Marelli: "Questa la mia valutazione su Rizzoli. L’uomo non è una macchina”

23.10.2016 23:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Marelli: "Questa la mia valutazione su Rizzoli. L’uomo non è una macchina”
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© foto di Federico De Luca

L'ex arbitro Luca Marelli ha commentato l'operato di Rizzoli in Milan-Juventus ai microfoni del sito calciomercato247.it:

 

Milan-Juventus: ieri l’errore di Rizzoli è’ stato decisivo, quali sono le tue valutazioni nella sua scelta? È’ stato giusto ascoltare l’assistente di porta?

“In attesa di ricostruzioni ufficiali, l’unico modo per analizzare l’episodio è basarsi sulle immagini e sull’esperienza. Rizzoli, dopo aver correttamente convalidato la rete ed avallando la valutazione di Cariolato che si avvia verso il centrocampo, torna sull’episodio, evidentemente avendo un dubbio sulla dinamica dell’azione. In quei momenti, ed in assenza (per ora) della possibilità di utilizzare il mezzo tecnologico, l’unica via per far chiarezza è il confronto e l’analisi mentale di quanto visto. Rizzoli, probabilmente, chiede delucidazioni sulla posizione di Bonucci, peraltro valutata come regolare o, comunque, come ininfluente ai fini della realizzazione della rete. Cariolato, dopo il conciliabolo con Rizzoli, rivede l’ultima immagine di fuorigioco fissata nella mente e vede un calciatore della Juventus oltre il penultimo difendente. Non escludo, a questo punto, che Massa (addizionale) possa aver riferito di un tocco di Bonucci o di un tentativo di intervento dello stesso e che il pasticcio si sia concretizzato con lo scambio di persona, cioè col ricordo di Cariolato che confonde Benatia (in fuorigioco assolutamente passivo) con Bonucci (in posizione regolare). Da qui la ricostruzione di un tocco o di un “impatto visivo” su Donnarumma di Bonucci (che forse c’è stato ma ininfluente dato che parte in posizione regolare) erroneamente scambiato per Benatia al momento della punizione di Pjanic. Sgomberiamo subito il campo da qualche equivoco. Massa non ha segnalato alcuna posizione di fuorigioco: non è sua competenza ed un arbitro internazionale come il ligure non si sognerebbe nemmeno di intervenire con una valutazione che non appartiene nemmeno lontanamente alle sue competenze. Al limite potrebbe aver segnalato un tocco di Bonucci ma anche in questo contesto non ho alcuna certezza.”

Dopo il suo sbaglio come si può migliorare il controllo della partita?

“L’uomo non è una macchina. E’ ovvio che, dopo un episodio del genere, non c’è alcun modo di “rimediare” e, infatti, Rizzoli non ha in alcun modo modificato la sua linea, ha continuato a fischiare ciò che riteneva necessario. In tutta franchezza e nonostante l’errore evidente (e che, nell’intervallo, è sicuramente giunto negli spogliatoi, sia dei calciatori che degli arbitri), devo dire che l’ascendente di Rizzoli è emerso anche nel secondo tempo, durante il quale i giocatori della Juventus, benché penalizzati da un errore noto ormai a tutti, non hanno mai esagerato nelle rimostranze, pensando solo a giocare. Non è certo un caso che, a fine gara, solo un giocatore della Juventus risulterà ammonito per proteste: Pjanic, peraltro nel primo tempo e nei momenti immediatamente successivi all’annullamento. Ciò significa che, seppur in presenza di una serata complessivamente negativa, mai è stata messa in dubbio l’autorevolezza dell’arbitro bolognese. Autorevolezza sulla quale sarebbe abbastanza sciocco discutere.”

Ha mai avuto episodi simili nella tua carriera?

“Tutti gli arbitri, ad ogni livello, hanno dovuto confrontarsi con errori gravi. Per quanto concerne la serie A ricordo una partita (arbitrata malissimo) ad Udine, decisa da un rigore a favore degli ospiti a fine primo tempo per un fallo commesso dal difensore Coda fuori area. Decisi nell’immediatezza di sanzionare il fallo con un calcio di punizione diretto dal limite, decisione cambiata dall’assistente che mi convinse a concedere il calcio di rigore, poi risultato decisivo per la vittoria del Catania. Rispetto a Rizzoli non ho problemi ad ammettere che il secondo tempo fu un caos terrificante dato che i giocatori dell’Udinese non perdevano occasione per ricordarmi l’errore, tanto che l’Udinese stessa chiuse la gara in otto calciatori frutto di tre espulsioni, una delle quali a carico del capitano Di Natale reo di avermi applaudito ironicamente a centrocampo. Come spesso affermo: capita. L’importante è accettare le critiche, riflettere sugli errori e cercare di non ripeterli in futuro. Sentirsi infallibili significa solo essere arrivati al momento in cui è d’obbligo ritirarsi perché manca la volontà di migliorarsi giorno dopo giorno, partita dopo partita.”