Chi ci mette la faccia?

Dopo l'ennesima sconfitta bianconera, perchè nessun dirigente ha avuto il coraggio di metterci la faccia?
29.10.2015 13:30 di  Enrico Danna   vedi letture
Chi ci mette la faccia?
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Chi ci mette la faccia? E' una bella domanda, in un momento nel quale pare di aver riavvolto il nastro all'indietro ed essere tornati alla stagione 2009/2010 o 2010/2011. Anzi no, perchè in entrambe quelle stagioni disgraziate, dopo 10 giornate, la Juve di allora aveva più punti di quella attuale. Che dire? I numeri sono impietosi ed esprimono tutto: 10 partite, 12 punti (una media che, se mantenuta, porterebbe ad un punteggio globale di 45 punti); 11 gol fatti e 9 subiti. La Vecchia Signora ha segnato solamente un gol in più del Carpi, squadra costruita globalmente con gli stessi soldi che la Società di Galileo Ferraris paga (a livello di stipendio) ad un solo giocatore juventino. Che l'annata potesse essere difficile, era lecito prevederlo; che potesse essere così difficile, assolutamente no. Le responsabilità sono evidenti e riguardano tutti. La Società in primis, per i motivi già noti (relativi a macroscopici errori in sede di mercato estivo) che non stiamo a ripetete. Poi l'allenatore, incapace, a fine ottobre, di dare un minimo di gioco alla squadra e reo di aver fatto, in almeno 8 gare su 10, scelte di formazione davvero incomprensibili. Infine i giocatori, ovvero coloro che scendono in campo. Senza rabbia, senza grinta, senza determinazione, senza cattiveria agonistica, non si va da nessuna parte. Vogliamo vedere gente che esce dal campo stremata dalla fatica, dopo aver dato tutto e anche di più. Basta coi selfie, coi social, con le dichiarazioni bellicose pre gara che poi si perdono negli spogliatoi ancor prima del fischio iniziale.

Gli alibi sono finiti per tutti, così come i crediti. Chi sbaglia, paga: è così nella vita, è così ancora di più nel calcio, dove, a fronte di lauti stipendi, viene chiesto di “giocare” a pallone. Visto che ad esempio siamo carenti sui calci piazzati, ricordiamo un giocatore come Platini (che proprio carente in tal senso non era) fermarsi per ore ad allenarsi sui calci piazzati. Chissà se ciò accade anche oggi (dubitiamo fortemente però, visti i risultati). Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. E qui casca l'asino. Dopo l'inopinata sconfitta patita a Reggio Emilia, qualche responsabile della Società avrebbe dovuto metterci la faccia: non si è visto nessuno. Si è visto il Capitano, si è visto l'allenatore. Nessun dirigente. Eppure, di motivi per metterci la faccia, la dirigenza ne avrebbe molti, visto che le scelte sbagliate, in primis, sono state quelle societarie. E se si spendono oltre 100 milioni per avere questi risultati, a qualcuno bisognerà rendere conto. O no?