa, sicuramente quello più sottovalutato di tutti. Panchinaro che gioca titolare e che diventa eroe, così come lo era stato a Barcellona due anni prima.
Ed eccoci al 2008, girone eliminatorio. Il Real non è più galattico ma su una Juve che fino ad un anno e mezzo prima giocava in serie B dovrebbe avere la meglio con facilità. Ci sono gli olandesi Van der Vaart, Sneijder e Van Nistelrooy. Nella Juve giocano i Molinaro, i Marchionni, i Manninger, gli Amauri. Eppure, succede che Del Piero segna un gol capolavoro e che Amauri raddoppia. Ma soprattutto succede che Nicola Legrottaglie, titolare, gioca in maniera impeccabile e che la Juventus vince all’Olimpico 2 a 1. Prima di un incredibile, storico, successo anche nella gara di ritorno, al Santiago Bernabeu.
Padovano, Birindelli, Zalayeta, Legrottaglie, tutti uomini che hanno messo il cuore oltre alla tecnica. Quello che serve stasera, al di là di tutto.