Bocca (Repubblica): "Se vinci sei Scudetti consecutivi vuol dire che c'è un problema patologico"

23.05.2017 00:00 di  Redazione TuttoJuve  Twitter:    vedi letture
Bocca (Repubblica): "Se vinci sei Scudetti consecutivi vuol dire che c'è un problema patologico"
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Fabrizio Bocca, firma di Repubblica, è tornato sull'impresa della Juventus sulle pagine del suo blog: "Non vorrei fare troppa sociologia sulle vittorie della Juve. Come vinca meritatamente  l’abbiamo capito e stradetto da molti anni. Mi pare un ciclo record affidato alla storia ormai. Io resto però convinto che così come nelle partite a un bel gol di un centravanti corrisponda spesso un errore di chi lo marcava, così tutti questi scudetti e queste vittorie della Juventus siano stati serviti su un vassoio d’argento da avversari che sono mancati o addirittura sbagliato. Per presunzione o, peggio ancora, per rassegnazione. Se ci fosse un'alternanza in testa all'albo d'oro di questi anni non ci sarebbe alcun problema, se una squadra vince 6 scudetti e 3 Coppa Italia consecutive vuol dire che quella squadra è fortissima. Ma anche che c'è una situazione patologica da risolvere.

E’ capitato - e questa è storia - che l’Inter abbia approfittato dell’assenza della Juve dopo il 2006 per vincere scudetti che le mancavano da 17 anni. Ma è anche capitato che la Juve abbia vinto tutto ciò perché Milan e Inter sono letteralmente sparite, mancando non solo lo scudetto ma spesso addirittura la qualificazione alle Coppe. Se non sono le principali avversarie a rosicchiarti qualche punto a turno, è difficile capire come fermare uno squadrone del genere. E se è vero che l’asse del calcio italiano è sempre stato quello che va da Milano a Torino, è normale allora che la sparizione di Milano abbia favorito la Juve e permesso che Roma e Napoli crescessero moltissimo. Ma non abbastanza da raggiungere la Juventus, proprio perché da sole non bastano, e dagli anni 80 in poi quel ruolo l’hanno perso. Da allora la Juve - parentesi del 2006 a parte che ha provocato un rivoluzionamento totale, ma non della proprietà - è rimasta sempre e comunque dello stesso padrone. Né Inter, né Milan, né Roma né Napoli hanno avuto tale continuità societaria e anzi a turno sono diventate oggetti preziosi di cui sbarazzarsi quasi al banco dei pegni, pur di non farsi trascinare alla bancarotta.

Tagliando corto anche qui su ciò che è stato resto all’oggi. Roma e Napoli sono abbastanza vicine alla Juve, anche se quello scarto ridotto è tale unicamente perché la Juve ha gestito con cinismo e pragmatismo il suo vantaggio. Bisogna essere realisti. Se i club che potrebbero essere l’alternativa alla Juve ricominciano con il via vai di giocatori e allenatori perché il calcio di oggi è prima di tutto “trading” di calciatori, ossia pura speculazione che mette in secondo piano il risultato sportivo, possiamo star sicuri che la Juve vincerà sempre per molti anni ancora. Perché è proprio il meccanismo delle vittorie ad alimentare il suo circuito virtuoso. La finale e l’eventuale vittoria in Champions League faranno confluire nelle sue casse un fiume di denaro (oltre 130 in caso di vittoria). E Allegri ha già detto che il livello della Juve è altissimo, ma va ulteriormente alzato. Soprattutto in caso di vittoria in Champions League.

Roma e Napoli dovrebbero cominciare dunque dalla conferma immediata di Spalletti e Sarri, e mantenere assolutamente i migliori che hanno. E su questa stessa base crescere, senza indulgere su giocatori-scommessa come è stato fatto spesso in questi anni, nella speranza di guadagnarci forte sopra. E del resto Roma e Napoli hanno la Champions League, hanno già un’ottima base di partenza, e soprattutto un buon motivo per fare delle grandi squadre adesso. Sempre Financial Fair Play permettendo.

“Sono arrivato qui per vincere e non per vendere”. Vedremo se quelle del nuovo ds della Roma, lo spagnolo Monchi, sono state parole di circostanza o un vero e proprio obbiettivo immediato. E quando Sarri ti butta lì abbastanza rudemente la "differenza di fatturato" evidenzia alla sua maniera un po' naif ma comunque efficace il problema di fondo. Anche se il problema è capire perché la Juventus è arrivata a fatturare 400 milioni l'anno mentre tutte le altre sono rimaste al palo pur avendo avuto, di fondo, le stesse identiche possibilità. E anzi essendo state addirittura sorpassate e surclassate nel fatturato.

Non è proprio la stessa cosa per Milan e Inter che invece hanno bisogno di rifare a fondo le squadre. Non ho la certezza soprattutto per l’Inter che dovrebbe aver già fatto esperienza da un’annata fallimentare, ma si può anche mettere in programma una crescita fibrillante, sofferta e soprattutto costosa. Particolarmente per il Milan.

Per quanto si possa criticare e scherzare sull’edonismo reganiano di Roberto Mancini che alla Domenica Sportiva ha parlato di un’Inter che addirittura era in grado di battersi quest'anno per lo scudetto, nn  ha forse tutti i torti nel dire che lo scorso anno con l’Inter in testa alla fine del girone d’andata, sarebbe stato il caso di prendere un paio di giocatori forti per tentare davvero il colpo grosso.

Non sono un fedele religioso del mercato e non penso che sia la cura di tutti i mali. Però, direbbe Catalano, chi ha molti soldi può anche sbagliare, chi ne ha di meno non se lo può proprio permettere".