Avanti il prossimo :Gli antijuventini e il loro bisogno

28.04.2015 14:20 di  Leonardo Labita  Twitter:    vedi letture
Avanti il prossimo :Gli antijuventini e il loro bisogno

Carpe diem. Sembra essere questa, la filosofia di vita che da un triennio a questa parte accomuna la tribù degli anti-juventini. La necessità di cogliere l'attimo, per vomitare addosso alla Juve è divenuta essenziale, per molti fisiologica. Cosi' i pochi momenti che, la storia recente ha messo a disposizione, continuano ad essere sfruttati in pieno. Poco importa quale sia l'occasione: il goliardico coro che accompagna il rinvio del portiere avversario, il violento Chiellini che non dovrebbe essere convocato per i mondiali, l'allenatore che festeggia con la propria curva l'ennesimo trionfo. Qualsiasi momento è di pura ispirazione, per certi versi liberazione per questa marea di repressi anti-juventini. Una sorta di masturbazione per troppe volte costretta ad essere rinviata, per poi materializzarsi dinanzi anche alla più scialba delle ispirazioni. Perfino la telenovelas della bomba carta, pare assumere una gravità ben diversa, assecondo del colore della curva protagonista dello scellerato gesto, sembra di percepire il grado di soddisfazione differente assecondo il risultato. Ovviamente in questo clima, non può mancare la processione dei moralisti e buonisti, gli stessi che dimenticano di denunciare l'agguato ai danni dei giocatori juventini, poco prima della partita, portato avanti dagli ultras del Torino.

Quel Torino del presidente Cairo che oggi, partorisce la lezione di vita del giorno con una dichiarazione del tipo: “Dobbiamo darci tutti una regolata, non solo i tifosi, anche le società. Una squadra come la Juventus che non accetta che gli scudetti sono 30 e non 32 è un cattivo esempio. Dobbiamo essere tutti più morigerati, per non dare esempi negativi, altrimenti i giovani si sentono autorizzati a ripetere quello che fanno i loro idoli". Una dichiarazione talmente inadeguata e fuori luogo, alla quale è difficile replicare rispettando i principi di educazione. Una dichiarazione ben accompagnata dalla replica di Ormezzano a Marotta e dell'appello di editorialisti che se ne escono con il più populista dei commenti : “Se uno si mette in cantina a fabbricare bombeammano, costui non si fa condizionare da un articolo di giornale" . Comprendiamo la necessità fisiologica di alimentare il senso di anti-juventinità a tutti costi, comprendiamo anche le poche possibilità di mantenerla viva, comprendiamo anche le importanti aspettative investite a inizio stagione su Napoli e Roma, seguiti a quelle di natura tedesca e francese, velocemente trasformate in spagnole... Ma usare perfino il pretesto di uno gesto idiota, come quello di una bomba carta, per soddisfare questo bisogno ci sembra troppo. Ai moralisti e ai buonisti dell'ultima ora, consigliamo di usare una visuale più ampia, attraverso la quale osservare: -capitani idolatrati da stampa che a testa bassa subiscono i capi ultras in diretta nazionale -autobus danneggiati da pietre -seggiolini e bagni di uno stadio distrutti -presidenti trovati con valigie di soldi che continuano a fare i presidenti -dirigenti che hanno patteggiato per passaporti falsi che vestono la divisa della figc -campionati giudicati regolari che ancora adesso non sono stati riassegnati al proprietario.