Nicchi: "L'arbitro non chiederà nulla: è un anno sperimentale, durante la gara non succederà nulla. Ci saranno arbitri che verranno abituati a vedere un'immagine tramite una telecamera"

26.09.2016 12:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Nicchi: "L'arbitro non chiederà nulla: è un anno sperimentale, durante la gara non succederà nulla. Ci saranno arbitri che verranno abituati a vedere un'immagine tramite una telecamera"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

A "Radio Anch'io Sport", Nicchi parla della moviola in campo: "Ci sono tanti punti importanti nel nostro programma, di cui parleremo. In questo momento lasciatemi godere la forza e la compattezza dell'AIA, un'associazione che lavora sulle idee e non sulle chiacchiere. In questi anni abbiamo risolto tanti problemi, l primo problema da affrontare è la violenza sui campi di calcio, anche nei confronti degli arbitri. Ora l'obiettivo è divertirsi, crescere ed essere un punto di riferimento per la federazione".

Con 242 voti ha battuto Zappi, che aveva lanciato nel suo programma le interviste con gli arbitri post-partita: lei che pensa?
"E' un progetto a cui sto lavorando da tempo, che fa parte del mio programma. Un giorno in cui arriveremo a parlare serenamente di tutto vorrà dire che saremo cresciuti sotto tutti i punti di vista. Se c'è chi straparla degli altri, vuol dire che non c'è democrazia. Ovviamente non tutti sono disponibili, perché se si mettono avanti a tutto gli interessi personali, decade tutto".

Pensa che l'arbitro potrà parlare nel post-partita spiegando le proprie ragioni?
"Parlandone a bocce ferme o quando l'adrenalina si è abbassata, tutto è spiegabile e tutto è comprensibile. Leggendo sui giornali vedo che è dato del matto ad un arbitro. E' un passo delicato su cui rimango dubbioso, non tutti sono preparati ad affrontare un dibattito pubblico con la giusta calma".

Forse anche la moviola in campo potrebbe aiutare?
"Bisogna vedere, anche lì parliamo di sperimentazione, mi auguro sia di aiuto ad eliminare i dubbi e non gli errori. A certe persone magari serve un'immagine per spiegare le cose: il calcio è bello perché si gioca in tantissime partite, dodicimila partite a settimana, bisogna credere nel lavoro delle persone, rispettare il lavoro dei giocatori ma anche degli arbitri".

Tra gli arbitri c'è vorrebbe parlare? Ne avete parlato durante le ultime riunioni?
"Ci sono opinioni ovviamente, c'è è propenso a farlo e chi no. Ma ovviamente la regola varrebbe per tutti: far parlare oggi un arbitro, con la mentalità attuale, sarebbe solo far ammettere ai nostri fischietti un errore post-partita. Non si può far fare conferenze stampa solo sugli errori".

C'è possibile che in futuro gli arbitri si possano conoscere, anche dal punto di vista della personalità e non solo della sua prestazione in campo?
"Chi vuole conoscere gli arbitri deve sapere che noi abbiamo 209 sezioni in Italia, abbiamo giornalisti che conoscono tutto di noi ma non ne parlano perché è più interessante parlare di un rinnovo di contratto. Poi quando lo si conosce, si apprezza anche l'arbitro e non si pensa solo al suo errore: chi conosce oggi un arbitro conosce innanzitutto una persona per bene".

Siamo vicinissimi alla sperimentazione della moviola in campo: come funzionerà?
"L'arbitro non chiederà nulla: è un anno sperimentale, durante la gara non succederà nulla. Ci saranno arbitri che verranno abituati a vedere un'immagine tramite una telecamera, farà una relazione e diranno quando avrebbero chiamato in causa l'arbitro o lo stesso arbitro avrebbe chiamato in causa la moviola. Alla fine la UEFA e l'International Board decideranno il protocollo: ci sarà un arbitro davanti alla telecamera ma che non potrà correggere l'eventuale errore. La sperimentazione è molto complessa ma noi siamo pronti a iniziare".