Calciopoli, Carraro: "Lo scudetto del’98 falsato per la Juve. Le interferenze ci sono state e Luciano si compiaceva del suo potere”

27.03.2015 08:30 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Calciopoli, Carraro: "Lo scudetto del’98 falsato per la Juve. Le interferenze ci sono state e Luciano si compiaceva del suo potere”
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© foto di Federico De Luca

L'ex presidente della Figc Franco Carraro ha rilasciato una lunga intervista a "La Repubblica" nella quale ha parlato della vicenda Calciopoli: "Se ho letto cosa dice Moggi di me? Certo che l’ho letto. Non è stato affettuoso. Eppure io continuo a pensare che lui sia stato un bravo manager. Poi, per carità, ha fatto i suoi errori. Quali? C’è una splendida intervista che Moggi fece proprio a Repubblica se non sbaglio nell’autunno del 2007. In quell’intervista c’era un focolaio, rapidamente soffocato, di autocritica. E secondo me era un’autocritica azzeccata. Disse che se doveva rimproverarsi qualcosa quel qual- cosa era di essersi compiaciuto troppo di apparire “ultrapotente”, o qualcosa del genere. Io sono d’accordo. Penso che di errori ne abbia fatti anche altri, errori e veri e propri pasticci. Ma questo forse è stato quello che gli è costato più caro di tutti. Si è compiaciuto troppo del proprio potere, gli piaceva essere riconosciuto come Lucky Luciano; quando andava in giro per Torino e Roma usava la sirena sulla macchina. Di solito le persone che sono costrette a farlo, un po’ si vergognano. A lui invece piaceva. Sto riducendo Calciopoli alla vanità di Moggi? Il mio pensiero su Calciopoli è molto più complesso. Se c’eraononc’era la Cupola del calcio? Le sentenze dicono di sì e noi dobbiamo stare alle sentenze. Ovviamente anche quando di- chiarano prescritto un reato. Bisognerebbe tutti avere l’intelligenza di metterci una pietra sopra. A differenza di quanto avvenne nel ’98, la Juventus in quei due campionati aveva la squadra più forte e ha vinto sul campo, anche di parecchi punti, e non a causa delle interferenze. Che però ci furono. Ci furono molte cose che non andavano bene. E nel ’98, scusi? Quello secondo me fu l’unico campionato veramente falsato a favore della Juventus, si ricorda il rigore su Ronaldo? Tornando a Calciopoli, ci sono stati dei com- portamenti della società che hanno compromesso quel risul- tato. Alla fine, tra l’altro, la sen- tenza nei confronti della Juven- tus è il frutto di un patteggia- mento. Per questo ritengo inop- portuno che la Juventus chieda ora risarcimenti: patteggiare una pena e poi chiedere i danni è il comportamento schizofrenico di uno che voglia avere la moglie ubriaca e la botte piena. Moggi dice che la Cupola ero io e cita anche intercettazioni? Qui ci tengo a essere chiaro. La mia chiamata per Lazio-Brescia va letta insieme a un’altra telefonata in cui esplicitamente affermavo: “Se il Brescia è più forte, che vinca”. Erano giorni in cui sui giornali si parlava dei danni subiti dalla Lazio e volevo difendere la Federazione dai so- spetti... Lo stesso per Inter-Juve.

La mia chiamata era solo il gesto di un presidente federale che sa benissimo che, in quel momento, non si può permettere una partita in cui vengano fatti favori alla Juve. L'’unico comportamento legittimo di un presidente federale sarebbe stato quello di non intervenire in nessun modo a meno che non avessi dei sospetti?  Questa domanda contraddice quello che i giornali dell’epoca scrivevano. Io semplicemente avevo intravisto un pericolo per la mia federazione e mi ero preso la responsabilità di inter- venire. Ho richiamato l’atten- zione dei miei dirigenti. E comunque, ci tengo a specificarlo, sono stato assolto da ogni accu- sa: dal gup di Napoli, dal giudice sportivo, dalla magistratura contabile e persino dal Tar del Lazio. Pentito di quelle chiamate? Mi sono dimesso perché ho fatto degli errori di politica sportiva. La mia presenza avrebbe indebolito l’istituzione e, dunque, anche se nessuno me lo chiese, mi dimisi. Delle chiamate però non sono pentito. L’inchiesta di Napoli è stata esaustiva? Ho letto con attenzione solo le carte che mi riguardavano. Ma su quella indagine si sono espressi i giudici penali, quelli sportivi e persino quelli contabili. E tutti hanno confermato l’impianto. Mettiamoci un punto, dunque. Una cosa tuttavia voglio dirla: Facchetti era una persona per bene, straordinariamente corretta. E la relazione di Palazzi sul suo operato non mi è piaciuta affatto. Secondo Moggi  Calciopoli è stata possibile solo perché “erano morti l’Avvocato Agnelli e il Dottor Umberto”? Che Moggi ha ragione e torto insieme, sul punto. Credo anche io che se ci fossero stati l’Avvocato e il Dottore, Calciopoli sarebbe stata altro. Ma solo perché la Juventus avrebbe reagito con altro piglio e altro stile alla situazione. Non certo perché avrebbero impedito all’indagine di fare il suo corso. L’indagine è stata fatta in maniera autonoma e in buona fede. La Juventus, anzi l’intero gruppo ha sbandato, come del resto è normale per un qualunque gruppo perda due grandi leader a distanza così ravvicinata. Sono rimasto male per le parole di Moggi? Io sono stato molto amico di Biagio Agnes, lui amava ripetere, “ricordo tutto, talvolta perdono”. Invecchiando, mi rendo conto che mi capita sempre più spesso di perdonare".