Oliviero Beha a dieci anni da Calciopoli: "Le cose non sono andate come ci hanno raccontato media e sentenze, in un pasticcio epocale. Non torna niente..."

30.04.2016 22:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Oliviero Beha a dieci anni da Calciopoli: "Le cose non sono andate come ci hanno raccontato media e sentenze, in un pasticcio epocale. Non torna niente..."

Il noto giornalista Oliviero Beha è tornato a soffermarsi su Calciopoli attraverso il suo sito internet olivierobeha.it. Ecco le sue considerazioni: "A dieci anni da Calciopoli (non Moggiopoli, mi corressi subito, e neppure Scommettopoli come ora perché ancora il virus era incubato) almeno questo dovrebbe essere affidato al buon senso, al di là del tifo – che è una malattia… nel 1983 scrissi “Dal tifo alla peste”, se qualcuno fosse interessato -. E cioè che le cose non sono andate come ci hanno raccontato media e sentenze, in un pasticcio epocale.

Non torna niente, né sul piano della “lealtà sportiva”, né su quello giudiziario-sportivo e giudiziario penale. Da dieci anni dove posso chiedo un po’ di verità in più, invece gli juventini si sentono defraudati e capri espiatori (in parte lo sono) e gli altri garibaldini supporters di squadre “pulite”, meglio se prescritte. Il calcio è una peste, e lo è rimasto integralmente, allora fecero scoppiare solo un bubbone perché conveniva ai nemici di Moggi, interni alla Juve ed esterni. Innocenti sul piano dell’etica non ne vedo, ma paraculi, ipocriti e impostori (quelli che davano addosso ai “colpevoli” di allora sapendo bene che erano almeno correi) sì, tanti,troppi", ha scritto Beha.