Tommasi: "Conte ct? Non ci hanno chiesto nessun parere"

12.08.2014 18:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Tommasi: "Conte ct? Non ci hanno chiesto nessun parere"
TuttoJuve.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il presidente dell´Assocalciatori Damiano Tommasi è intervenuto in esclusiva a Radio Sportiva, per commentare l´elezione di Tavecchio a presidente della Figc: "Speravamo in un atto di coraggio di qualcuno che aveva espresso dubbi, ma non c´è stato sufficiente coraggio per cambiare quella che è stata l´elezione di un presidente che, secondo il nostro punto di vista, rappresenta un passo indietro. Era nell´aria e da parte nostra c´è stato il tentativo di dare un´alternativa a chi non vede Tavecchio come il presidente del cambiamento".

"La Federazione non è come una società di calcio dove c´è un datore di lavoro e un dipendente, ci si dimentica che siamo presenti anche noi, con gli stessi titoli della serie A. E´ un retaggio difficile da scalfire, si pensa al giocatore come a uno che deve giocare e basta senza parlare, e sono state contestate anche le parole di alcuni giocatori della nazionale. Purtroppo ci si accorge tardi quando i calciatori servono, anche nelle società, ma siamo tutti sulla stessa barca: bisogna levarsi la maglia della società e mettersi quella della nazionale. C´è chi è abituato a vestirla e sa come ci si comporta, mentre altri pensano solo al 68% che valgono le leghe: cercheremo di fare quello che ci compete, ovvero riportare la discussione sui temi sportivi. Il candidato Albertini, siccome viene da questa parte, ha avuto delle difficoltà: la serie B per esempio si è schierata con Tavecchio non appena Albertini è sceso in campo, senza neanche ascoltare i programmi".



"La differenza è anche di approccio: il calciatore arriva al calcio per passione, oggi invece nel calcio di vertice i dirigenti lo fanno solo col presupposto del business. Sono due modi che portano a due conseguenze diverse: chi ha bisogno di un ruolo o di una poltrona o chi ha bisogno di entusiasmo e passione. Il successo più grande è che non sono ancora riusciti a togliermi l´entusiasmo di partecipare, che è il pericolo più grande per quelli come me: purtroppo per questo i calciatori che si impegnano nelle istituzioni sono sempre di meno, comunque per fortuna con De Sanctis e il sottoscritto in consiglio federale speriamo di fare un buon lavoro. Però, se le premesse sono quelle della campagna elettorale, faremo fatica, e anche sotto il punto di vista della governance non ci sono venuti a cercare".

"Conte? Era inevitabile che cercassero un allenatore per allenare la nazionale, ma comunque non hanno chiesto nessun parere a noi, e noi non abbiamo fatto nessun nome perchè non ci è stato chiesto. Questa è la conferma che il buongiorno si vede dal mattino. Chiunque verrà scelto sa che avrà un grande onere e un grande onore: alla prima vittoria sarà applaudito e alla prima sconfitta sarà fischiato. Il mondiale da un punto di vista economico è andato benissimo, ma quello che succede in campo ha molta più incidenza".

"Credo che la qualità dei voti sia importante: il voto espresso dagli arbitri vale molto per Demetrio Albertini e per noi. C´è la consapevolezza che noi non distribuiamo risorse e che alcuni voti non si potranno mai prendere, ma il sogno era quello di sovvertire le logiche delle persone nell´urna. Invece ha prevalso la solita logica, e il nuovo presidente rappresenta quello che pensiamo si possa cambiare, ma probabilmente non sono maturi i tempi".