-7 Scusate, non ci siamo per nessuno
Sarà che il tempo passa in fretta, ma questi giorni che mancano al 6 Giugno, sembrano essere diventati di colpo i giorni più lunghi dell'anno.
E' un countdown che pare essere eseguito in modalità rallentata.
E' inutile parlare di lavoro, organizzare le imminenti vacanze estive, o pianificare i prossimi lavori domestici che la moglie va sciorinando.
Niente da fare.
Non ci siamo per nessuno.
Chiediamo scusa a mogli, mariti, amanti, genitori e figli, ma è come se fossimo entrati in letargo, pronti a svegliarci la mattina del 6 Giugno.
Ormai nel conteggio del parlato quotidiano, la parola “coppa” è leader indiscussa, e quando cerchiamo di non pensarci, ecco che arriva la notifica di WhatsApp di un nostro fratello bianconero che ci ricorda i giorni che mancano...
E intanto il tempo passa e per chi cerca di organizzarsi con tablet e smartphone, a causa dell'invito al matrimonio al quale sarà costretto a partecipare la sera del 6, c'è chi rischia di compromettere il proprio di matrimonio, perché di rispondere all’invito, non ci pensa nemmeno.
Prova a spiegarlo alla moglie che continua a ripetere “ma stai scherzando, per una partita”.
Già per una partita.
“Padre perdonali, perché non sanno quello che… dicono”, verrebbe da dire.
Non capirebbero, non è una partita, ma “La partita”, quella verso la quale ci stiamo avvicinano con stati d'animo differenti.
Perché basta osservare lo sguardo di capitan Buffon per caricarci, ma allo stesso tempo è sufficiente pensare al tridente blaugrana per iniziare a star male.
Il meraviglioso ricordo di Roma cerca, con fatica, di resistere dinanzi alla collezione di delusioni, che prima o poi, fosse solo per la legge dei grandi numeri, dovrebbe fermarsi.
Già, peccato che lo pensavamo anche prima di Manchester.
E allora continuiamo a togliere pian piano, quei giorni che con fatica cerchiamo di spostare per intravedere il traguardo, continuando a sostare sulla nostra altalena di emozioni e sensazioni, talmente presi e talmente assenti, da non poter perdere tempo a ridere dinanzi al pietoso spettacolo offerto dai provinciali giallorossi, esultanti e provocatori per un misero secondo posto, piuttosto che davanti alla resa di un De Laurentiis che pare essere il lontano fratello, del raggiante presidente di Doha, pronto a conquistare l'Europa e l'Italia.
Eppure non c'è il tempo, eppure non c'è la voglia, neanche quella di dar importanza all'esercito di gufi capitanati da quei poveri interisti, che continuano a difendere quel triplete minacciato proprio dall'odiata Juve.
Tranquilli, se festa sarà il prossimo 6 Giugno, non si parlerà di triplete, al massimo si sentirà parlare della Tripletta, perché in casa Juve da sempre, si parla l'Italiano.
Eppure no, non c'è il tempo neanche per questo, neanche per godersi il colpo Dybala e il quasi colpo Khedira.
No non c’è tempo per tutto questo, c’è una trasferta da organizzare, c’è da definire gli ultimi dettagli per trasformare la casa di villeggiatura in un piccolo stadium, c’è da organizzarsi per occupare i migliori posti davanti al maxi schermo della propria piazza, c’è da ricaricare i propri giga byte di connessione per non perdere nemmeno un minuto.
Ancora sette lunghi e intensi giorni.
Scusateci ma la testa è la direzione Berlino, quella stessa Berlino vittoriosa nell'anno zero, quel 2006, che per molti era sembrato l'anno della definitiva eliminazione della vecchia signora e che invece si è rivelato quello della rinascita.
Basta così, anche la voglia di leggere è poca, il nostro pensiero oltrepassa le Alpi, la nostra mente spera di ritornare a provare sensazioni uniche e troppe lontane nel tempo, con l’augurio di trovare posto accanto a quel mitico “è finita, è finita…tutti ad abbracciare Peruzzi” a un'altra storica esplosione di gioia.