Giletti: “Momento non semplice per la Juve, Lazio da non sottovalutare. Non concordo con critiche a società bianconera. Il 5 maggio mi legherà per sempre ai colori biancocelesti”

19.01.2017 22:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Giletti: “Momento non semplice per la Juve, Lazio da non sottovalutare. Non concordo con critiche a società bianconera. Il 5 maggio mi legherà per sempre ai colori biancocelesti”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il noto conduttore Rai Massimo Giletti, juventino doc, ha concesso un'intervista a Laziopress.it. Ecco le sue parole:

Che partita ti aspetti domenica?

“Una gara che arriva in un momento non semplice per la Juventus dopo la sconfitta di Firenze. La Lazio sta facendo bene e non va sottovalutata come avversario. Inzaghi sta dimostrando di essere un allenatore molto promettente, lo scorso anno avevo espresso un giudizio molto positivo su di lui. Lo conosco da anni è un ragazzo molto serio, sono felice per i risultati che sta ottenendo. Tornando ai bianconeri, la partita persa domenica può aprire alcuni dubbi all’interno della squadra. Bisogna reagire immediatamente”.

Siamo stati abituati a vedere una Juventus schiaccia sassi in Italia. Secondo te cosa non sta funzionando in questa stagione, premettendo che comunque la squadra di Allegri si trova in testa al campionato?

“In questa stagione stiamo ammirando una doppia Juventus: una che domina in europa, cosa che non succedeva da tempo, e un’altra che nonostante il primo posto in classifica, fa fatica a trovare una quadratura in campionato. Il mister ha cambiato spesso modulo ed interpreti. Anche gli infortuni hanno pesato molto come quelli di Bonucci e Dybala. La posizione di Pjanic lascia sempre qualche dubbio. Siamo stati abituati a vedere un centrocampo con: Pirlo, Pogba, Vidal, con Marchisio che completava il reparto. Oggi avendo puntato molto su un centrocampo muscolare è chiaro che se non sono tutti al 100% fai fatica a vedere un buon gioco”.

La cessione di Pogba si fa sentire forse un pò più del previsto?

“Pogba è un giocatore straordinario, anche se non sta ripagando forse le aspettative, però è pur vero che Mourinho lo fa giocare in una posizione diversa a centrocampo. La Premier è un calcio fisico e il francese ha sempre subito un pò questo aspetto, anche nel nostro campionato. Un giocatore dalla classe cristallina come la sua, in Serie A faceva sfracelli. Manca tanto, non a caso è stato pagato più di 100 milioni di euro. Però bisogna andare avanti lo stesso anche senza di lui. Purtroppo il suo “erede” di ruolo Matuidi non è arrivato. La società sa benissimo quello che serve tanto è vero che ha cercato fino all’ultimo di prendere Witsel. Sento tante critiche alla società, che non mi trovano d’accordo. Tutti i tifosi bianconeri dovrebbero essere riconoscenti all’attuale proprietà: cinque scudetti, una finale di Champions League, non si possono scordare dall’oggi al domani. Si può sempre migliorare, ma non facciamo drammi”.

La Lazio sta investendo molto sul settore giovanile. Molti giocatori della prima squadra sono cresciuti all’interno del club. Può essere un esempio da seguire?

“Sono assolutamente convinto che  la strada juventina, di avere uno zoccolo duro, tutto italiano alla fine paga. Mi sarebbe piaciuto vedere in bianconero Gagliardini, anche se deve ancora dimostrare tutto il suo valore. La Lazio sta cercando di intraprendere seppur in maniera diversa proprio questo cammino. Secondo me Lotito ha un grande pregio, ha fatto piazza pulita dentro lo spogliatoio, il gruppo si è ricompattato e i risultati gli stanno dando ragione. Stiamo parlando di una maglia importante, che va onorata e rispettata. E lo scorso anno non tutti hanno avuto questo rispetto verso il club e i tifosi. Inoltre si è affidato ad un grande professionista della comunicazione per rilanciare l’immagine della società come Arturo Diaconale, questa mossa la reputo ottima. La Lazio sta maturando moltissimo, dai calciatori alla società”.

Che idea ti sei fatto del personaggio Lotito?

“E’ un personaggio ripeto che ha avuto coraggio in molte scelte che ha fatto in passato. Poi tutto è criticabile e opinabile, chiaro che ha commesso anche lui qualche sbaglio. Però io non posso dimenticare che senza di lui la Lazio a quest’ora non si sa dove sarebbe. Questo è un aspetto importante che non va mai dimenticato. E’ stato bravo anche a reatizzare il debito che la società aveva. Ho avuto modo di incontrarlo un paio di volte e mi ha fatto una buona impressione. Mi piacciono le persone che hanno coraggio”.

Quanta paura hai di perdere un giocatore come Dybala nella prossima sessione di mercato estiva e poi si parla molto di Milinkovic in orbita bianconera. E’ un giocatore che vedresti bene nella rosa?

“Nessun tifoso che ama il calcio vorrebbe perdere fenomeni come Dybala, che possono avere anche serate storte come è capitato contro la Fiorentina. Ho seguito il suo esordio in Seria A in un Palermo-Juventus. Entrò in campo negli ultimi minuti e si presentò con una finta su Bonucci. Credo sia destinato al Real Madrid o al Barcellona. Purtroppo seguirà la strada intrapresa da Pogba. Il nostro campionato non può permettersi per tanto tempo giocatori di questo livello, anche per una questione di contratto. Milinkovic sta facendo grandi cose. E’ molto giovane. I giocatori di talento sono sempre ben accetti”.

A proposito di contratti faraonici, da amante del calcio quanto ti preoccupa il fenomeno Cina?

“C’è il rischio di perdere giocatori importanti, anche se le stelle difficilmente si muoveranno dal nostro continente, per il momento. Il calcio vero si gioca ancora in Europa. Però non è detto che se il trend è questo, magari tra dieci anni il calcio vero te lo devi andare a vedere in Cina. Purtroppo quello che conta è il business. Io ricordo un fenomeno del genere nel lontano 1966, quando Meroni un fantastico giocatore del Torino doveva passare alla Juventus. L’avvocato era disposto a pagarlo 750 milioni di lire, per l’epoca molti soldi. Il denaro farà sempre parte di questo sport. La Cina è un pericolo reale, non starei proprio così tranquillo”.

Le due squadre si sono affrontate molte volte. Che ricordi ti porti dentro di queste sfide?

“E’ una classica del nostro campionato. Ci sono state sfide memorabili soprattutto sotto la gestione Cragnotti. La Lazio mi ha regalato lo scudetto del 5 maggio del 2002. Sono molto amico di Gianluca Pessotto da sempre. Quel giorno la Juventus era impegnata a Udine, ma tutto sembrava dover essere una formalità per i nerazzurri ad un passo dal vincere il tricolere. Gianluca era infortunato, non era andato con la squadra, perchè nessuno poteva pronosticare ciò che alla fine si è verificato. Una volta arrivate notizie positive da Roma, ho iniziato a chiamarlo, ma non mi rispondeva perchè aveva paura che gli riferissi brutte notizie. Quando poi tramite messaggio gli spiegai la situazione, lui immediatamente mi chiamò. Praticamente sono stato io a dargli la notizia della vittoria dello scudetto. Fu una scena molto simpatica”.