Bocca (Repubblica): "Psico dramma Juve a zero punti: Agnelli, Marotta e Allegri stanno sbagliando la costruzione della Juve 3.0"

31.08.2015 00:40 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Bocca (Repubblica): "Psico dramma Juve a zero punti: Agnelli, Marotta e Allegri stanno sbagliando la costruzione della Juve 3.0"

Fabrizio Bocca analizza la partenza choc della Juventus in campionato sulle pagine del suo blog su Repubblica.it: "La Juventus a zero punti: scommetto che non esiste uno che ci abbia scommesso sopra in Italia. E del resto non è mai capitato nella storia del pallone. Il Roma-Juve dell’agosto 2015 sarà ricordato non solo per una vittoria che impegna ulteriormente la Roma nella caccia allo scudetto, nonostante sia squadra bifronte – talmente lenta e noiosa da far mettere Garcia alla sbarra alla prima partita col Verona, autorevolissima all’Olimpico dove ha matato subito a inizio campionato il suo incubo più ricorrente – ma soprattutto per il grave rischio di clamorosa implosione della Juve quadriscudettata. I cinque o i sei punti di distacco (pure dal Sassuolo!) sono un problema più di forma che reale, più mentale che fisico, insomma non può essere questione di classifiche con trentasei giornate e un anno intero davanti. Viceversa lo sconquassamento della squadra campione d'Italia pare abbastanza grave e Allegri è in fortissima difficoltà. Il passaggio alla Juve 3.0 (la Juve 1.0 fu quella di Conte, la 2.0 quella del primo Allegri, la 3.0 quella del post Pirlo-Tevez-Vida) una specie di calvario. Già avevo detto che la “sindrome del secondo anno di Allegri” faceva parte delle leggende e dei luoghi comuni, ma francamente dopo che l’Udinese te le suona in casa, e la Roma ti maltratta all’Olimpico con un superbo Pjanic e un freddissimo Dzeko, resta difficile scacciare via queste dicerie. Anche se è la stessa costruzione della nuova squadra ad apparire in bilico, Allegri oscilla tra il gioco che vorrebbe fare e quello che invece si adatta a fare. Agnelli e Marotta si sono mossi bene nel sostituire e rimpiazzare Pirlo, Tevez e Vidal, che avevano tutti un motivo più o meno valido per andare via. Ma alle intenzioni non corrisponde il risultato, non stanno riuscendo cioè a ricostruire una squadra che almeno assomigli, avvicini quella dello scorso anno. C'è una Juve sulla carta che non corrisponde alla Juve reale. La perdita di Draxler - o comunque di un grande giocatore di centrocampo - è un segno che il mercato si aperto benissimo, ma poi chiuso con mosse e scelte di rincalzo, direi quasi secondarie, non proprio convintissime.

Anche se alla fine - diciamo anche questo - la Juve in dieci per l’espulsione di Evrà avrebbe potuto persino strappare un clamoroso pareggio negli ultimi minuti. Se la Roma non avesse avuto un ottimo Szczesny in porta adesso non saremmo così caustici sul futuro bianconero. E quella Juve lì, francamente, sembrava la Juve dello scorso anno, segno che non è andata del tutto perduta, che qualcosa anche con questi uomini si può fare.

La Roma ha affrontato la partita come se fosse decisiva, come se lo scudetto fosse da giocarsi subito, con molta più veemenza schiacciando in difesa una Juventus che in questo momento ha forti problemi di identità. Che non esce dallo schema mentale di un centrocampo e una difesa superimbottiti,  con l’attacco Dybala-Manduzkic (non c’è grande differenza dal Coman-Mandzukic dell’imbarazzante esordio con ko contro l’Udinese, e infatti il croato sarebbe finito fuori per far spazio a Morata ) nuovo di zecca che per adesso ha problemi di rigetto col resto del corpo bianconero, con Padoin a fare il Pirlo. E Pogba che gioca da venti milioni, non da cento...

Mentre Garcia ha sorpreso tutti schierando De Rossi in difesa, come dire io a tutto questo ben di dio (si fa per dire…) che ho a centrocampo e in attacco non rinuncio. E’ una scelta che molti allenatori in passato hanno fatto (da Luis Enrique a Prandelli) per poi rinunciarvi, evidentemente l’allenatore francese vuol provare di persona. Ma è anche vero, forse, che questa scelta ha permesso una configurazione migliore del centrocampo, valorizzando ulteriormente il ruolo di Pjanic che infatti è stato il mattatore della partita: palo e il gol su punizione che scardina la partita. Già perché la Roma ha l’ossessione del gioco, vuol dimostrare che è squadra da spettacolo, che cerca il gol con intelligenza e manovra raffinata. Nonostante Totti sia adesso ufficialmente ormai il capitano non giocatore e anche questa sia, a suo modo, una Roma 2.0, ossia quella del dopo Totti. Non sempre la Roma riesce a dimostrarsi grande squadra, anzi, spesso si autodistrugge quasi, ma la Roma che ha battuto la Juve è un’altra.

Roma-Juve è sempre una partita forte, che spacca, senza mezzi toni. Dove gli episodi si moltiplicano, diventano scottanti, talvolta addirittura pericolosi. E infatti già al primo minuto c’era già da discutere, secondo tradizione. Le moviole hanno cominciato a scaldarsi subito per cercare un tocco sospetto di Mandzukc e un capitombolo in area di Florenzi, molto arrabbiato e convinto del fallo subito. Quasi tutti i moviolisti chiamati al processo per direttissima si sono schierati per la tesi del rigore negato. Io non ne sono così convinto, mi è sembrato un tocco in velocità, senza evidente intenzionalità. E secondo me ha deciso giusto l’arbitro, convintissimo del resto nel negare il rigore. Ma nella stessa azione a dieci metri di distanza Dzeko finiva giù agganciato da Chiellini, e per me magari era più rigore quello. Guara un  po’… Ma di quello nessuno ha parlato. Sia come sia da quel momento in poi ogni fallo a metà campo si trasforma in mischia. Vent’anni di calcio del resto ci dicono che Roma-Juve è un zuffa potenziale a ogni secondo e a ogni metro del campo. Alla fine però quegli episodi sono diventati marginali ed insignificanti, come dovrebbe sempre accadere quando il calcio vero prende il sopravvento e spazza via i veleni.

Abbiamo assistito a un ribaltone d'agosto. E’ stata una partita intensa per il grande nervosismo e per la tensione che si tagliava a fette sul campo. La Roma, come sempre si esalterà e farà fatica a volare basso (ma può essere che le cose siano cambiate, chissà), De Rossi ha subito detto che "vogliamo uccidere il campionato e che bisogna giocare con la stessa mentalità contro il Carpi e il Frosinone", la Juve a zero punti ne esce con molti, forse troppi dubbi su stessa.  Pronta a sdraiarsi sul lettino dello psicologo. E sinceramente non basta ripetersi di stare tranquilli...".