Repice (Radio Rai): "Conte? 3-5-2, Pirlo e blocco Juve. Il contratto? Polverone assurdo…’

20.08.2014 07:45 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Repice (Radio Rai): "Conte? 3-5-2, Pirlo e blocco Juve. Il contratto? Polverone assurdo…’

Francesco Repice, giornalista e radiocronista di Radio Rai, da molti anni al seguito della nazionale italiana di calcio, ha analizzato i temi della conferenza stampa odierna di Antonio Conte ai microfoni di CalciomercatoNews.com:

Spesso da una conferenza stampa si comprende molto e Antonio Conte ci ha abituati a conferenze di un certo impatto nella sua carriera. Che effetto le hanno fatto le prime parole del nuovo CT azzurro?

Onestamente, non mi aspettavo nulla di diverso da quello che alla fine ha detto. Non ci sono state sorprese ed in questo senso la conferenza stampa poteva essere, con un po’ di lungimiranza e fantasia, scritta prima di andare in scena. Mi aspettavo parole come orgoglio, vittoria, squadra. Mi aspettavo anche che rispondesse a domande sul suo contratto, sulla squalifica per il calcioscommesse e le risposte sono arrivate puntuali. Non mi aspettavo niente di diverso perché Conte è un allenatore ed un uomo che va dritto al problema, che non si nasconde. E’ un tipo che le cose non le manda di certo a dire. Se sente qualcosa che non va, non ha alcun problema ad andare a dirlo in faccia al diretto interessato, o di arrivare addirittura al litigio come di recente è accaduto in ambienti bianconeri. Mi aspettavo l’Antonio Conte che conosco e non mi ha affato deluso

Conte ha ringraziato Cesare Prandelli per il lavoro svolto nel recente passato ma si riparte comunque dal gol subito da Godin contro l’Uruguay che ci ha cacciati dal mondiale. Quali secondo lei le prime mosse che deve compiere Conte per far ripartire la macchina ‘Italia’?

Lui è stato chiaro su due punti: primo punto si riparte dal blocco juventino e a mio modo di vedere si ripartirà così dal 3-5-2; punto secondo, la frase pronunciata da Conte: “Io preferisco convocare uomini veri, magari meno dotati tecnicamente ma che siano all’altezza a livello morale”. Sullo sfondo c’è però una vicenda che va analizzata e ben sviscerata ed è quella legata ad Andrea Pirlo. Conte ha detto: “Devo riparlare con Andrea e capire cosa vuole fare”. Certo è che comunque, seguendo le parole di Conte, Pirlo, come De Rossi e Buffon, è uno di quelli che ha sempre dimostrato di volere fortemente la maglia azzurra. Bisognerà capire se Pirlo vorrà rimanere fermo sulla decisione di abbandonare la nazionale. Io però lo dico con molta cognizione di causa: se Conte e Pirlo parlano, e parleranno, credo Andrea possa tornare in nazionale per riformare quel blocco juventino di cui si parlava.
Parlando proprio di scelte, credo che basandosi sul 3-5-2, ad eccezione degli Juventini, credo siano ben pochi in Italia i difensori capaci di interpretare quel modulo. Uno tra questi certamente è Ranocchia, difensore che gode della massima stima di Conte. Nel ruolo di Bonucci, Ranocchia potrebbe essere la scoperta di Conte. Il giocatore nerazzurro ha il piede e la presenza giusta per interpretare al meglio il 3-5-2.

