Heysel, il ricordo

29.05.2017 11:15 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Heysel, il ricordo

29 Maggio 1985 Stadio Heysell Bruxelles finale di Coppa dei Campioni Juventus - Liverpool 39 morti
Eccomi al centro della foto con il giubbotto nero, mentre riesco quasi miracolosamente a uscire da quell'inferno e a salvarmi la vita.
Purtroppo 39 persone non hanno avuto la stessa mia fortuna e sono morti schiacciati in quella trappola mortale e a loro oggi va il mio ricordo e il mio pensiero.
Uno stadio fatiscente con un unico ingresso (!) nella parte alta della curva e senza vie d'uscita se non il campo da calcio, dove sono riuscito a scappare dopo che un piccolo varco nella rete era stato aperto.
Immaginate una curva strapiena composta per 9/10 da Juventini festanti perlopiù famiglie (gli ultras della Juve erano nella curva opposta), divisa da una rete da pollaio dal settore dove erano letteralmente stipati gli hooligans del Liverpool, che erano entrati in massa e senza biglietto e che si erano riforniti di mattoni in un cantiere aperto a fianco allo Stadio!
Un'ora prima circa dall'inizio della partita hanno cominciato a tirarci i mattoni, una cosa incredibile, sembravamo dei bersagli ed eravamo lì inerti che non sapevamo cosa fare e col pensiero che qualcuno comunque li avrebbe fermati.
A un certo punto gli hooligans cominciano a strappare la rete divisoria da pollaio e, attenzione, uno solo entra nel nostro settore e inizia a strappare striscioni e bandiere!!!
Fosse successo nella curva degli ultras della Juve lo avrebbero massacrato, ma noi eravamo tifosi normali, famiglie, gente comune e tutti spaventati hanno iniziato a indietreggiare.
Gli altri hooligans vedendo una situazione simile si saranno chiesti "ma come non l'ammazzano, allora questi sono un branco di conigli attacchiamoli"... e hanno invaso la nostra curva...
La gente spaventata e senza vie d'uscita (l'unica in alto era stata prontamente presidiata dagli hooligans) è finita col riversarsi verso il muro di cinta esterno della curva.
In pochi secondi mi sono ritrovato come un granellino di sabbia in un mare in tempesta, sbalzato a destra e a sinistra e poi completamente immobilizzato con due strati di persone sotto e uno strato sopra.
La luce solare si faceva sempre più flebile e ho pensato "cazzo sto morendo a 20 anni per una partita di calcio", poi miracolosamente è stato aperto un piccolo varco nella rete davanti a noi e ho cominciato a urlare "guardate c'è un varco, cerchiamo di arrivare fino a lì".
La pressione è mano mano diminuita, ho risentito le mie gambe e sono riuscito ad entrare nel campo da calcio.
Una corsa liberatoria fino alla curva opposta e mi sono diretto davanti agli spogliatoi e li ho assistito al risultato di quella autentica follia, coi feriti e coi morti strappati, schiacciati, sbudellati, adagiati su barelle improvvisate...
Arrivano le ambulanze e vicino a me caricano un tifoso con una gamba maciullata che urlava, ma nessuno lo capiva così sono salito in ambulanza e ho tradotto a medici e infermieri quello che diceva....
Un vero tifoso Juventino, che ha questi colori nel DNA può capire quindi il significato di questa Coppa che abbiamo vinto la prima volta col nostro sangue e la seconda ai rigori.
E sei finali perse!
Allora il 3 giugno se alzeremo quella coppa il mio primo pensiero andrà a quei 39 angeli...



Luca D'Amore