LIVE - BONUCCI: "Col Benfica daremo tutto, vogliamo alzare la Coppa. Terzo Scudetto per rimanere nella storia. Tevez e Llorente hanno dato tanto. Stagione Juve da 7,5"

17.04.2014 15:50 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
LIVE - BONUCCI: "Col Benfica daremo tutto, vogliamo alzare la Coppa. Terzo Scudetto per rimanere nella storia. Tevez e Llorente hanno dato tanto. Stagione Juve da 7,5"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Leonardo Bonucci è protagonista oggi pomeriggio della Live Video Chat con i Member bianconeri, su Juventus.com. Tuttojuve.com ha riportato integralmente e in tempo reale le dichiarazioni del difensore viterbese, che ha risposto ai tifosi in diretta dallo Juventus Training Center di Vinovo.

Come state preparando la doppia sfida con il Benfica? Quali sono le sensazioni alla vigilia di questa sfida così importante?
"Sensazioni sicuramente positive, ci giochiamo il passaggio ad una finale, una finale che si gioca in casa, quindi è giusto mettere in campo tutto quanto, tutto quello che avremo sia a Lisbona che in casa,perchè è un obiettivo stagionale e vogliamo alzare la Coppa".

Sei sempre più assist-man. Come hai avuto questa crescita sotto questo aspetto?
"Sicuramente il segreto è nel credere nelle proprie potenzialità e nell'applicazione durante gli allenamenti, ogni volta che si provano le giocate, farle sempre con la massima concentrazione e con la massima attenzione. Alla fine è quello che chiede il mister, di provare la giocata anche quando si potrebbe fare una scelta più facile. Mi piace il fatto di prendermi delle responsabilità è come è successo i miei passaggi sono diventati assist per gli attaccanti".

Sei migliorato in questi anni. Quando hai sentito di essere al top delle tue qualità?
"Diciamo che uno al top non c'è mai perchè bisogna sempre migliorarsi, però sicuramente dopo il primo anno passato con il mister, dove ho aumentato il mio livello di attenzione e di cattiveria sul campo, lì ho sentito che il destino nella Juventus era nelle mie mani. Quindi grazie al'applicazione, grazie alle scelte fatte dal mister, che ha creato un abito perfetto per questa squadra in base ai giocatori che aveva, un 3-5-2 perfetto per le mie caratteristiche perchè mi consente di giocare la palla tutte le volte che ne sono in possesso".

Qual è l'avversario più ostico che hai dovuto marcare?
"In questi ultimi anni, sicuramente quello che mi ha messo più in difficoltà è stato Milito, perchè è un giocatore completo, un attaccante completo, sa attaccare gli spazi, fare sponde, le giocate aeree, è forte e poi è difficile da spostare. E' completo, ma come lui ce ne sono stati tanti altri. In certe partite devi mantenere la concentrazione altissima, anche più del 100%, perchè a ogni minimo errore questi sono attaccanti che non ti perdonano".

La partita più difficile?
"La partita più difficile contro il Bayern Monaco, la partita di ritorno. Perchè comunque dovevamo andare oltre le nostre capacità, oltre nostre forze fisiche, per poter ribaltare il risultato, però purtroppo non ci siamo riusciti. Ma credo che in quella partita, soprattutto nel primo tempo, gli undici scesi in campo con la maglia bianconera abbiano dato non il massimo, ma anche di più".

Tu hai messo la firma su una vittoria molto importante, quella con il Lione. Quali sono state le emozioni per il gol?
"Emozioni bellissime, tanta gioia, tanta adrenalina, poi è stato bello poter festeggiare sotto lo spicchio di tifosi bianconeri, perchè alla fine è stato un gol importante, arrivato negli ultimi minuti della partita. E per me che sono sempre stato juventino e sento questa maglia addosso come una seconda pelle, credo sia stata una grandissima gioia  riuscire a portare la Juventus nella Semifinale di Europa League".

Che sensazioni provi nel vestire i colori di una squadra della quale non sei soltanto un giocatore ma anche un tifoso?
"E' un motivo d'orgoglio e rispetto ad altre maglie che ho indossato, cerco sempre di mettermi nelle due posizioni, quello che vorrebbe un tifoso dal proprio giocatore e quello che devo fare io come giocatore stesso in campo".

Come ti prepari alle gare? Hai qualche rito scaramantico?
"Pochi secondi prima del fischio d'inizio, ho un mio metodo per ritrovare la concentrazione, piantandomi sul campo e cercando una posizione ben eretta. Ma la cosa che mi piace di più è quando entro in campo, soprattutto in casa, perchè senti il calore dei tifosi, dello stadio, e lì aumenta ancora di più l'adrenalina, la concentrazione, la voglia di iniziare la partita e di portare a casa la vittoria". 

