Quando professionalità e professionismo sono soltanto parole

Le dichiarazioni di Mario Macalli non sono solo inesatte ed inopportune, ma mettono in evidenza la scarsa preparazione e conoscenza dei fatti di chi dovrebbe contribuire a risollevare le sorti del calcio italiano.
22.08.2014 08:10 di Enrico Danna   vedi letture
Quando professionalità e professionismo sono soltanto parole

Caro Macalli (o forse dovremmo chiamarla Magalli, dimostrando la stessa carenza di informazione da Lei dimostrata parlando di Farsopoli?), le Sue dichiarazioni di oggi, non sono soltanto inesatte ed inopportune, ma mettono in evidenza, una volta di più, l'inadeguatezza di chi riveste certi ruoli e dovrebbe contribuire al rilancio del calcio italiano. Ha parlato di professionisti e professionismo: ebbene, un qualsiasi professionista che si rispetti e che si possa considerare tale, deve essere a conoscenza dei fatti prima di parlare e, soprattutto, non dovrebbe rilasciare dichiarazioni solo perché, come si suol dire, ha la lingua in bocca. Meglio quindi parlare di professionalità. Caro Macalli, si domanda perché ci sono dubbi e perplessità in merito al nome di Carlo Tavecchio alla guida della Figc? Considerando le gaffes a raffica del nuovo Presidente, le esternazioni da Lei rilasciate oggi su Farsopoli (completamente errate), capisce che non si possano proprio dormire sogni tranquilli. Vorremmo intanto ricordarLe che se Lei ricopre un ruolo rilevante all'interno di una Federazione rappresentativa di un Paese che storicamente ha un suo peso nella storia del calcio mondiale, in buona parte lo deve proprio ai giocatori forniti da quella Società che oggi Lei accusa quale causa di tutti i mali del movimento calcistico domestico. E sì, perché senza i giocatori forniti dalla Juventus, la Nazionale italiana avrebbe vinto probabilmente meno di quella del Burundi e magari oggi, Lei, sarebbe un rappresentante di una federazione di Opti Poba e mangia banane. Chissà se ricorda che in quella famosa finale del 2006, ben 8 giocatori che vestivano la maglia bianconera (tra azzurri e francesi) erano in campo, mentre non si può dire altrettanto in riferimento a Società da Lei portate a vanto ed esempio, oppure taciute per indubbia mancanza di dati utili. Chissà come mai, volente o nolente, è stata quasi sempre la Vecchia Signora l'ancora di salvezza a cui s'è aggrappata il calcio italiano.

E anche adesso pare che......Passando oltre, sul fatto che Adriano Galliani sappia fare bene il suo mestiere, siamo tutti d'accordo, ma da qui a cucirgli un'aureola di santità sopra la testa, ce ne passa di tempo. In quanto alla Lazio del da Lei incensato presidente Lotito, ricordiamo che per la squadra capitolina fu creato un salvataggio ad hoc, possibilità negata (per molto meno) in anni precedenti a Società anche decisamente più blasonate. E non è stata la sola Società a ricevere aiuti, direttamente o indirettamente. Un consiglio da amici, poi: quando si scaglia una pietra ritenendosi senza peccato, meglio assicurarsi che non ci siano macchie sui vestiti o scheletri in qualche armadio). Vede, egregio signor Macalli, il tifoso juventino non è disposto a svendere la propria dignità, né a farsi comprare, né tanto meno a passare sopra a certe ingiustizie che sono ferite che mai si rimargineranno. Forse i cosiddetti professionisti dimenticano, ma noi no. Noi non siamo disposti a barattare la nostra dignità con niente e nessuno. Noi non dimenticheremo, fino a quando giustizia non sarà fatta e fino a quando i professionisti della Federazione non avranno coraggio di ammettere la verità dei fatti: la verità vera, non quella creata ad arte per aizzare il diffuso sentimento popolare anti juventino.