Birindelli: "Alla Juve avevamo un grande gruppo. Gli scudetti vinti sul campo me li sento addosso. Ai tempi del rinnovo mi aspettavo più chiarezza"

24.04.2014 12:15 di  Giuseppe Giannone   vedi letture
Birindelli: "Alla Juve avevamo un grande gruppo. Gli scudetti vinti sul campo me li sento addosso. Ai tempi del rinnovo mi aspettavo più chiarezza"
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© foto di Federico De Luca

Alessandro Birindelli, ex giocatore della Juventus, club nel quale ha militato per ben 11 anni, dal 1996 al 2007, si sofferma, intervistato da "Grossetosport.com", sulla sua lunga ed importante esperienza in maglia bianconera: "L'impatto con la Juve è stato pesante, ricco di attesa dal momento in cui ho avuto la notizia al momento effettivo di passare di là, fino a quando sono arrivato ed ho iniziato il lavoro con il gruppo. In quel periodo mi facevo molte domande, tipo:<> oppure <>. Comunque  era un gruppo che io vedevo in televisione e che ammiravo, essendo poi un tifoso juventino, chiaramente tutto questo mi portò un’emozione particolare. La stessa famiglia Agnelli, stentavo a crederci e facevo fatica a realizzare. Forse la serenità e la spensieratezza nel primo giorno in bianconero mi hanno portato  ad essere  sereno e tranquilllo. Quell’anno venivo da un campionato vinto con l’Empoli, poi sono partito con la Nazionale per disputare i Giochi del Mediterraneo, che abbiamo vinto, e il giorno dopo mi sono sposato. In pratica, quel periodo è stato così intenso che sono arrivato a Torino senza essermene reso conto. Sono arrivato lì dove c’era gente che aveva già vinto la Coppa Campioni, gente affermata, però ripeto, mi hanno fatto sentire da subito uno di loro. Questo, poi, mi ha agevolato sia nell’inserimento che negli allenamenti, oltreché nei rapporti con mister Lippi, il quale mi ha dato l’opportunità di affacciarmi al grande calcio e ha avuto fiducia in me, che ho cercato di ripagare sempre con il massimo impegno. Noi avevamo veramente un grande gruppo, gli altri avevano forse rispetto a noi in quel periodo qualche cosa di più sull’aspetto degli individui, ma dove loro si fermavano, noi riuscivamo a sopperire alle mancanze con uno spirito di gruppo, fatto di grande carattere ed agonismo". Birindelli ricorda anche la parentesi poco felice legata a "Calciopoli": "ti senti come derubato di qualcosa, perché come calciatore, di tutto quello che gira intorno a livello societario, non lo percepisci o lo percepisci molto poco. Almeno che tu non abbia un rapporto più stretto con i dirigenti o con l’allenatore. A quei livelli, il ruolo tra calciatore e dirigenti è molto separato, aldilà delle discussioni che riguardano la tua professione, ognuno svolgeva il suo lavoro.

Visti tutti i sacrifici che fai per ottenere i risultati, rimane difficile capire tutto quello che è successo e quello che è avvenuto dopo. Rimani interdetto, quasi incredulo, ti viene da chiederti: <>. Comunque, quei titoli lì li abbiamo vinti sul campo e me li sento addosso, come è giusto che se li senta addosso l’Inter quelli vinti successivamente, perché sul campo in quel periodo hanno dimostrato di essere la squadra più forte. Non ti nascondo che questa storia mi ha lasciato l’amaro in bocca, ma io mi sento i cinque titoli perchè sono sicuro di averli vinti sul campo. Dispiace per tutto quello che è venuto fuori, soprattutto perchè viviamo in un periodo dove siamo usciti da Calciopoli, ma poi siamo arrivati a calciatori che vendevano le partite, gente che viveva fuori dai circuiti della regolarità e che andava a falsare le partite". Ultimo pensiero, infine, rivolto alla fine della sua esperienza a Torino e all'anno vissuto in B: "Io penso di aver portato rispetto a questa società, soprattutto nella professionalità e l’impegno messo quotidianamente in ogni allenamento, in ogni partita. Nei confronti dei miei compagni, di tenere quel gruppo saldo, anche quando tanti campioni se ne andavano e la responsabilità, piano, piano, ricadeva su di te ed altri. Mi è dispiaciuto la non chiarezza dei dirigenti del periodo. Devi sapere che ho rifiutato il rinnovo di contratto nell’anno di Serie B, dicendo che volevo giocare e dimostrare sul campo che meritavo la riconferma. Da quel momento non ne abbiamo più parlato, quindi a me rimane il rammarico della mancanza di chiarezza. Aldilà di questo episodio, resta comunque un grande amore per questa società e i rapporti attuali sono ottimi".