Tu, prima del riscaldamento, entri sempre in campo per primo e fai un applauso verso la Tribuna Est. Come mai?
"Non c'è un perchè, mi piace entrare in campo per primo perchè voglio gustarmi tutto dall'inizio. Quindi entro in campo per primo e vado a salutare la Est perchè è nella direzione di corsa; per primo saluto la Curva perchè faccio una corsa orizzontale sul campo e poi  la Tribuna Est. Li ringrazio  perchè quando entriamo in campo sono sempre pronti ad applaudire".

Noti le coreografie dello stadio? Ce n'è una che ti ha colpito in particolare quest'anno?
"Sì, le noto e fanno sempre piacere. Quella che mi è piaciuta di più è stata quella...non mi ricordo se contro l'Inter, quando venivano indicate le distanze da Milan e Inter, quella è stata una bella coreografia. Infatti quando siamo entrati in campo, a noi è uscito un sorriso perchè è stato un motivo di orgoglio rendere così partecipe uno stadio intero e così orgogliosi 14 milioni di tifosi".

Cosa significherebbe per te riuscire a raggiungere il terzo Scudetto?
"Significherebbe entrare ancora di più nella storia bianconera. Quando fai il calciatore, per farti ricordare devi scrivere pagine importanti e sicuramente quando lo fai per la terza volta consecutiva, vinci uno Scudetto soprattutto in una società così importante, rimani nella storia e spero di rimanerci ancora per tanto tempo".

Il momento più emozionante di questi tuoi quattro anni in bianconero?
"Ce ne sono stati diversi. Il primo su tutti, sicuramente, è stata la firma del primo contratto, perchè significava arrivare nella squadra per la quale facevo il tifo sin da bambino, se stavo a occhi chiusi e immaginavo Leonardo da grande, immaginavo un giocatore con la maglia bianconera. E quando ho firmato per la Juventus è stata la prima emozione forte. Poi il gol a Palermo che ha voluto dire il sorpasso al Milan e la corsa verso il primo Scudetto".

Che cosa ti senti di consigliare a un giovane calciatore che sogna una carriera come Bonucci?
"Io cercavo prima di tutto di divertirmi, quello credo sia il segreto per far si chè il lavoro non mi pesi ora che lo faccio di mestiere. Devi sempre cercare e vedere nel pallone un divertimento e non uno stress".

Quanto sarebbe importante un trionfo internazionale in prospettiva futura?
"Sicuramente sarebbe importante perchè oltre a riportare la Juventus nei piani alti dell'Europa, darebbe a noi giocatori un'esperienza internazionale importante, anche in vista di un Mondiale che vuole vedere l'Italia protagonista". 

Il significato della tua esultanza?
"E' un gesto coniato dai miei amici, perchè siamo un gruppo di juventini, milanisti e interisti, allora è nata un po' come una scommessa: loro dicevano che non avevo coraggio di fare questo gioco dopo un gol. Al primo anno di Juventus, c'era la scommessa che se avessi fatto 5 gol in un anno e avessi esultato in quella maniera, loro si sarebbero rasati tutti i capelli. Da lì è nato questo gioco che per me è un'esultanza,  che piace, perchè la gente ha capito il significato e mi scrive anche che è orgogliosa di questa esultanza, che fa capire a tanti che quando si parla della Juventus si devono sciacquare la bocca".

Quest'anno grandissima stagione di Tevez e Llorente. Come giudichi i nuovi arrivi di quest'anno?
"Sono arrivati due campioni, due giocatori che hanno vinto tanto. Nando è stato campione d'Europa e del Mondo con la Spagna, Carlos non lo scopriamo certo noi. Hanno dato tanto non solo sul campo, ma anche nello spogliatoio. Carlitos è un leader vero e ha dato tanto, dà una carica impressionante soprattutto prima delle partite e poi sul campo quando lo vedi rincorrere un difensore che gli ha appena rubato palla".

Con chi hai legato di più tra i tuoi compagni?
"Siamo un gruppetto dovuto anche alle esigenze familiari, perchè alla fine con i bimbi ci ritroviamo spesso, con Barzagli, Storari, Pepe, in più si aggrega Giorgio Chiellini, quindi questo è un gruppo che si frequenta fuori e io ne faccio parte".


