Sacchi: "Determinazione feroce della Juve, bravo Agnelli. Nel dna c'è la cultura della vittoria"

27.03.2015 17:00 di  Giovanni Spinazzola   vedi letture
Sacchi: "Determinazione feroce della Juve, bravo Agnelli. Nel dna c'è la cultura della vittoria"
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© foto di Federico De Luca

Arrigo Sacchi, ex allenatore ed ora opinionista Mediaset, è stato intervistato da "Sette", allegato del Corriere della Sera. Ecco le sue parole. "I tifosi italiani spesso non sanno distinguere ciò che vale da ciò che non vale. C'è troppa ignoranza. Se chiedi loro che cosa sia il calcio, non sanno rispondere. Il calcio in Italia non è uno sport, perché lo sport ha delle regole e noi tendiamo a ignorarle. Abbiamo - ha affermato - uno scandalo all'anno. Non è uno spettacolo, perché del merito e della bellezza non interessa a nessuno. E allora sa che cos'è in Italia il calcio? E' rivendicazione sociale. Un giornalista mascalzone, senza dignità, ha voluto travisare una mia considerazione sul commercio vigliacco di giovani africani. Mi riferivo alla pratica diffusa in alcuni club di comprare gruppi di ragazzini senza averli visionati. Li portano in Italia e poi li abbandonano al loro destino, gonfi di sogni irrealizzabili. E un'operazione che probabilmente nasconde anche qualche illecito finanziario. Chi tecnico mi piace? Eusebio Di Francesco che guida il Sassuolo, Sinisa Mihajlovic della Samp, lo stesso Roberto Mancini che - ha dichiarato - sta crescendo con la sua Inter.

Stefano Pioli che allena la Lazio e si è motto evoluto, e Maurizio Sarri. Nel dna della Juventus c'è la cultura della vittoria. E per questo bisogna complimentarsi con Andrea Agnelli che porta avanti la tradizione: la Juve ha una determinazione feroce. Allegri è un ottimo gestore - ha sostenuto - e spero che diventi un maestro. Roma ha un problema serissimo di ambiente esterno e interno alla società. A Roma si gioca sull’entusiasmo. Ma a livello di non possesso palla, per esempio, c'è molta approssimazione. Florenzi? E' un campione, ma sarebbe meglio per lui lasciare la Roma. Il caso Lotito-Carpi? Il calcio è fatto di speranza. Se togli a una piccola squadra la speranza di essere promossa, è finita. Lotito è un ottimo dirigente, ma se parlasse poco sarebbe perfetto. Parma - ha dichiarato - è la città più civile d'Italia. Ma chi ha gestito la squadra negli ultimi anni ha messo da parte il calcio e ha cominciato a trattare i giocatori come merce. Centottanta ragazzi tesserati. E questi sono i risultati".