Ulivieri: "Avevo previsto Sousa allenatore. Mancini cambia perchè gioca un calcio moderno. Dybala presto nella classifica del Pallone d'oro"

26.11.2015 16:00 di Giuseppe Gatta Twitter:    vedi letture
Ulivieri: "Avevo previsto Sousa allenatore. Mancini cambia perchè gioca un calcio moderno. Dybala presto nella classifica del Pallone d'oro"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Renzo Ulivieri, intervistato da calciomercato.com, ha delineato un quadro esaustivo riguardante l'attuale momento del campionato. Sull'allenatore della Fiorentina: "Ci avrei giurato, non avevo il minimo dubbio, sapevo perfettamente che Sousa sarebbe diventato un allenatore. Non potevo sbagliarmi. Quando me ne accorsi? Lui aveva smesso da poco di fare il calciatore o forse si apprestava a smettere, io allenavo il Parma e venne a trovarmi in ritiro. Voleva aggiornarsi sui metodi di lavoro relativi al pacchetto arretrato. Poco tempo prima era stato anche da Mourinho e allora gli dissi: va bene che vuoi apprendere, ma dato che hai parlato con Mourinho e che hai visto come lavora, portami anche tu le novità. Si parlava di periodizzazione tattica, cioè esercitazioni all’interno dell'allenamento che abbiano un senso tattico, che va bene farle per una parte d’allenamento, ma non per tutto. Mi ha immediatamente dato l’impressione di uno che avrebbe fatto l’allenatore, troppo intelligente nel percepire le cose e credo che il suo pregio più grande sia quello della flessibilità tattica. Questa cosa mi garba molto, la scuola italiana ha iniziato ad affrontare questo tema della flessibilità già qualche anno fa, sapevamo che il calcio si apprestava a seguire questa strada e abbiamo indovinato. Adesso anche le grandi squadre cambiano continuamente, variano moduli e particolari". Sul tecnico jesino al comando della classifica: "Perché Mancini cambia tanto? É il calcio di oggi, le rose sono talmente vaste che un allenatore può permettersi di fare certe riflessioni. Poi sta all’allenatore trovare la misura giusta perché bisogna dare alla squadra il tempo di digerire tutte le nozioni che vogliamo apprenda. Ma quello che sta facendo Mancini è normale e sta ricevendo buone risposte, ormai dobbiamo abituarci tutti: il calcio moderno va esattamente in questa direzione, adesso anche le grandi squadre si regolano sull’avversario che hanno di fronte, si studia il modo migliore per subire meno e per fare più male. Di conseguenza è un continuo variare di moduli a seconda delle diverse circostanze".

Sui paragoni tra i grandi attaccanti della Serie A: "Credo che possiamo suddividere gli attaccanti in tre grandi categorie; 1) Quelli che segnano tanto e giocano poco per gli altri; 2) Quelli che aiutano tanto e segnano poco; 3) Quelli - rarissimi - che sanno fare entrambe le cose. Icardi appartiene alla prima categoria, Kalinic all’ultima, a quella degli attaccanti rari. Perché in giro per l’Europa se ne trovano veramente pochi di giocatori così, lui sa fare tutto: pressa gli avversari, attacca la profondità sia lato palla che lato opposto palla, arretra a dare una mano e tecnicamente è indiscutibile. Icardi gioca per sé e deve ascoltare di più Mancini, ha le doti per trasformarsi, ma ci vorrà almeno un anno di lavoro e se attualmente dovessi scegliere tra i due, beh, non avrei alcun dubbio a buttarmi sul croato, è già pronto. Anche se credo che in Serie A l’attaccante più forte ce l’abbia il Napoli e mi riferisco ovviamente a Gonzalo Higuain, poi vengono tutti gli altri: Kalinic, Icardi, Morata. E non dimentichiamoci di Dybala, questo ragazzo sta rendendo leggera una maglia che invece pesa tantissimo, giocare nella Juventus non è uno scherzo e lui non ha paura. Credo proprio che non sia un azzardo pensare che tra qualche anno lo vedremo nella classifica del pallone d’oro". Infine un parere sulla lotta scudetto: "La Fiorentina potrà lottare fino alla fine per vincere lo scudetto, ma a livello complessivo Napoli, Roma e Inter hanno qualcosa in più. I viola hanno meno pressioni da gestire e a differenza delle altre possono giocare in serenità, alla lunga questo aspetto può influire. La Roma è forte, ma ha qualcosa da sistemare in difesa, e non faccio riferimento all’ultima partita, quella non fa testo. Gli uomini di Garcia sono condannati a tenere palla per gran parte della gara, questo proprio perché in difesa ci sono dei problemi e bisogna evitare il più possibile il possesso agli avversari, che da un momento all’altro possono buttarsi dentro. Adesso alla Roma servirebbe una mentalità zemaniana. Su Napoli-Inter, dico che sarà una partita spettacolare, anche se gli uomini di Mancini non ricercano lo spettacolo ma la concretezza. Ma Napoli ed Inter opposte promettono una grande gara, con continui rovesciamenti di fronte e sono sicuro che ci divertiremo".