Attenti alle trappole e ai peccati di presunzione

Concentrazione, grinta e un pizzico di furbizia nell’evitare le provocazioni: la Juventus all’Olimpico non dovrà commettere nessun errore.
27.02.2015 15:30 di  Massimo Reina   vedi letture
Attenti alle trappole e ai peccati di presunzione
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport


“Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. La divertente massima, se così la possiamo definire, venne citata molti anni fa in un’intervista al giornalista Bruno Longhi dal mitico Giovanni Trapattoni, che riprendeva un detto popolare che a sua volta si rifarebbe, secondo la Treccani, al proverbio “non dire quattro se non l'hai nel sacco”. Ed è forse questa la frase che più calza a pennello per la Juventus alla vigilia della sfida con la Roma nel posticipo di lunedì sera.
All’Olimpico la squadra bianconera avrà infatti a disposizione un match ball da non fallire, dove le potrebbero andar bene due risultati su tre, e al termine della gara, in caso di risultato positivo, lo scudetto non sarebbe ancora cucito sulle sue maglie, ma certo inizierebbe a prenderci un po’ più forma. Nulla però è scontato e la gara sarà presumibilmente una battaglia, che i giallorossi giocheranno col coltello tra i denti,  consapevoli che hanno tutto da perdere da questa sfida (che per loro è come la panacea di tutti i mali, la gara salva stagione comunque vada il campionato), pronti a vendere cara la loro pelle, costi quel che costi. E allora attenti a non peccare di presunzione, a non sottovalutare l'avversario, che morto non è anche se lo sembra, e a non dare nessuno per spacciato o tutto già per acquisito.

Per la Juve quella di lunedì potrebbe rivelarsi una “trappola”, alimentata già alla vigilia dai soliti piagnistei, dalle solite sviolinate e dai soliti discorsi triti e ritriti dei media, dal gol di Turone al non fuorigioco di Vidal della partita di andata. Perché purtroppo in Italia le prestazioni, il rendimento, la componente tecnica di un match sono considerati dettagli, mentre le cose importanti sono altre: i rigori dati o non dati, le moviole, gli arbitri . E i complotti, veri o presunti che siano. Sarà banale, lo sappiamo, ma a volte è meglio essere tali che passare per superficiali, e tenera alta la concentrazione per evitare cattive sorprese. Marchisio e compagni dovranno riservare la massima concentrazione su ogni palla, su ogni intervento, giocare con una certa furia agonistica ma facendo attenzione a non cadere nelle probabili provocazioni sistematiche che stadio, allenatore e qualche giocatore avversario potrebbero attuare per innervosirli. E magari influenzare l'arbitro Orsato e i suoi assistenti (noi ovviamente ci auguriamo di no), che nel dubbio potrebbero sempre fischiare contro la Juventus.
Di conseguenza attenzione massima pure per i piccoli gesti, per i contatti più banali, specie in area di rigore, per le sceneggiate che qualcuno potrebbe improvvisare dopo un lieve tocco sul piede di appoggio o sul corpo. Non vogliamo ovviamente fasciarci la testa, né mettere le mani avanti come fanno gli altri, ma solo invitare tutti a stare all'erta.

A parlare ci auguriamo in realtà che alla fine sia il campo, il calcio giocato, con la speranza che sia comunque una festa, pure sugli spalti e fuori prima, durante e dopo la gara, dove a prescindere dal risultato finale e dalla storica rivalità tra le due tifoserie, auspichiamo che tutto si svolga in un clima sereno. Per una questione di logica, di rispetto reciproco, di intelligenza, e per dare una lezione di civiltà, perché no, a tutta Italia e all’estero, specie a coloro che la settimana scorsa, venendo dall’Olanda, hanno vandalizzato uno splendore di città com’è Roma.