Corvino: "La mia Fiorentina arrivò quarta ma c'era la Juve di Moggi, l'Inter di Mourinho e il Milan di Kakà

16.04.2014 15:20 di  Giovanni Spinazzola   vedi letture
Corvino: "La mia Fiorentina arrivò quarta ma c'era la Juve di Moggi, l'Inter di Mourinho e il Milan di Kakà

Pantaleo Corvino, ex ds della Fiorentina, è stato intervistato da tuttomercatoweb.com. Ecco le sue parole. "Ho visto tante partite, la voglia di non sentirti lontano ti porta a vedere calcio, ad aggiornarti, informarti. Per essere sempre pronto e per farti sempre una cultura personale migliore. Ma il futuro non dipende mai solo da quello che vorresti fare tu, bensì anche da ciò che ti viene prospettato. La passione e la voglia però, non mancano mai. Da fuori vedo una serie A diversa. Più povera di valori, ricordo che la Fiorentina arrivava quarta. Ma giocavamo contro la Juventus di Moggi e Trezeguet, l'Inter di Mourinho e il Milan del primo Kakà e di Seedorf, Maldini e Costacurta. Oggi questi valori ci sono? Per migliorare il nostro campionato - ha dichiarato - farei quello che ho sempre fatto: miscelare le qualità in base alle potenzialità del club in cui sto. Il trio d'attacco della mia ultima Fiorentina era Cerci, Gilardino fino a gennaio e Jovetic. A centrocampo avevo Behrami, Montolivo e Lazzari. Ma era finito un ciclo e quando si verifica questo tante cose vengono alterate. Jovetic è stato infortunato, ma quando ha giocato - ha chiosato - ha fatto bene e parecchi gol. Un giocatore se va da una parte ha delle aspettative, si aspetta di giocare sempre. Ma quando è stato impiegato ha dato il massimo lasciando anche il segno. Poi la valutazione è soggettiva e tocca ad ognuno di noi decidere se è meglio fare il Papa a Roma oppure il parroco a Brescia. Ljajic non ha giocato da titolare fisso, ma in un grande club, una squadra che sta dimostrando grandi cose ci può stare. Ljajic - ha sostenuto - è un giocatore importante, si alterna con altri calciatori importanti. Delio Rossi l'ho avuto a Lecce e alla Fiorentina. Nella carriera di un allenatore ci sono momenti positivi e negativi, è un ottimo allenatore. Sono contento di Neto e Romulo e delle sue prestazioni.

Neto, Romulo, Ljajic, Seferovic, Nastasic, De Silvestri... erano tutte alternative dell'ultima squadra che ho lasciato. In sette anni la Fiorentina è stata una delle squadre che ha fatto più punti e ottenuto tanti successi. Mi auguro che possa fare meglio di quello che ho fatto io. Montella è un allenatore che si sta dimostrando molto bravo, intelligente. Un tecnico coraggioso e coerente. Considero Miccoli ancora un calciatore. Ragiona ancora da calciatore. Mi auguro che un giorno capisca ciò che non sta capendo adesso. Pensavo che potesse dirmi grazie non solo perché è andato al Benfica ma anche per altre cose, per quello che ho fatto per lui. Quando sei in comproprietà sai - ha concluso - che corri il rischio di andare alle buste. Pensavo di tenerlo, invece lo persi per 200.000 euro. L'anno prima alla Fiorentina pagò 7 milioni di euro. All'inizio la Juve mi disse che era disposta a rinnovare la comproprietà, poi cambiò idea. E alle buste lo persi per una lieve differenza economica. Ciò che mi preme sottolineare è che non l'ho mai preso in giro. Non mi aspettavo le parole che ha detto, davvero...".