Bocca (Repubblica): "Conte controfigura dell’allenatore vulcano che allenava la Juve"

04.09.2015 00:00 di Redazione TuttoJuve Twitter:    vedi letture
Bocca (Repubblica): "Conte controfigura dell’allenatore vulcano che allenava la Juve"
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Fabrizio Bocca, firma di Repubblica, non lesina critiche ad Antonio Conte e alla sua Italia sulle pagine del suo blog: "Tre punti strappati a Malta col braccio di Pellé, tutti contenti perché tutto sommato ora si mette bene, quel che conta è il risultato come si dice. E basta, però. La nazionale oggi questa è, siamo quasi al deserto azzurro ormai.

Il torpore di Italia-Malta dopo l’adrenalina Roma-Juve. Ho rinunciato a capire e dare un senso al calcio - soprattutto quello italiano - da tempo. Non c’è da meravigliarsi perché il Franchi di Firenze non si sia riempito per la partita della nazionale, c’è da sorprendersi casomai di quei diecimila che ben sapevano di andare a vedere uno spettacolo noioso (anzi, pure deprimente) e però ci sono andati lo stesso. Categoria dei santi benemeriti del pallone.

Sono molto solidale con Antonio Conte che si è scelto un lavoro complicato - e proprio per questo ben retribuito… - e cioè quello di rianimare un paziente malconcio. Ma a me sinceramente quando vedo l’Italia faticare contro Malta - senza entrare in alcun discorso tecnico, avremo almeno mille volte i loro calciatori - vanno di traverso tutti i ragionamenti sugli stranieri che sono maggioranza in serie A, sui campioni come Baggio, Rivera o Paolo Rossi che non nascono più, sui nostri giovani che diventano adulti riposando in panchina, sui club che mettono i bastoni fra le le ruote o, come dice il telecronista, non esistono più le squadre materasso. E del resto lo ha ripetuto anche Conte alla fine: "Non esistono più le squadre materasso". Anzi, ripetevelo anche voi, così vi convincerete e siamo tutti più tranquilli...

Non esistono più le squadre materasso, ma non stavamo giocandoci un Mondiale o un Europeo ma una partita valida per la qualificazione europea. Qualcosa di più che un’ amichevole. Però i nostri allenatori e i nostri calciatori questi sono, trotterellano come quegli stanchi attori di teatro che alla millesima replica si sono rotti le scatole e mentre recitano pensano ai figli a scuola, alla spesa e alle bollette da pagare. I nostri calciatori timbrano il cartellino come uno stanco impiegato, fiaccato dalla noia della routine. Succede anche nel resto del mondo, ma direi di preoccuparci prima di tutto dei problemi nostri.

E’ stata talmente brutta e noiosa Italia-Malta, che il gol persino fasullo per tocco di braccio di Pellé  - sportivissimo nello stare furbamente zitto e prendersi subito l'immeritato bottino... - arriva come una liberazione, l’uscita da un incubo. Il telecronista accompagnato da Giovanni Trapattoni, illustre decano del calcio italiano che pietosamente nega anche la mestizia più evidente degli azzurri, esplode in un “scardinato il muro di difensivo di Malta!” Come se Malta disponesse davvero anche solo di un catenaccio.

Trovo abbastanza sterili i discorsi su Pirlo e Verratti, ho comprensione per i problemi di un attacco che mette insieme Eder, Pellé e Gabbiadini, mi sorgono persino atroci dubbi sulla necessità di recuperare Balotelli. Va bene è una nazionale in testa alla classifica del girone, ma non mi sembra che l'Italia abbia fatto passi avanti da un anno a questa parte, da quando finì a pezzi ai Mondiali in Brasile. Mi sembra oggettivamente che resti una nazionale estremamente impoverita, e il fatto che sbatta il muso contro una squadra di diverse categorie inferiore, mi induce a negare qualsiasi alibi a chiunque. Anche e soprattutto ad Antonio Conte che per adesso è la controfigura dell’allenatore vulcano che allenava la Juve. L'effetto Conte, dobbiamo ammetterlo, per ora non si vede. Ora che gli mancano, per dirla alla Brera, quegli uomini "tripallici", fatica anche lui ad alimentare il mito di superallenatore martello.

Insomma ho il timore che il compagno Antonio si sia imborghesito e sia entrato in banca pure lui".