Corvino: "La Roma è in Champions e lotta con la Juve per lo Scudetto.è in linea con gli obiettivi prefissati"

28.11.2014 23:30 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Corvino: "La Roma è in Champions e lotta con la Juve per lo Scudetto.è in linea con gli obiettivi prefissati"
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© foto di Federico De Luca

L'ex direttore sportivo della Fiorentina, Pantaleo Corvino, è intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo: "Ljajic sta esprimendo tutte le potenzialità che avevo intravisto in lui quando decisi di portarlo alla Fiorentina. Se riuscisse a trovare la definitiva continuità di rendimento, diventerà un grande campione. Di Neto mi preme prima parlare degli aspetti comportamentali: è un ragazzo esemplare sotto tutti i punti di vista. Va solo allenato tirando fuori tutte le sue qualità tecniche. Lo portai a Firenze quando eravamo in auto-finanziamento e lo presi ad un prezzo basso leggendone le ottime potenzialità. Oggi, dopo esser stato un'alternativa, sta dimostrando di poter essere un portiere importante anche essendo così giovane. Neto alla Roma? E' un portiere da grande squadra e la Roma lo è. Il passaggio non sarebbe neanche traumatico perché da Firenze a Roma non c'è grande differenza. Il pubblico viola non ha regalato nulla a Neto, criticandolo anche duramente. La Roma ha investito tanto negli ultimi anni e con Garcia ha iniziato a raccogliere i frutti di tanto lavoro. E' in Champions e lotta per lo scudetto con la Juventus: è in linea con gli obiettivi prefissati e come detto prima è una grande squadra. Nuovi talenti? Come si dice "chi cerca, trova".

Prima cerchiamo dietro casa, cerco talenti di casa nostra, poi guardo all'estero. Le nuove regole sugli stranieri? E' una norma che rasenta: non si può limitare la qualità che si può individuare in ogni parte del mondo. Se vogliamo valorizzare i nostri giovani dobbiamo mettere un numero fisso di italiani tra titolari e riserve e lasciare libera la circolazione di calciatori comunitari ed extracomunitari. Gente come Vucinic, Osvaldo e Ljajic dimostravano qualità importanti fin da giovanissimi. Erano e sono cavalli di razza puri: quando prendi questo tipo di talenti c'è bisogno di tempo per inserirli e di un allenatore che riesca a valorizzarli. Io valuto sempre gli aspetti caratteriali di un ragazzo, certi però hanno qualità talmente importanti che vale la pena rischiare anche di fronte a caratteri esuberanti. Il rimpianto Berbatov? Lo portai in Italia a 18 anni. Rimase tre giorni a Brescia facendo anche le visite mediche. Poi con Fenucci, il dirigente presente a Lecce all'epoca, valutammo i valori del ragazzo. Rinunciammo per motivi caratteriali. Berbatov lo avremmo pagato 3 miliardi di lire, poi passò al Manchester per 40 milioni di euro".