Thanks Steve

25.05.2015 13:10 di  Caterina Baffoni   vedi letture
Thanks Steve
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© foto di Imago/Image Sport

Il suo saluto all'Anfield della scorsa settimana ha emozionato tutto il mondo per gli amanti del calcio e non solo, eppure ieri pomeriggio, nella ultima sfida in Premier persa pesantemente contro lo Stoke City (6-1), con quell'8 sulle spalle che sa di infinito ha voluto salutare definitivamente il suo pubblico reds nel migliore dei modi: realizzando un goal. L'ultimo, per l'idolo della Kop.

Steven Gerrard è stato qualcosa di simbolico come calciatore della sua era: difficile da vivere, pensare o emulare senza collocarlo nel suo contesto spazio-temporale. Eh già. Steve è nato e cresciuto a Liverpool fino a diventare il simbolo della sua metà rossa: un Jonh Lennon tanto per capirci. L'idolo della Kop se ne va in America, proprio sull'orlo di un dolce sfinimento se così lo si pouò chiamare...Eh sì, perchè "Steve Gi" ha dato proprio tutto per quella maglia, più di quanto avesse mai potuto immaginare. La sua squadra sempre davanti a tutti e a tutto. Lui sempre davanti a tutti, giocando da mediano, seconda punta e anche regista davanti alla difesa. Non conta il ruolo, conta la maglia. Lui, che ha alzato la coppa dalle grandi orecchie quando tutto sembrava perduto in quel di Istanbul. Un uomo costante, dallo stile esemplare: un capitano come tutti sognano di essere. Ha vinto, ha segnato, ha esultato, è caduto e si è sempre rialzato. E' luomo che ha alzato la bellezza di 10 trofei, ma che non ha mai abbassato lo sguardo davanti a nessun avversario con quei suoi occhi taglienti, dal sapore di lealtà e coraggio. Non è retorica. Steven è stata una bandiera indelebile, di quelle che ti fanno amare ed apprezzare la bellezza del calcio indipendentemente dall'amore per lo sport. Lui, come Alessandro Del Piero, Maldini, Raul, Neville...Bandiere eterne. Proprio loro: il bello del calcio.