Fulvio Bianchi: "Ecco perchè non ci sarà la riforma dei campionati"

Parla il giornalista.
30.05.2016 21:30 di  Alessandro Vignati   vedi letture
Fulvio Bianchi: "Ecco perchè non ci sarà la riforma dei campionati"
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© foto di Stefano Porta/PhotoViews

Attraverso la propria rubrica su Repubblica.it, il giornalista del quotidiano romano Fulvio Bianchi, nella sua rubrica "Spy Calcio" ha analizzato la situazione del calcio italiano. Con una novità: "La frase. "Le riforme dei campionati le faremo da soli se entro agosto le Leghe non faranno pervenire delle proposte". Lo ha detto il n.1 del calcio italiano, Carlo Tavecchio, subito dopo la presentazione del Report che ha ribadito come il mondo del pallone rischi di scoppiare. "E' da un anno che aspetto che le Leghe si mettano d'accordo per presentarci una riforma sostanziale. Non è detto poi che si debba fare in un anno... Ma se dopo l'Europeo non avremo ricevuto ancora niente, la Figc stilerà un proprio progetto e lo presenterà, poi ognuno farà le proprie considerazioni. Siamo in una posizione di stallo. Sappiamo tutti che la Lega Serie A produce i ricavi del nostro mondo, ma deve capire che per mantenere la solidità del sistema il numero dei club professionisti va diminuito".
Tavecchio ha ragione, si è molto battuto ma si è dovuto scontrare contro i poteri forti (la Lega di A) e i veti incrociati. Già si erano dovuti arrendere i suoi predecessori, Carraro e Abete. La riforma non si farà: è stato perso un altro anno. Il presidente federale non può imporsi, sono le Leghe che poi devono votare, e quella di A non ne vuole sapere di scendere da 20 a 18 squadre. Per tanti motivi: ai club medio-piccoli fanno gola i soldi dei diritti tv (e dal 2018 sperano di prendere di più con la riforma della legge Melandri) e i soldi del paracadute (per chi retrocede). I club maggiori, o almeno alcuni di loro, guardano invece ai soldi della Champions League che cambierà dal 2018 o della Superlega europea, il cui progetto non è per nulla tramontato. Inoltre Maurizio Beretta, presidente della Lega A, è stato molto chiaro nei giorni scorsi: per lui si può parlare di una A a 18 ma solo a condizione che sia prevista una retrocessione diretta e un'altra, eventuale, ai playoff. In questo caso sarebbe una Serie A stile Nba, a numero (quasi) chiuso.

E la B che farebbe? Scenderebbe da 22 club a 20, e avrebbe una sola promozione garantita in A: quali presidenti se la sentirebbero di investire? Il presidente della Lega B, Andrea Abodi, non ne vuole sapere: ha tentato invano di portare avanti il discorso sulla riforma dei campionati, ci era quasi riuscito, ma ora non ne parla più, si è arreso. Tra l'altro su un eventuale meccanismo di promozioni-retrocessioni con la Lega Pro pare ci sia diverse differenze di vedute. La ex serie C ora è governata da Gabriele Gravina, con il pieno appoggio del dg generale Francecso Ghirelli: la Lega sta per essere ristrutturata, dal 1 luglio marcerà a pieno regime. Gravina vuole tornare a 60 club ma è disposto a sedersi ad un tavolo delle trattative solo a queste condizioni: che si discuta sulla mission e sulla sostenibilità economica del sistema calcio nel suo complesso, che si parli delle regole e non tanto dei numeri. Per la Lega Pro infatti non è questione di quante squadre ci dovranno essere ma che il sistema sia strutturato in maniera diversa e abbia una sua forza. Che ora di sicuro non ha. Tocca a Tavecchio quindi mettere le Leghe (anche quella di D) e le componenti intorno ad un tavolo: ma lo farà? Ha la forza di farlo? Le parole le porta via il vento: ci vogliano i fatti. Inutili gli ultimatum. In realtà, anche se in molti lo negano e altri fanno finta di nulla, siamo già in campagna elettorale: a fine anno, o al massimo nel gennaio 2017, si rinnoveranno i vertici della Figc. Prima quelli delle Leghe e delle componenti (Damiano Tommasi è stato rieletto). Tavecchio ci tiene a restare in sella, ma rispetto a quando fu eletto adesso non ha più i voti: ha perso per strada Mario Macalli che gli garantiva il 17%. Ora la Lega di C, anzi Lega Pro, è nelle mani di Gravina che "tavecchiano" non è di sicuro. In più mettiamoci il sindacato calciatori, gli arbitri, l'assoallenatori e una parte di seria A (guidata da Roma e Juve) ed ecco che il quadro è fatto. La stessa Lega B non si sa che posizione terrà. Il governo poi spinge per un rinnovamento.Tavecchio dovrà faticare non poco per essere rieletto. La riforma dei campionati può aspettare".