Corsport - Mancini: "Pirlo e Buffon non si toccano"

08.07.2014 10:15 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Corsport - Mancini: "Pirlo e Buffon non si toccano"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ex tecnico di Inter, City e Galatasaray, Roberto Mancini, uno dei principali candidati a sostituire Cesare Prandelli sulla panchina della Nazionale italiana, si è confessato in una lunga intervista al Corriere dello Sport. Ecco i passaggi principali:

PRANDELLI - "Cesare si troverà benissimo, lavorerà in un grande club e punterà allo scudetto perché potrà sfruttare la preparazione. Io sono arrivato in corsa, non potevo fare di più, penso di aver concluso una splendida rimonta portando a casa anche la Coppa di Turchia. Prandelli può battere il Fenerbahce e conquistare il ventesimo titolo del Galatasaray. Giocatori del calibro di Felipe Melo e Sneijder lo aiuteranno moltissimo. Ha fatto bene ad accettare le offerte dei turchi, vivrà una grande esperienza".

 
PANCHINA NAZIONALE - "Io ct azzurro? Voci, soltanto voci, non ho sentito nessuno. Certo, leggo e ascolto, ma da qui a dire che ci sia qualcosa di vero ce ne corre. Se mi fa piacere essere tra i candidati? Certo, è un motivo di orgoglio, io sono sempre stato un nazionalista, nel senso che sono fiero delle mie origini quando mi trovo all’estero. Quando vinsi la Premier indossai subito la bandiera del nostro Paese? Ero felice di aver messo il nostro marchio sul campionato inglese. Raccogliere successi all’estero piace a tutti, penso ad Ancelotti, a Spalletti, a Trapattoni, a Capello, a quelli che sono andati via dalla serie A e poi hanno vinto da altre parti. Ho sempre detto che un giorno mi sarebbe piaciuto guidare una nazionale? E lo ribadisco anche adesso. Penso faccia parte degli obiettivi di un allenatore. Oramai non ci sono più confini: avete visto quanti tecnici stranieri allenano le rappresentative? Però ho detto una nazionale, non la nazionale. Escluso che arrivi uno straniero? Sì, questa è ancora una barriera che non abbiamo abbattuto, ma credo che il motivo sia chiaro. Gli allenatori italiani sono i migliori del mondo, i più preparati, quindi non è necessario andare a pescare all’estero come si fa con un top player da inserire in un club. Il ct deve essere solo un buon selezionatore? 
«Non credo. Bisogna essere bravissimi selezionatori, perché vanno scelti i più bravi giocatori del momento, e poi essere anche abili sul campo. Credetemi, il nostro è un lavoro difficilissimo e pieno di tensioni. Non ho mai avuto troppa fortuna in azzurro? Un Mondiale, nel ‘90, dopo gli Europei e soltanto da spettatore. Certo, da giocatore non ero felice, ma dovevo rispettare le scelte del ct. Restano comunque grandi esperienze. Un rapporto chiuso con il no ai mondiali americani? Ho sempre detto di aver sbagliato e che se tornassi indietro non rifarei quell’errore. Ho rinunciato a qualcosa di importante, ma è roba vecchia. Siamo in un’altra epoca. Se allenerei la Nazionale? Nessuno mi ha chiamato, ma l’Italia è l’Italia. Guadagno troppo? Chi parla di questo, parla senza conoscere la realtà. Se nessuno mi ha chiamato, come fanno a giudicare quanto chiederei o quanto accetterei? Sono solo chiacchiere. Mancini soluzione migliore secondo i sondaggi? E questo è un motivo di orgoglio, vuol dire che ho lavorato bene e che ho anche lasciato qualcosa di buono dal punto di vista del gioco e dell’immagine. Dopo Ferragosto sulla panchina azzurra? Se mi chiamano, valuteremo la situazione. Al momento non mi pongo il problema, il calcio vive anche di chiacchiere. Mi godo le vacanze".
 
MONDIALE AZZURRO - "Noi siamo sempre pronti a distruggere tutto dopo una sconfitta. Due anni fa siamo arrivati alla finale di un Europeo meraviglioso. Il Mondiale è andato male, ma questi tornei sono decisi da episodi. L’Olanda è tra le prime quattro e a cinque minuti dalla fine dell’ottavo di finale era fuori. Non bisogna fare drammi. Espulsione Marchisio ha rovinato Mondiale Italia? Un’espulsione affrettata ed esagerata, non ci sono dubbi, ma credo che la sconfitta contro la Costa Rica sia stata più decisiva di quel cartellino rosso. Bastava un pareggio e magari nei turni successivi avremmo battuto tutti".
 
FUTURO AZZURRO - "In Federazione serve un profondo cambiamento per ripartire? Beh, si sono dimessi tutti, ora bisogna ricominciare da persone capaci, serie e, soprattutto, competenti. C’è bisogno di gente che conosce il calcio e sa che cosa fare per ricostruire. Quello sarebbe già un buon punto di partenza. Se ci sono giovani di talento da cui ripartire? Certo che ci sono, l’Italia esprime sempre giocatori di successo. Ne cito due, di getto: Verratti, titolare nel Psg a 19 anni e grande protagonista ai Mondiali, e Immobile, che andrà a Dortmund. La possibilità di giocare in Bundesliga lo aiuterà a crescere".
 
SENATORI - Se chiamerei ancora senatori, tipo Buffon e Pirlo? Certo che sì, ma scherziamo? Questi sono fuoriclasse assoluti, come potrebbe un ct lasciarli a casa? L’allenatore della nazionale deve chiamare i giocatori italiani e i giocatori più bravi degli altri. Buffon e Pirlo, che lei ha citato, hanno queste caratteristiche. Per raggiungere gli obiettivi, servono i migliori del momento".

 
BALOTELLI  - "Mario è un bravo ragazzo, gli voglio un bene dell’anima, ma deve capire che il tempo passa per tutti. Ha già 24 anni, non può perdere altro tempo. Detto questo non può essere il responsabile del crollo azzurro, due anni fa ci ha portati in finale all’Europeo. Io dico che è un grande giocatore che può aver sbagliato qualche partita. Capita a tutti. Balotelli deve capire che bisogna sempre allenarsi bene, concentrarsi, fare vita sana. In questo senso il matrimonio può aiutarlo. Ho letto che si sposa: ecco, può essere questa la svolta. Lui è un patrimonio del calcio italiano e va aiutato. Sicuramente è uno da cui si può ripartire, sempre che in campo dimostri il suo valore. In nazionale bisogna andare per meriti, non per altri motivi".

PRANDELLI - "Gli auguro di vincere lo scudetto e di fare bene anche in Turchia. Non era facile ripartire dopo la sconfitta ai mondiali e lui ha avuto il coraggio di rimettersi in gioco subito, in un Paese straniero. Allenerà una grande squadra".