Di Pietro: "Sono juventino. Su Juve-Mafia meglio non farla più grande di ciò che è. Su Calciopoli..."

21.05.2017 13:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Di Pietro: "Sono juventino. Su Juve-Mafia meglio non farla più grande di ciò che è. Su Calciopoli..."
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© foto di Federico Gaetano

Antonio Di Pietro parla alla Gazzetta dello Sport: "La vicenda delle presunte infiltrazioni mafiose in curva? Credo poco a un patto Juve-mafia: se la mettiamo in questi stretti termini, è stato escluso anche dalla procura di Torino e quindi sul penale è meglio non farla più grande di ciò che è. Semmai, il giovane Agnelli, chiamato a una responsabilità enorme, non è stato forse consigliato bene nella gestione dei rapporti con gli ultrà. Un errore quasi normale: anche io, se tornassi indietro, farei politica in modo diverso. Sono juventino, del resto chi non lo è in Molise? Qualcosa a cui sei vicino nel fegato e nel cuore. Nel mio territorio la presenza di tifosi bianconeri è fortissima. Eravamo tutti juventini quando eravamo uniti all’Abruzzo, la tendenza è rimasta quando il Molise si è separato. Mi ha iniziato a questa passione il mio seminarista. Ero destinato a fare il prete, lo sentivo parlarci di Sivori, che ai tempi era un poeta e che oggi rivedo in Dybala.

Prima ancora, da commissario di polizia, seguivo la Juve, le partite le vedevo a bordo campo: era uno spettacolo da una prospettiva diversa. Sugli anni in Parlamento tengo a dire una cosa: non ho mai cambiato partito. Figuratevi se avrei mai potuto cambiare squadra. Sono legato a Zoff, un esempio di comportamento, un punto di riferimento non solo per i tifosi bianconeri. Ecco, la Juve per me era lui, lo stile che tutti invidiano. Calciopoli? In passato ho espresso più volte la mia opinione senza problemi, mi sono scandalizzato e penso che qualche forzatura ci sia stata. Per un tifoso vero devono comunque contare solo gli scudetti puliti: i successi vanno pesati, non contati. La finale di Cardiff? Vittoria, e finalmente in una finale si sblocca Higuain".