Spostandosi verso la zona offensiva e parlando di casi spinosi, si è subito parlato di Rossi e Balotelli. Ad oggi, a suo modo di vedere, quali sono le percentuali di vedere sia Rossi e Balotelli al centro del progetto Contiano? Poste comunque le difficoltà differenti tra i due: resa fisica per Rossi, resa psicologica per Balotelli…

Quando Conte dice “nessuno ha la convocazione in tasca” e “i ragazzi devono dimostrare di essere uomini fuori dal campo”, qualcuno maliziosamente avrà intravisto, e a ragione secondo me, un riferimento a Mario Balotelli. Però, come ripetiamo ormai dal 2008, dipenderà da Mario. Quando questo ragazzo si renderà conto, forse cambierà qualcosa. Ma si renderà mai conto, mi chiedo? Riguardo Rossi, devo essere sincero: molti giorni prima delle convocazioni ufficiali, in occasione della presentazione del singolo dei Negramaro per la nazionale “Un Amore Così Grande”, seppi già dell’esclusione di Pepito dalla lista dei 23 per il Brasile. Però, davvero, adesso non lo so se sarà parte del progetto. Ho grandissima stima di Giuseppe Rossi. E’ un ragazzo serio, pulito, che ci mette l’anima. Sono sinceramente preoccupato ogni qual volta gli accada qualcosa al ginocchio ed è notizia di questi giorni il nuovo stop. Non voglio esprimermi, voglio solo sperare: auguriamogli ogni bene.

Tavecchio ha parlato di “shock positivo portato da Conte”, ma le polemiche già impazzano: l’elevato stipendio, la possibile ingerenza della Puma, il passato bianconero di Conte, la squalifica di Conte. Può essere la nuova avventura dell’ex tecnico bianconero il primo motore di una rivoluzione del calcio in Italia o dobbiamo attenderci soprattutto qualcosa a livello federale da parte di Tavecchio?

Io, dico la verità, che Tavecchio faccia la rivoluzione, ci credo davvero poco. Io credevo nella rivoluzione di Cesare Prandelli. Quel modo di pensare calcio, di pensare la vita, credevo fossero decisivi per il nostro movimento. Le cose però non sono andate per il verso giusto soprattutto nell’ultimo anno perché prima le cose fatte erano a dir poco egregie. La squadra giocava bene, i giocatori si comportavano bene, c’era un modo di proporsi totalmente diverso dal passato. Nell’ultimo anno è successo qualcosa che ha rotto un po’ il tutto ed il fallimento brasiliano si è presentato davanti agli occhi di tutti. Non credo che a questo punto, con questi uomini, si possa parlare di rivoluzioni, ma le polemiche, quello è chiaro, vanno messe da parte. Il passato bianconero di Conte ad esempio? A me non interessa assolutamente. Lui fa l’allenatore della nazionale ed in tempi non sospetti, quando allenava la Juve, aveva detto di essere pronto, in caso di addio al bianconero, a valutare anche offerte da Inter e Milan in quanto professionista. Allenatore e tifoso non sono due cose che possono andare insieme. La squalifica per il calcioscommesse? Lui ha sempre detto di essere innocente e io voglio ricordare che si parlava di una squalifica per un’omessa deuncia. Io non sono nato ieri ed avendo giocato a pallone, seppur a livelli infimi, capisco perfettamente le parole di Buffon quando dice “meglio due feriti che un morto”. Conosco bene questo mondo e non mi meraviglio, non so se mi spiego. La pena comunque Conte l’ha scontata: ha sbagliato, ed ha pagato giustamente. L’elevato contratto? La federazione spende per Conte gli stessi soldi che spendeva per Prandelli. Se ci sono dei privati che vogliono investire non capisco perché la legge di mercato debba valere per tutti meno che per i calciatori e per gli allenatori, che alla fine sono quelli che fanno più guadagnare questo mondo. Se esiste il mercato, perché non deve esistere per l’allenatore della nazionale, perché non deve esistere per Antonio Conte? Se io sono un privato e voglio investire su una figura, su un brand, su una professionalità che risponde al nome di Antonio Conte, non capisco perché bisogna per forza scandalizzarsi. Sinceramente non vedo dove sia il problema. Si sta alzando un assurdo polverone, visto e considerato che la FIGC sta svolgendo un investimento assolutamente pari ai precedenti”.