Asamoah, il jolly di centrocampo ritrovato
Dall'Inghilterra sono pronti a giurare che Antonio Conte avrebbe voluto strapparlo alla Juve, Kwadwo Asamoah. Per riavere in squadra lo stesso uomo di corsa e qualità tra i protagonisti del suo secondo scudetto bianconero. Rigeneranto (soprendetemente) e schierato da Max Allegri sabato contro la Fiorentina nel ruolo che ricopriva già ai tempi dell'Udinese e che Paul Pogba ha svolto con lauto profitto prima di lasciare Torino, quello di mezz'ala sinistra. Correndo, recuperando, impostando e concludendo il ghanese ha dimostrato di poter tornare a dire la sua dopo due stagioni costellate da infortuni e ricadute, in cui ha collezionato solo 23 presenze. Spiegando, in tempi non sospetti, come il peggio sembra essere passato: "Posso giocare da mezz'ala e da esterno sinistro, dipende da cosa mi dice il mister. Gli infortuni? Da quasi due stagioni non facevo la preparazione estiva con la squadra: sono riuscito a fare tutto, giocando anche le amichevoli".
Il "segreto" della ritrovata tonicità di Asamoah, probabilmente, sta proprio nell'aver svolto al meglio la parte iniziale della stagione, e senza essere strapazzato da altro prima. Come in passato, nel 2013, anno in cui il numero 22 bianconero ha macinato chilometri tra il campionato e la Coppa d'Africa, tour de force da cui non si è mai davvero ritrovato. Jolly di centrocampo in grado di agire da mezz'ala o da esterno, Asamoah può giocare in un centrocampo a tre o a quattro ambendo (finalmente) riservarsi uno spazio importante nel futuro prossimo bianconero, proprio in virtù del suo eclettismo in mediana. Almeno fino alla prossima Coppa con la nazionale del Ghana, in programma a febbraio. Fino a quel momento Allegri potrà contare su un valido factotum del centrosinistra, per un cammino su tre fronti in cui punterà ad arrivare in fondo.