Borghi: "Il Bologna non è spacciato. Può salvarsi"

17.04.2014 15:40 di Giovanni Spinazzola   vedi letture
Borghi: "Il Bologna non è spacciato. Può salvarsi"
TuttoJuve.com
© foto di Stefano Borghi

Stefano Borghi, giornalista di Fox Sports, è stato intervistato da tuttobolognaweb.it sul momento dei felsinei, prossimi avversari della Juventus. Ecco le sua parole. "Non ho visto tutte le partite, un po’ per ragioni professionali visto che mi occupo di Liga, Premier e Ligue 1, un po’ perché purtroppo in questo periodo storico la Serie A non offre un livello globale di altissimo profilo. Tutte queste componenti dunque hanno fatto sì che in questa stagione mi sia concentrato di più su altri campionati, ma ovviamente - ha sostenuto - la seguo costantemente e so cosa succede. La Serie A è poco allenante e di conseguenza le nostre squadre ne risentono in Europa, come afferma Capello? Secondo me sì, per tanti motivi il principale dei quali è legato all’intensità con cui si giocano le partite. In Spagna, in Inghilterra, e anche in Francia, si giocano partite con un’intensità atletica molto più alta, partite in cui c’è battaglia, c’è match per molti più minuti, mentre in Serie A - ha dichiarato - si gioca più lentamente, con più pause, e questa è una cosa che si riflette in maniera piuttosto netta nelle competizioni internazionali. Basti pensare al fatto che la Juventus, seppur in condizioni particolari, è andata fuori prendendo un gol alla fine contro il Galatasaray; il Milan ha giocato un ottimo primo tempo nella partita di andata contro l’Atletico Madrid, in cui probabilmente meritava di passare in vantaggio, e poi ha visto svanire tutto in un secondo tempo nel quale non è riuscito a pareggiare l’intensità dell’Atletico, ed anzi ha preso gol su una palla inattiva negli ultimi minuti proprio per mancanza di lucidità. Ci sono dei dati che sottolineano il fatto che all’estero si gioca con intensità per tutti i 90 minuti, sempre, mentre in Italia spesso ciò non accade. Bisogna lavorare anche sugli stadi di proprietà? Questo è un discorso più legato al campo che non alle strutture, poi credo che analizzando anche solo superficialmente il calcio italiano, risulta evidente che sia necessaria una ristrutturazione o quantomeno un cambio di rotta sotto tutti gli aspetti. Non è mai stato - ha chiosato - così in basso il calcio italiano in rapporto agli altri movimenti, per cui bisogna darsi da fare anche abbastanza in fretta. E’ impensabile però che debbano fare tutto gli apparati statali, bisogna muoversi tutti a partire dai club e cominciare ad agire e a remare - ha detto - tutti nella stessa direzione. A cosa è dovuta l'astinenza di Acquafresca? Credo che bisognerebbe vivere la quotidianità del giocatore per capirlo, sicuramente Acquafresca ha avuto delle difficoltà negli ultimi anni e non è riuscito a rendere per quelle che sono le sue caratteristiche e il suo talento, visto che a me ha sempre dato l’impressione - ha affermato - di essere un attaccante pienamente meritevole della Serie A. Poi bisogna considerare anche una stagione particolarmente complicata per il Bologna, dove un altro numero 9 di buonissimo valore come Rolando Bianchi non è riuscito ad imporsi. Mi sembra di poter dire che sia un po’ tutto frutto delle difficoltà globali di squadra, ma aspettiamo la fine del campionato perché se Acquafresca o Bianchi segneranno il gol salvezza penso che tutte le astinenze verranno dimenticate. Laxalt lo conosco, ed è un giocatore che secondo me può ambire a fare una bella carriera.

E’ ancora molto giovane, e forse in questo momento in cui si deve lottare centimetro su centimetro per strappare la salvezza un allenatore tende più ad affidarsi all’esperienza piuttosto che alla gioventù. Non è stato un prestito formativo facile per Laxalt, al primo impatto con l’Italia, in una realtà di dimensione significativa come Bologna che vive un anno di difficoltà quindi con annesse pressioni ulteriori, visto che si tratta di un club storico, e ripeto non è facile. Ma credo che Laxalt - ha dichiarato - abbia ancora tutte le carte in regola per poter fare una bella carriera e dimostrare di essere un calciatore degno del livello della Serie A.Perez è un giocatore che ha avuto una carriera positiva ma allo stesso tempo molto logorante, proprio per il suo modo di giocare. Partiamo sempre dal presupposto che Perez è un titolare nell’Uruguay, che ha vinto tantissimo negli ultimi anni e che andrà al Mondiale, dunque è un calciatore che quantomeno merita rispetto. Sicuramente i segni delle tante battaglie cominciano a vedersi, ma sinceramente faccio fatica a trovare delle colpe individuali analizzando la stagione che sta attraversando il Bologna quest’anno: quando si entra nel circolo vizioso di un’annata del genere, è tutto un discorso collettivo. E’ il gruppo che centra o meno l’obiettivo o fallisce, a livello individuale si possono dare pochi giudizi mirati perché si entra in una dinamica collettiva che coinvolge qualsiasi figura, dal giovane al capitano. Il mercato estivo è tutto legato all’epilogo della stagione. Se il Bologna riuscirà a mantenere la categoria si potrà pianificare un certo tipo di mercato, mentre se dovrà ricostruirsi per risalire dalla B allora si farà un mercato diverso. Direi - ha sostenuto - che al momento è impossibile anche solo dire potrebbe andare bene questo, è troppo fondamentale sapere in che categoria giocheranno i rossoblù l’anno prossimo. Penso che abbia le possibilità di salvarsi, senza dubbio, anche se la lotta lì sotto sarà serrata fino all’ultima partita. Pronostici non mi sento di farne, prima di tutto perché non li azzecco mai (ride, ndr), poi perché mi sembra proprio impossibile in questo momento. Certamente non è una squadra spacciata. La contestazione a Guaraldi?Ho visto i tifosi del Barcellona accogliere la propria squadra dopo la sconfitta di Granada gridando “Vergognatevi” e le solite cose, per cui - ha analizzato - se viene contestata la squadra del Barcellona che ha vinto tutto negli ultimi anni e addirittura da qualcuno è stata indicata come la migliore espressione mai avuta nella storia del calcio, direi che si può accettare anche la contestazione a Bologna. Non è un fenomeno solo italiano, ma direi più un fenomeno latino. Di sicuro non accade in Inghilterra, o comunque accade in maniera molto più sporadica, però è uno dei risvolti della passione e del modo in cui ci si approccia al calcio nei paesi latini".