Che emozioni provi nel vedere i tifosi che indossano la tua maglia?
"E' importante perchè significa che si sta facendo tanto, che la gente ti vuole bene e per me è sicuramente motivo di orgoglio e una spinta in più a fare ancora meglio, perchè vuol dire che a quelle persone sono entrato dentro e credo non ci sia cosa più importante che un giocatore possa essere d'esempio per tanti altri ragazzi o bambini".

Chi vince la Champions?
"Bayern".

Segui il calcio internazionale?
"Sì".



Se dovessi dare un voto alla tua intesa con i compagni di reparto?
"Diciamo che la perfezione non c'è mai, però un bel 9... lo abbiamo dimostrato sul campo, quando giochiamo, a prescindere che sia Andrea, Giorgio, Martin o Angelo, c'è comunque un'intesa importante, e questo ha portato la Juventus ad essere una delle migliori difese negli ultimi anni".

Cosa vi dice il mister nell'intervallo?
"Ma non c'è un discorso standard, cambia in base alle partite, alle cose che vanno o che non vanno. Molto spesso si fanno delle brevi lezioni tattiche alla lavagna per capire dove poter migliorare".

Cosa vuol fare Bonucci dopo la carriera da calciatore? E' ipotizzabile un Bonucci allenatore?
"Diciamo che negli ultimi tempi l'idea non la scarto più come facevo qualche anno fa. Diventando grande comunque uno si accorge quali sono le proprie idee per il futuro  e questa nel mio cervello c'è perchè comunque sia ho imparato tanto in questi anni e vivendo un calcio come lo viviamo noi, attraverso il mister, mi fa capire che le idee sono importanti. E siccome a me piace anche  tanto ragionare, leggere tante situazioni, questa è una situazione che mi piaceebbe riproporre quando sarò grande".

In difesa chi detta i tempi?
"Di solito sono io, ma semplicemente perchè sono quello più arretrato e quindi ho in mano la situazione tattica. Molto spesso sono io a chiamare le uscite degli attaccanti o di un esterno  o di un centrocampista, ma da sempre la squadra è diretta dalla linea difensiva, quindi che sia io, Barza o Angelo, chi si trova nella posizione più opportuna urla e chiama il pressing".

Un pregio e un difetto del Bonucci uomo?
"Il difetto è che sono pigro e un pregio che sicuramente sono molto disponibile".

Perchè hai scelto il tuo numero di maglia?
"Oltre ad esserci un discorso di numerologia che non sto lì a spiegare, perchè ci vorrebbe il tempo dell'intervista, in più mia moglie è nata il giorno 19, la mia firma sempre attraverso la numerologia è un 19, quindi è un insieme di coincidenze e di situazioni che mi hanno portato a sceglierlo".

C'è un difensore del passato a cui ti ispiri?
"Io ho sempre detto che il mio modello di difensore, a prescindere dal giocatore, è stato Nesta. Sicuramente sono lontano anni luce dalla sua classe e dalla sua forza,  però in molti hanno detto che nell'eleganza delle giocate, nel modo di applicarmi, somiglio molto a lui".

Degli avversari che affronterete nel girone Mondiale, chi ti preoccupa di più?
"Nel girone sicuramente, a parte la coppia di attaccanti dell'Inghilterra, Rooney-Welbek, che abbiamo già avuto modo di incontrare all'Europeo, quella che mi stuzzica di più la voglia di incontrarla è quella Suarez-Cavani. Suarez comunque sta facendo grandissime cose in Premier, Cavani in Francia, sarà un bel duello e sarà un incentivo in più a voler portare la maglia azzurra il più a lungo possibile nel Mondiale".

Che cosa c'è scritto sui tuoi parastinchi?
"Su uno ho una frase tatuata, un ringraziamento a Dio, ma non per chiedergli qualcosa, ma semplicemente per ringraziarlo per tutto quello che mi ha dato. Poi sull'altro una foto che ritrae me, mia moglie e Lorenzo mentre eravamo in casa".

Il tuo rapporto con i compagni? Chi è il più simpatico?
"Questa è una risposta scontata perchè diranno tutti Pepe". 

Non perdi mai l'esultanza post-gara? Come mai è così importante?
"Perchè io metto anche dalla parte del tifoso, mi va di esternare quelle che sono le sensazioni. Poi lo trovo anche rispettoso per chi si fa i chilometri, soprattutto nelle difficoltà di questo periodo, ringraziarli a prescindere dal risultato, perchè lo trovo un gesto di massimo rispetto nei loro confronti".

Una valutazione della stagione della Juve....
"7,5, perchè comunque quello che ci siamo mangiati in Champions League è soltanto colpa nostra".

