Briaschi: "La notte dell'Heysel? Ci toccò viverla, giro di campo fatto perchè costretti"

28.05.2017 12:00 di Giuseppe Giannone   vedi letture
Briaschi: "La notte dell'Heysel? Ci toccò viverla, giro di campo fatto perchè costretti"
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Massimo Briaschi, ex giocatore della Juventus, club nel quale ha giocato dal 1984 al 1987, parla, intervistato da "La Repubblica", della tragica notte dell'Heysel, di una finale di Champions League vinta contro il Liverpool senza alcuna gioia nel cuore: "Se non l’avessimo giocata ne sarebbero morti mille, non trentanove. La mattina andammo alla Grand Place per fare due passi, ma non scendemmo neppure dall’autobus. C’erano già centinaia di inglesi ubriachi, casse di birra sui tavoli, vetri a terra. Bruxelles ci fece paura e tornammo in albergo. Il mio legamento crociato era rotto ma non avrei mai rinunciato alla finale. Feci una prima infiltrazione, poi la seconda. Mi rivedo nell’angolo dello spogliatoio e intanto arrivano le prime notizie confuse, c’è un morto, forse due, si sono menati, hanno attaccato con i cavalli. E io penso che se la partita non comincia, cesserà l’effetto delle iniezioni. Si cominciò lentamente a intuire la portata del dramma, dico intuire perché il numero dei morti ci venne comunicato in pullman, dopo la finale, neanche allo stadio. Andammo sul campo in cinque o sei giocatori per parlare sotto la curva dei nostri tifosi, che era dall’altra parte rispetto al muretto crollato. Dicevamo state calmi, giocheremo per voi, lo stesso messaggio letto dal povero Scirea e da Neal prima del fischio d’inizio. E vi assicuro che se non ci fossimo mossi noi, quella gente non l’avrebbe tenuta nessuno. Restai in campo per 84 minuti, poi mi sostituì Prandelli.

Avevamo aspettato quella notte come la più importante della nostra vita, ci sentivamo al sicuro, volevamo vincere finalmente la prima Coppa dei Campioni della Juventus. Ma niente era normale, intatto. Chi se ne frega se il rigore non c’era. Vincemmo, ma solo perché l’avevamo dovuta giocare. Il presidente federale Sordillo ci chiese di fare il giro del campo col trofeo, e di farlo durare il più a lungo possibile perché i nostri tifosi restassero sulle gradinate mentre gli hooligans stavano uscendo. Quanto si è speculato su quel giro di campo, e su troppe altre cose. Io dico solo che quella notte ci toccò viverla. E chi non c’era porti rispetto".