Il Giornale - Damascelli: "La commedia dei consulti che trasforma l’arbitro nel primo degli indecisi"

23.10.2016 11:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Il Giornale - Damascelli: "La commedia dei consulti che trasforma l’arbitro nel primo degli indecisi"

"La commedia dei consulti che trasforma l’arbitro nel primo degli indecisi", titola Il Giornale. "L’ultimo esempio con Rizzoli sulla rete di Pjanic Caos, auricolari, minuti persi e addio certezze".
Tony Damascelli commenta: "Andrà sempre peggio. Ormai gli arbitri hanno paura, si consultano, come fossero medici in sala operatoria dinanzi a un caso delicato, temono di sbagliare, rischiando chissà quali conseguenze. E sbagliano. Non perché il gol di ieri sera, quello segnato da Pjanic su punizione e poi annullato, fosse più o meno regolare, ma perché il vertice successivo tra Nicola Rizzoli e i suoi collaboratori, lo scambio di pensieri, parole, opinioni, ha ribadito che la nuvola grigia, quella delle nuove tecnologie, della Video assistenza arbitrale, finirà per uccidere lo spirito di questo gioco, la sua fluidità, in ultima analisi l’accettazione del verdetto. (.....) Oggi l’arbitro ha quattro collaboratori di linea più il “bidello” destinato a segnalare il recupero e i cambi. Sei uomini non ne fanno uno, cresce la confusione, aumentano gli equivoci. Bonucci era in fuorigioco? No. Ma forse ha condizionato l’intervento di Donnarumma? Forse.

Rizzoli aveva convalidato il gol? Si. Il suo assistente di porta anche? Si. L’assistente di linea? No. Almeno questo dicono le immagini che, tuttavia, aggiungono caos, perché smascherano Rizzoli che dialoga con il suo assistente ma, contemporaneamente, ascolta quello che gli viene detto all’auricolare da un altro collaboratore. Secondi, minuti, come al Ferraris di Genova, si perdono non le partite ma si perde il football. L’errore è umano ma la commedia dei consulti non serve a nessuno. La partita di ieri sera, a sprazzi bella, è diventata sporca e nervosa proprio per le incertezze di Rizzoli e della sua squadra. Non è la prima volta, non sarà l’ultima ma il calcio non può essere vittima della paura dei suoi giudici sul campo(....)".