Come vivi la tua vita in famiglia? Sappiamo che c'è anche un altro bimbo in arrivo...
"Sì un altro bimbo. Fra pochi giorni arriverà questo secondo bimbo. Sicuramente la gioia che ti danno i figli è qualcosa di unico. Quel poco di tempo libero lo dedichiamo con mia moglie a Lorenzo, magari con una passeggiata. Ieri che ero libero nel pomeriggio siamo andati a fare un giro in bici; sono quelle piccole attività familiari che ti rendono orgogliosi di aver creato una famiglia".

Che rapporto hai con i social network e come li utilizzi?
"Io li ho avuti da sempre, soprattutto facebook, anche nei periodi in cui le cose non andavano proprio benissimo, ho sempre cercato di rendermi disponibile anche con persone che forse non lo meritavano, perchè  alla fine sono arrivati tanti insulti, soprattutto alla famiglia, ai miei genitori e certe cose non fanno piacere. Però io sapevo che era tutto nelle mie mani, ho continuato a lasciare profili, a gestire queste cose personalmente, perchè mi piace avere un contatto diretto e mi piace sia quando la gente mi loda, sia quando mi attacca, perchè significa che sto facendo qualcosa che non va e perchè significa che devo migliorare".

Ma è vero che sei appassionato di videogiochi?
"Appassionato no, gioco ogni tanto quando il tempo me lo permette. Adesso ho un po' mollato perchè con gli impegni calcistici e familiari, il tempo è veramente poco. Da piccolo giocavo molto, ma non mi sono mai piaciuti i giochi di calcio, ma giochi d'azione, di avventura o di automobilismo".  

Torino ti piace? Quali luoghi frequenti?
"Mi piace come città soprattutto perchè ha una collocazione ben precisa e comoda, perchè con un'ora sei a Milano, con un'ora d'aereo sei a Roma, sei vicino al mare, puoi andare in montagna, quindi come posizione geografica è l'ideale per tutto quanto. Poi come città offre tanto a livello di monumenti, di attrazioni: ho avuto modo di andare alla Mole, al Museo dell'Automobile, al Museo Egizio, quindi ti offre tanto. E ha delle piazze veramente belle dove soprattutto in queste giornate di sole puoi passeggiare, puoi giocare con i bimbi, quindi per me Torino è una delle città più belle d'Italia".

Hai la passione per il cinema?
"Sì, c'è passione, soprattutto quando sono in ritiro, tramite computer, perchè il tempo di andare al cinema è veramente poco e soprattutto con il bimbo adesso è ancora presto. Un film che mi è piaciuto tanto è stato "Io vi troverò", perchè comunque ti fa capire cosa significa essere padre.  In determinate situazioni devi avere la mente fredda e il cuore caldo per agire e per mettere al sicuro la vita di chi ti dà  proprio la gioia di vivere".

Da papà immagini già Lorenzo calciatore?
"No, diciamo che gioca tanto per la palla, per essere un bimbo di venti mesi calcia già al volo, quindi è già avanti, però sono dell'idea che non vadano pressati nelle loro scelte, quando sarà grande sarà lui a scegliere se vorrà provare ad essere  un calciatore, un tennista, uno sciatore o un nuotatore. Libertà di scelta perchè credo sia la cosa più giusta".

Ripercorrendo la tua carriera dall'inizio, c'è qualcuno che ti senti di dover ringraziare?
"Sicuramente sono due gli allenatori che devo ringraziare: uno è Carlo Carrone, che è stato il mio allenatore alla Berretti della Viterbese, è stato lui a scoprirmi difensore, mentre prima giocavo un po' attaccante, un po' centrocampista davanti la difesa. Lui mi disse: se vuoi fare il calciatore da grande devi fare il difensore centrale. Io ero un po' perplesso perchè mi piaceva giocare rivolto verso la porta avversaria e non vicino alla mia porta, ma accettai, perchè ero il capitano di quella squadra e dovevo accettare quella scelta. Con il senno di poi lo ringrazio perchè è stata la svolta. Poi un grazie va sicuramente a Ventura, che viene dall'altra sponda della città, ma che per me ha significato tanto. Sono stato con lui cinque mesi a Pisa e da perfetto sconosciuto mi ha fatto diventare un Bonucci titolare nella nazionale".

I tuoi obiettivi come giocatore e come uomo?
"Come giocatore della Juve sicuramente continuare a vincere, continuare a scrivere la storia di questa gloriosa società. Come uomo di continuare a crescere la mia famiglia come sto facendo, con l'arrivo adesso di Matteo e magari mi piacerebbe che il prossimo sia una femminuccia".(redazione Tuttojuve.com).


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