Thuram a Repubblica: "Juve e Barça due squadre piene di anima, per questo Messi può perdere. Vorrei che Gigi alzasse la Coppa. Pogba fenomeno vero"

29.05.2015 09:20 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Thuram a Repubblica: "Juve e Barça due squadre piene di anima, per questo Messi può perdere. Vorrei che Gigi alzasse la Coppa. Pogba fenomeno vero"
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© foto di Federico De Luca

Lilian Thuram ha rilasciato una lunga intervista a "La Repubblica", nella quale ha parlato innanzitutto della finale Champions a Berlino: "Chi vince? La più forte squadra al mondo, con il più forte giocatore al mondo, può essere battuta. Si chiama sport. Come può succedere? Restando fedeli alla propria identità. Juve vuol dire Italia, cioè un calcio comunque difensivo. Non è un disonore. Non conta tenere sempre la palla, come invece per il Barcellona (eccola, la sua identità), ma segnare un gol più dell’avversario. Possibile. Qualcuno dice che la Juve non ha niente da perdere? Che fesseria! Vi sembra niente, una Champions? Messi, Neymar, Suarez: e poi? Pochi parlano della grande difesa del Barcellona, la migliore di Spagna. Dopo di che, la bellezza del calcio è che può vincere il più debole. C’è qualcosa più di Messi? Solo Messi, cioè la sua continua vo- glia di migliorarsi. Lui è nato grande, ma non così grande. L’ho visto allenar- si, lavorare tantissimo. Unico anche per come sa mettersi in gioco. Debuttò proprio contro la Juve quando era quasi un bambino? Lo so, al Teofeo Gamper del 2005. Non ero in campo, ma al ritorno a Torino i miei compagni mi dissero che avevano visto un giovanotto fenomenale, un talento pazzesco. Colpì tutti. L’identità del Barcellona? Quando arrivai là insieme al mio amico Zambrotta, ci accorgemmo di un altro modo di vedere il calcio. Per loro il pallone è tutto. Lo usano sempre, anche quando fanno ginnastica. Il “torello”, quell’esercizio in cui un giocatore sta in mezzo e cerca di catturare la palla che gli altri si passano in cerchio, in Italia è solo un divertimento, invece per il Barcellona è un’ossessione che dura ore e ore. Se mi piacerebbe vedere il mio amico Buffon alzare la coppa? Moltissimo, sarebbe una magnifica storia di sport. Dopo Madrid gli ho detto: Gigi, io ho fatto carriera anche grazie alla tua bravura. Un portiere del genere copre gli errori dei difensori. Ha saputo superare molte difficoltà, anche grossi problemi alla schiena e adesso mi sembra più forte di sempre. Altre belle storie possibili? Andrea Agnelli che porta quel cognome e io ricordo da ragazzino in trasferta con la squadra. Marchisio e Chiellini che si allenavano con noi titolari, ed erano due sbarbatelli. Ma anche Pedro e Busquets, pure loro li ho ben presenti quando cominciavano la carriera al Barcellona, dove ogni ra- gazzo porta l’imprinting della prima squadra e sa muoversi sul terreno di gioco quasi a memoria. Oppure penso a Iniesta, una persona magnifica oltre che un fuoriclasse meraviglioso. O magari Xavi: sarebbe bello se vincesse la Champions alla sua ultima partita in blaugrana. Pogba davvero un fenomeno? Senza dubbio. È già tra i più forti al mondo, e nel suo ruolo non avrà rivali. Perché usa anche la testa, ha personalità da veterano e paura di niente. Chi è l’anima del Barcellona? Mascherano: mi piace da morire. Ogni allenatore lo vorrebbe, per come dà tutto e per come trasmette il suo spi- rito alla squadra, fino all’ultimo istante. Un vero esempio. In tanti sanno gio- care bene a pallone o anche benissimo, ma la densità umana è materia preziosa, molto rara".