La Repubblica - Pm Di Martino: "Non penso che il giudice Salvini si riferisse a Conte. Posizione Gattuso quasi marginale"

20.12.2013 08:40 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
La Repubblica - Pm Di Martino: "Non penso che il giudice Salvini si riferisse a Conte. Posizione Gattuso quasi marginale"

Dalle colonne di Repubblica arrivano le parole del pm di Cremona Roberto Di Martino, che sta conducendo l'inchiesta sul calcioscommesse. "Per noi questa è un’indagine come tutte le altre. Ha soltanto l’aggravante di essere molto importante per mole di atti e noi qui siamo senza pm e senza cancellieri - spiega il pm -. Gattuso è uno delle centinaia di indagati dell’indagine. Mi è dispiaciuto molto sentire e vedere certe cose. La sua è una posizione collaterale, quasi marginale. Perchè lo abbiamo indagato? Perché dovevamo. A me personalmente Gattuso sta anche molto simpatico, ho tifato per lui in nazionale quando giocava. Ma avrei fatto onore al mio mestiere se avessi avuto per lui un trattamento diverso a quello di un qualsiasi altro cittadino? Gattuso è campione del mondo per la storia. Ma non può esserlo per la giustizia. L’iscrizione, vorrei ricordare, è un atto a garanzia dell’indagato. E comunque ci sono delle risultanze, e delle coincidenze diciamo così, tali, da meritare un approfondimento. Non potevamo far finta di niente. In Italia esiste l’obbligatorietà dell’azione penale. Era necessaria la perquisizione alle sei del mattino? Da che mondo e mondo le perquisizioni si fanno alle sei del mattino. Dopodiché abbiamo preso quello che cercavamo (ndr, computer e supporti informatici). Se troveremo qualcosa di interessante, verrà chiesto il rinvio a giudizio. Caso contrario, archivieremo.

In un procedimento le posizioni non sono tutte uguali. Non abbiamo mica chiesto l’arresto di Gattuso. Qualcosa vorrà dire".
A Di Martino fanno notare che il giudice Salvini nell’ordinanza fa un ragionamento sulla frode sportiva, sostenendo che è reato anche il “biscotto”, il “meglio due feriti che un morto”. Quindi gli domandano se il riferimento fosse a Conte. E lui risponde: "Non lo so, non penso. Salvini ha condiviso un mio ragionamento generale: se due squadre decidono di pareggiare, comunque raccolgono un vantaggio. Che è di non perdere. Quindi per me commettono un reato. Ne abbiamo parlato anche la scorsa settimana a Bruxelles, dove siamo stati chiamati dall’Unione Europea. Vogliono pensare una legislazione comune, lì sono molto interessati a quello che stiamo facendo".
"Se vedo ancora il calcio? Cerco di non pensare a questa indagine - conclude Di Martino -. L’altra sera ho registrato le due partite di Champions. Mi è dispiaciuto molto per il Napoli. Poi vedevo il Milan. A un certo punto ho sentito che si era fatto male Abbiati e si scaldava l’altro portiere, Coppola (ndr, l’accusatore di Conte: uno dei testimoni dell’inchiesta). Allora… Ho spento".