Fulvio Bianchi: "Diritti tv e l'Antitrust: ora i presidenti di A temono di non arrivare a 1400 milioni"

Parla il giornalista.
22.05.2017 21:20 di Alessandro Vignati   vedi letture
Fulvio Bianchi: "Diritti tv e l'Antitrust: ora i presidenti di A temono di non arrivare a 1400 milioni"
TuttoJuve.com
© foto di Dario Fico/TuttoSalernitana.com

Attraverso la rubrica su Repubblica.it "Spy Calcio" il giornalista del quotidiano romano Fulvio Bianchi ha parlato del futuro del calcio italiano. Novità: "Adesso i presidenti di serie A hanno paura: dopo le linee guida fissate da Garante per le Comunicazioni e Antitrust c'è il timore che l'obiettivo di mettere in cassa 1400 milioni all'anno diventi quasi un'utopia. Le Autorità infatti hanno stabilito che la Lega di serie A, con il suo advisor Infront, nel prossimo bando dei diritti tv (dal 2018 al 2021) debba vendere per piattaforme e non più per prodotto. Inoltre prevista pari dignità per il web e un nuovo sistema di vendita per i bar. Una decisione che non è piaciuta per niente ai presidenti, e anche a Infront: giovedì a Milano è prevista un'assemblea della Lega di A che, come noto, è commissariata da Carlo Tavecchio. Gli avvocati sia della Lega che di Infront hanno lavorato a lungo in questi giorni sulle linee guida: non ci sarà ricorso al Tar del Lazio che potrebbe allungare chissà a quando i tempi del bando ma c'è profondo malumore soprattutto nei confronti dell'Agcm, con cui la Lega da anni ha rapporti non proprio amichevoli. In questo caso, si fa notare come la vendita per piattaforma e non più per prodotto è "anacronistica" e che solo quando è stato ceduto per prodotto il calcio italiano in generale è stato valorizzato. Insomma, la decisione di Piazza e Galasso ha lasciato sconcertati come se l'Agcm volesse quasi sostituirsi all'advisor della Lega. Attualmente i diritti tv rendono alla serie A, e a tutto il calcio italiano, 1200 milioni all'anno: l'advisor Infront sino al 2021 ha garantito un miliardo ogni anno ma partendo da questa base i presidenti sperano (o speravano?) di arrivare almeno a quota 1400 milioni annui, valorizzando di più non solo il calcio domestico ma soprattutto quello estero dove il gap con altri Paesi è ancora consistente. Queste linee guida non dovrebbero favorire Sky (che ora paga la cifra più consistente ma ha tutte le squadre), ma forse potrebbe venire più incontro a Mediaset che vive un momento di incertezza ed è intenzionata (parole di Piersilvio Berlusconi) a muoversi in futuro in maniera più "opportunistica". Comunque, la Lega come detto non andrà al Tar ma preparerà il bando che dovrebbe essere pronto per fine giugno o al massimo ai primi di luglio.

Con la speranza che il mercato tv sia più vivace del previsto. Due solo editori intanto potrebbero compare i diritti web, Amazon e Telecom Italia. L'ultima volta il pacchetto E che prevedeva tre partite per giornata, escluse le serali, e che costava 109 milioni non fu assegnato. Ma adesso vale molto di più. Intanto sono iniziate le trattative fra la Uefa e le emittenti italiane per i diritti della Champions e della Europa League, sempre dal 2018: qui si tratta di trattative private (che si concluderanno il 12 giugno), l'Antitrust non ha detto nulla in merito, e forse nemmeno può intervenire. La Uefa dal mercato italiano l'ultima volta portò in cassa 690 milioni complessivi, dal 2015 al 2018: ma è molto difficile, se non improbabile, che adesso riesca a spuntare la stessa cifra. Sky non pagherà mai quello che ha pagato Mediaset (che poi si è pentita e ha dovuto dare le ultime gare in chiaro...) mentre Mediaset adesso sta alla finestra per vedere se riesce a portare a casa qualcosa. Anche la Rai è interessata ad avere una gara di una italiana in chiaro, con ascolti garantiti: ma con l'aria che tira dalle parti di via Mazzini non si prevedono follie. Quei tempi sono passati".